Dopo sedici anni l’opera di Marina Abramović sarà nuovamente a Napoli con la mostra Estasi che, dopo la tappa milanaese alla Pinacoteca Ambrosiana, sarà possibile visitare da domani (18 Settembre) all’interno dello splendido Castel dell’Ovo.
Promossa da VanitasClub e curata da Casa Testori, la mostra giunge in Italia ad anno dal successo della fiorentina The Cleaner, che riunì nella sale di Palazzo Strozzi più di cento opere, ripercorrendo le fasi principali della sua carriera artistica.
Con la mostra napoletana sarà possibile approfondire l’evoluzione più recente della sua ricerca che nel corso degli anni si incentrata sull’indagine della complessità concettuale e dell’espressione energetica della percezione.
Dal 18 settembre al 17 Gennaio 2021, infatti, nella sala delle carceri di Castel dell’Ovo, sarà allestito il ciclo The Kitchen. Homage to Saint Therese, nel quale l’artista si confronta con Santa Teresa d’Avila, una tra le figure emblematiche della religione cattolica.
Tre video, suddivisi in altrettanti atti, che documentano le performance tenute dall’artista in Spagna nel 2009, all’interno delle cucine dell’ex convento delle suore clarisse di Laboral di Gijòn, dove Santa Teresa sperimentava la levitazione.
Il ciclo è un estratto della perfomance, durata 12 ore, in cui l’artista evidenzia e traspone l’elevazione mistica della mente, per valorizzare lo sviluppo delle potenzialità presenti nell’ individuo.
Artista che non ha mai smesso di stupire ed innovarsi, Abramović in tutta la sua carriera ha plasmato e trasformato radicalmente il concetto di performance, tanto da essersi autodefinita la “nonna” di questa arte.
Nata a Belgrado nel 1946 ma naturalizza statunitense, Marina Abramović è una delle maggiori esponenti della ricerca performativa internazionale.
Fin dagli anni Sessanta, attraverso il suo stile unico, ha catturato l’attenzione, suscitando emozioni contrastanti nel pubblico, coinvolgendo ed avvicinando all’arte contemporanea anche chi ne era digiuno affascinandolo perdutamente.
Con il suo lavoro indaga le relazioni tra artista e pubblico, creando uno scambio diretto che si incentra sull’esplorazione dei limiti del corpo e le possibilità infinite della mente umana. Come avvenuto anche nel suo ultimo lavoro: 7 Deaths of Maria Callas, presentato ad inizio settembre alla Bayerische Staatsoper di Monaco e in streaming fino al 7 ottobre sul sito web del teatro.