Un raro dipinto di Alberto Savinio, L’attesa di Enea, andrà all’asta da Bolaffi a Torino (via Cavour 17) martedì 8 novembre. Il quadro – in mostra presso la stessa sede fino al giorno dell’asta di arte moderna e contemporanea, insieme alle altre opere che compongono il catalogo della vendita – è stimato 350.000-450.000 euro (lotto 59).
Dagli anni ’80 nella stessa collezione privata, L’attesa di Enea presenta tutti gli elementi cari a Savinio, la cui produzione, diversamente da quella del fratello Giorgio De Chirico, è assai ridotta. Data 1929, questa tela si colloca, peraltro, negli anni immediatamente successivi al suo secondo trasferimento a Parigi con la moglie, l’attrice Maria Morino, avvenuto nel 1926. Evento che senga, ufficialmente l’inizio della sua attività di pittore. Anche se De Pisis sostiene che dipingesse già prima di quella data.
Ad ogni modo è nella capitale francese che Savinio, al secolo Andrea de Chirico, tiene nel 1927 la prima mostra presso la Galerie Bernheim Jeune, presentato da un calligramme di Jean Cocteau. L’attesa di Enea appartiene a questa sua stagione di grande fervore creativo in cui aderisce, nonostante il parere contrario del fratello Giorgio, al movimento surrealista ed è un bellissimo esempio di quel suo stile singolare, che lo situa a metà strada tra surrealismo e metafisica, che dà vita a tele intrise di raffinati temi mitologici uniti a un’ironia sottile.
E questo, in fondo, non deve meravigliare, se si pensa che Savinio è sempre sfuggito dalle cagorie e anche all’interno di un movimento, ha sempre fatto precisi distinguo atti a sottolinearea una sua alterità rispetto alla corrente dominante. E’ il caso proprio del surrealismo; Savinio parla apertamente di un “suo surrealismo”, diverso da quello dei francesi e di Breton.
La sua è una pittura ricca di significati simbolici e intessuta di notevoli riferimenti culturali, che richiedono un approccio colto per poter apprezzare appieno il sottile gioco dei vari non-sens che egli attua sui materiali della memoria culturale. E in questo quadro, come sottolinea anche Caterina Fossati, specialist del dipartimento di Arte moderna e contemporanea di Aste Bolaffi, «Savinio distorce liberamente mito, storia e memorie personali al di là dei gruppi di influenza e appartenenza».
La sua (ri)scoperta come artista è, tutto sommato, molto recente e risale agli anni Settanta del Novecento. Parte dalla sua attività letteraria per estendersi solo successivamente, alla fine del decennio, a quella pittorica, grazie a due importanti mostre retrospettive, prima a Milano (Palazzo Reale, Milano, 1976), poi a Roma (Alberto Savinio, 18 maggio – 18 luglio 1978, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1978).
Dieci anni prima, però, era stata Anna Zanoli, in televisione, a parlare per prima dell’arte di Savinio cogliendo l’occasione di una mostra di suoi disegni alla galleria “Il Segno” di Roma (1969; Un pittore letterato). Mostra che seguiva un primo omaggio all’artista fatto nel 1968 a L’Aquila da Enrico Crispolti nell’ambito della mostra di arte contemporanea “Alternative Attuali 3”.
Ma il Savinio non è l’unico capolavoro in asta. Il catalogo è composto da oltre 190 lotti che spaziano dagli inizi del Novecento ai giorni nostri. Dopo un primo capitolo dedicato alla grafica (lotti 1-47), con opere tra gli altri di Michelangelo Pistoletto, la seconda sezione d’asta vede protagonista la grande pittura e scultura (lotti 48-192): un viaggio trasversale nella storia dell’arte attraverso pezzi rari e preziosi.
Tra questi, lavori di Antonio Ligabue (Il pascolo, lotto 77, stima 160.000-200.000 euro), Giorgio De Chirico (La partenza del cavaliere, lotto 104, stima 35.000-50.000 euro), Mario Sironi (Composizione con cavallo bianco, lotto 94, stima 10.000-15.000 euro), Renato Guttuso (Contadino con sacco di patate, lotto 113, stima 35.000-45.000 euro), Francesco Clemente (Senza titolo, lotto 178, stima 90.000-120.000 euro) e Piero Manzoni,presente con un’opera che fu esposta alla famosa prima mostra al bar Giamaica di Milano (Senza titolo, lotto 129, stima 90.000-140.000 euro).
Tra i lavori più recenti si segnalano infine l’olio su fotografia del 2000 di Gerhard Richter (Firenze, lotto 160, stima 35.000-40.000 euro), un lotto di otto tavole originali da “Pinocchio” del 2003 di Mimmo Paladino (lotto 169, stima 5.000-8.000 euro) e gli scatti di Nan Goldin, fotografa protagonista del documentario di Laura Poitras,vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia 2022.