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Sotheby’s punta al nuovo record per Lucio Fontana

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Nove anni, tanto è passato dall’ultima volta che sul mercato era apparsa un Concetto spaziale, La fine di Dio giallo. Era il 10 novembre 2015 e l’opera, una delle più importanti dell’iconica serie realizzata negli anni Sessanta da Lucio Fontana, fissò da Christie’s New York quello che ancora oggi è il record d’asta dell’artista italo-argentino: 25.900.000 $ al martello, 29.173.000 $ con il buyer’s premium. Nel maggio prossimo, ancora una volta New York, ma questa volta da Sotheby’s, la storia potrebbe ripetersi e un nuovo record inscriversi nell’albo d’oro del mercato dell’arte.

Venerdì scorso, 5 aprile, Sotheby’s ha annunciato, infatti, che una Fine di Dio gialla sarà messa in asta nella Grande Mela in occasione della Contemporary Evening Auction del 13 maggio. Proveniente dalla collezione di Cindy e Howard Rachofsky – collezionisti appassionati, visionari e, non da ultimo, filantropi di prim’ordine – la tela ovoidale, densamente traforata, sarà presentata con una stima di 20-30$ milioni, che di fatto la rende una delle opere più preziose di Fontana mai apparse sul mercato.

Attualmente, tutti e sei i prezzi più alti di Fontana in asta sono detenuti da opere di questa serie in una varietà di audaci monocromie. Basti pensare all’aggiudicazione per 17.600.000 $ (20,556,900 $ con il B.P.) del Concetto spaziale, La fine di Dio (1963) bianco, la terza più alta si sempre, avvenuta il 10 novembre 2023 da Sotheby’s New York. Peraltro nel 2003, quando Cindy e Howard Rachofsky, acquistarono la Fine di Dio che adesso torna sul mercato, il quadro fu a sua volta un record per l’artista.

Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di Dio, 1964. Oil on canvas, 177.8 x 123 cm. Estimate: $20-30 million. Courtesy: Sotheby’s

Dei 38 dipinti che compongono questa serie realizzata tra il 1963 e il 1964 e che rappresenta un’incarnazione non solo dell’opera di Fontana, ma anche del movimento dello Spazialismo in generale, di cui Fontana è stato fondatore e figura di riferimento, il Concetto Spaziale, La fine di Dio che andrà in asta a New York è uno dei soli quattro che Fontana ha realizzato in giallo. Gli altri tre sono tutti conservati in stimate collezioni private in tutto il mondo.

Questa versione in particolare, tuttavia, è senza dubbio una delle più importanti e compiute dell’intera serie, essendo stata uno dei punti salienti della retrospettiva dell’artista al Metropolitan Museum of Art nel 2019. Realizzata nel 1964, quando la serie viene chiuda dall’artista, l’opera si distingue per la densità delle sue perforazioni, attorno alle quali si accumulano strati spessi di impasto, dando vita a una composizione che si tinge di drammaticità visiva e di forte intensità.

Affascinato dagli albori della corsa allo spazio iniziata nel 1957, quando l’URSS mise in orbita il primo satellite artificiale per poi, nel 1961, inviare nello spazio, Juri Gagarin, Fontana cercò di esplorare nella sua arte alcune delle nozioni più ampie sollevate da queste scoperte. Per Fontana, infatti, i fori e le perforazioni irregolari sulla tela – che creano una sorta di superficie lunare – non solo infrangono il piano dell’immagine, ma aprono anche dei portali attraverso i quali lo spettatore può accedere a un nuovo concetto di spazio.

In un momento in cui i progressi tecnologici stavano distruggendo le visioni dell’universo che erano state a lungo diffuse, Fontana riteneva che questa nuova comprensione dello spazio e della materia avesse dato alla spiritualità un nuovo contesto, proclamando: “Oggi è certo, perché l’uomo parla di miliardi di anni da raggiungere, e allora, ecco il vuoto, l’uomo è ridotto a niente… L’uomo diventerà come Dio, diventerà spirito”. E la decisione di inserire queste perforazioni in una forma a uovo potrebbe essere stata proprio implicitamente associata all’idea di rigenerazione, rinascita e cosmo.

Il mercato di Lucio Fontana in sintesi

Dalla fine degli XX secolo ad oggi Lucio Fontana è stato uno dei protagonisti indiscussi della “riscoperta”, da parte del mercato, dell’arte italiana, innescata dalla celebri Italian Sales londinesi. Una riscoperta che, a partire dagli anni Novanta, ha visto le quotazioni dell’artista italo-argentino crescere in modo impressionante. Se alla fine degli anni Ottanta, infatti, un Concetto Spaziale di Fontana poteva essere acquistato per poco più di 100 mila euro, dalla fine degli anni Novanta che si assiste ad una crescita importante del valore economico delle sue opere e ad un ampliamento dei confini geografici del suo mercato, fino a quel momento ancora molto “nazionale”.

Un successo supportato anche da un rinnovato interesse della stampa di settore. Nel 2008 si posiziona al nono posto nella classifica mondiale degli artisti più venduti, l’unico italiano dei Top 10 artisti sul mercato. L’anno con il miglior fatturato è stato il 2015 con oltre 166 milioni di euro, quando raggiunge il record d’asta con Concetto spaziale. La fine di Dio (1964), che viene battuto a più di 24 milioni di euro da Christie’s New York. Ma quello che impressiona di più è l’impennata che, in quello stesso anno, ha avuto il suo prezzo medio di aggiudicazione che ha quasi raggiunto quasi i 650.000 euro, quando solo nel 2013 era di “appena” 321.000.

Dal 2016, dopo che la maggior parte dei suoi capolavori in mani private sono passati sul mercato, il suo mercato si normalizza e a parità di lotti messi in asta, Fontana si posiziona al 41 posto del ranking mondiale per poi mantenersi, comunque, tra alti e bassi, sempre tra i primi 30 artisti internazionali.

Nel 2023 era al 21° posto con un fatturato di poco superiore ai 67 milioni di dollari, ma che, seppur lontano dai fasti della prima parte del XXI secolo, conferma la nuova crescita che prosegue, ormai, dal 2020 e segnata dall’ottima aggiudicazione dello scorso novembre che, complice anche l’asta di maggio da Sotheby’s, sembra preludere ad una nuova stagione di grande mercato per l’artista.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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