La grandezza di un artista consiste soprattutto nel produrre opere che, attraverso messaggi più o meno manifesti, riescano a scuotere le coscienze dell’umanità, sensibilizzando l’opinione pubblica nei confronti dei tanti problemi che affliggono il mondo e manifestando, al contempo, solidarietà e vicinanza a tutti coloro che non cercano altro che un veicolo potente come l’arte per diffondere la propria voce di protesta contro le ingiustizie.
Forse è questo il motivo per il quale Banksy è così amato. L’uomo (ma si ipotizza anche si tratti di una donna, ndr) che ha contributo a dare dignità alla Street Art con opere disseminate sui muri di moltissime città del globo terrestre è, paradossalmente, ancora sconosciuto.
L’aspetto più interessante dell’artista, però, riguarda proprio il suo anonimato, che smentisce l’idea, oggi molto radicata, che il successo, per un personaggio pubblico, dipenda soprattutto dalla sovraesposizione della propria immagine sui social networks.
Banksy, al contrario, pur essendo molto attivo attraverso il suo profilo Instagram, non vuole centrare l’attenzione su si sé, ma su temi scottanti come lo sfruttamento minorile, il maltrattamento degli animali, la manipolazione mediatica, l’inquinamento, l’omologazione, i diritti civili, l’assurdità delle guerre, il consumismo ed ogni idolo osannato dalla società occidentale.
Di Banksy sappiamo essere nato a Bristol, città che ospita molti suoi graffiti, alcuni dei quali rimossi nel corso degli anni. Tra quelli più noti, rimasti per fortuna ancora intatti, c’è il meraviglioso Girl with balloon (‘Ragazza col palloncino’, ndr); un murale che ritrae una bambina, in posizione eretta, che lascia andare un palloncino rosso a forma di cuore. Inizialmente, l’immagine era accompagnata dalla scritta There is always hope, ovvero ‘C’è sempre speranza’.
Mi piace ipotizzare che Banksy abbia origini napoletane: lo si potrebbe evincere dal carattere dissacrante ed ironico delle sue opere, ma anche dalla scelta del capoluogo partenopeo per il suo stupefacente murale conosciuto come Madonna con la pistola (2010) sito in pieno centro storico, in Piazza Gerolomini. Esso raffigura la Madonna con le braccia aperte verso il cielo e che, sul capo, invece della classica aureola, ha una pistola.
In tale accostamento è bello cogliere la volontà, da parte dell’artista, di sottolineare la grande anima religiosa di Partenope, che, probabilmente, è l’arma più efficace usata dagli stessi napoletani per difendersi dalla criminalità organizzata, a torto usata spesso per etichettare una città che, pur essendo piena di contraddizioni, è amata ed ammirata in tutto il mondo.
Un altro aneddoto che ritengo verosimilmente accaduto è che l’artista britannico abbia scelto Napoli perché sapeva che lì avrebbe ricevuto un’accoglienza particolare e, chissà, forse, qualcuno, vedendolo lavorare cercando di fare quanto più in fretta possibile, gli avrà offerto anche un caffè con sfogliatella e una pizza a portafoglio, fornendogli, così, un ulteriore stimolo per ritornare, non solo per realizzare altre opere a Napoli e Venezia, ma per scoprire le meraviglie di tutt’Italia; da nord a sud.
Era necessario introdurre Banksy in maniera non convenzionale; quella che più si avvicina alla figura dello street artist britannico, da sempre avverso ad ogni tipo di schema o definizione che possano ingabbiarlo. La pluralità e la vastità della sua opera si possono ammirare in ALL ABOUT BANKSY, una nuova mostra che, dal 5 maggio scorso, è allestita all’interno dello splendido Chiostro del Bramante, a Roma, e che, fino al 9 gennaio 2022, darà modo ai visitatori di entrare in stretto contatto con circa duecentocinquanta opere provenienti da collezioni private.
“Scoprire, avvicinarsi, conoscere, riconoscere Banksy. Durante la nostra prima esposizione A Visual Protest (settembre 2020 – marzo 2021), data l’impossibilità di mantenere l’apertura, abbiamo lavorato perché il pubblico non rimanesse deluso, non rimanesse senza Banksy. È nata così l’idea di poter realizzare una seconda mostra, sempre dedicata a lui e alle sue opere, e questo nostro desiderio si è realizzato grazie alla collaborazione con Butterfly & David Chaumet – Butterfly Art News, curatori del progetto”, ha affermato Natalia de Marco, della direzione artistica DART – Chiostro del Bramante.
Banksy non riesce a far smettere di parlare di sé. Dall’ultima opera sulle mura del carcere di Reading (UK), dove fu detenuto Oscar Wilde, per denunciarne lo stato di abbandono dal 2013, fino all’asta milionaria a favore del sistema sanitario britannico, con l’aggiudicazione dell’opera Game Changer per 16,75 milioni di sterline. Il Chiostro del Bramante, quindi, con questa nuova mostra, ha allestito un approfondimento enciclopedico del lavoro dell’artista, grazie ad un’importante sezione documentaria composta da fotografie, reportage e video, che rappresentano una nuova occasione espositiva all’interno degli spazi rinascimentali nel centro di Roma.
ALL ABOUT BANKSY è un percorso che si sviluppa attraverso opere realizzate dal 1999 fino al 2020, con sezioni tematiche sui lavori divenuti icone e sui temi fondamentali dell’artista: i primi Black Books, i tanti rats (topi) e poi la politica, la religione, il potere, la guerra, i diritti dell’infanzia, i fenomeni migratori, i rifugiati, la società della sorveglianza, l’ambiente, l’ecologia, il mercato dell’arte.
In mostra vi sono inediti ed altrettanti approfondimenti: tra gli altri, sul parco tematico Dismaland non adatto ai bambini, sul negozio online Gross Domestic Product, sulle collaborazioni con cantanti e gruppi musicali, tra cui la ricca serie con i britannici Blur per Think Tank, ad oggi ultimo e miglior disco del gruppo.
Opere realizzate con tecniche e supporti differenti, insieme ad una contestualizzazione degli interventi pubblici e delle mostre, delle opere e delle esposizioni, tra fotografie, copertine, manifesti, locandine, libri, dischi. Completano il percorso espositivo tre video per rivivere i momenti più significativi del percorso di Banksy, tra cui un documentario esclusivo ed inedito che racconta vent’anni di carriera dell’artista.
“Alcune persone vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo rendere il mondo un posto più bello. Se non ti piace, puoi dipingerci sopra!”.
Un messaggio, quello di Banksy, che, oltre ad essere chiaro e diretto, ci fa capire quanto l’arte, attraverso personalità di valore come lo street artist britannico, riesca a donare a tutti speranza in un mondo migliore, più equo e più giusto.
Un mondo da osservare con lo sguardo puro dei bambini, sostituendo i giochi dell’infanzia alle armi che, troppe volte, usate in maniera indiscriminata, non fanno che aggravare i problemi, accentuando sentimenti d’odio e di rancore tra gli uomini e aumentando il numero di vittime innocenti.