«Il Friuli è un piccolo compendio dell’universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì», scriveva Ippolito Nievo nelle sue Confessioni di un Italiano. E in questo compendio trova ampio spazio anche l’arte contemporanea, tra spazi espositivi temporanei – come Villa Manin -, parchi d’arte e musei disseminati in tutte le sue province. Settima tappa del nostro speciale Giro d’Italia, iniziamo il tour friulano da Pordenone dove, all’interno del Parco Galvani, ha la sua nuova sede PaRCO, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea della città.
L’arte nel PaRCO
Intitolata a Armando Pizzinato, uno dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone (PaRCO) si articola tra una villa veneta restaurata, sviluppata su tre piani, e il nuovo ampliamento che ospita l’ingresso principale, nuove sale espositive, un centro congressi e altri spazi destinati ai servizi museali per un totale di 1200 mq di superficie espositiva.
La collezione permanente di PaRCO, oltre a conservare opere di alcuni dei grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea provenienti dalla Collezione dell’ingegner Roberto Ruini – da Giorgio De Chirico a Roberto Crippa, passando da Filippo de Pisis, Lucio Fontana, Pablo Picasso, Georges Braque e Marc Chagall -, ci permette di scoprire anche la realtà artistica locale. All’interno della raccolta, infatti, è presente un cospicuo nucleo che mette insieme le più significative esperienze artistiche friulane, tra le quali i lavori di artisti come Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Armando Pizzinato, Luigi Vettori, Giuseppe Zigaina e Luigi Zuccheri.
Quando l’arte incontra il teatro
A pochi chilometri da Pordenone si trova il comune di Sacile. Qui, grazie alla donazione fatta dallo stesso artista veronese, si trova la Galleria d’Arte Moderna Pino Casarini che raccoglie un corpus di dipinti, disegni e bozzetti per allestimenti dell’Arena di Verona, che attraversano cinquant’anni di attività dell’artista (dal 1920 al 1970). Scomparso nel 1972, Pino Casarini ha ricevuto numerosi riconoscimenti durante la sua carriera, partecipando ad importanti mostre quali le Quadriennali di Roma e la Biennale di Venezia. Tra le sue opere più importanti sono da ricordare i cicli di arte sacra di Sacile, Nave, Vittorio Veneto, Cordovado, Vicenza, Agnedo e Venezia. Oltre al ciclo di affreschi realizzato per l’Università di Padova.
La raccolta di Sacile, invece, è una preziosa testimonianza della sua intensissima collaborazione con l’Ente Lirico dell’Arena di Verona per il quale ideò decine di messinscene e teorizzò metodi innovatori nell’allestimento di opere liriche.
Vajont: là dove il tempo deve ripartire
Il profilo tragico del monte Toc si staglia all’orizzonte richiamando alla mente la tragedia del Vajont. Un passato duro, impossibile da dimenticare, ma che è anche impulso a guardare ad un futuro migliore, riqualificare queste aree e ripopolare questi paesi che sono rimasti fermi a una notte di tragedia e fuga. E’ con questo spirito che, il 18 luglio scorso, è stato inaugurato in queste zone il Centro per la Cultura Contemporanea della Montagna, nuovo spazio espositivo del comune di Casso: una sorta di laboratorio con una residenza d’artista.
Il vivere a contatto con il territorio sarà ispirazione e fonte di stimoli per la realizzazione delle opere artistiche che in seguito saranno esposte. E un primo frutto di queste residenze è proprio adesso in mostra con il titolo Inner Bivouac.
Verso il fronte della Grande Guerra
Cento anni fa, a Sarajevo, vennero uccisi Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico e sua moglie Sofia dando il La a quella che sarebbe passata alla storia come la Grande Guerra e che avrà, nei monti della Carnia, uno degli scenari di battaglia principali dal 1915 fino alla Rotta di Caporetto. Da zona di guerra, in epoca contemporanea, la Carnia è diventata terra di fratellanza tra Italia e Austria. Una fratellanza che trova nella cultura uno dei suoi anelli più forti. Non è un caso che dal 1998 sia nato in queste aree il progetto transfrontaliero CarniaMusei che comprende, tra le altre istituzioni, l’Art Park di Verzegnis, piccolo centro in provincia di Udine che sorge su un altopiano ricco di frutteti, faggi e castagni.
Vero e proprio museo di arte contemporanea all’aperto l’Art Park nasce dall’idea Egidio Marzona, collezionista tedesco originario del luogo, e ospita accanto alle case, nel grande prato e sulla collina, opere di artisti di livello internazionale, quali Mario Merz, Sol Lewitt, Bruce Neumann, Richard Long e Giuseppe Penone; rappresentanti di varie tendenze dell’arte contemporanea dal Minimalismo alla Land Art, dall’Arte Concettuale all’Arte Povera.
Udine: tra arte locale e prospettive internazionali
Da Verzegnis torniamo, adesso, a spostarci a sud, verso Udine. Qui, oltre ad un interessante museo dedicato alla fotografia friulana che, tra le altre cose, conserva anche una serie di calotipi, negativi su carta, in esemplari di grandi dimensioni, l’arte del XX secolo ha trovato dimora nella Galleria d’Arte Moderna Casa Cavazzini, centralissima abitazione Liberty recentemente ristrutturata dall’architetto Gae Aulenti. Oltre 3.000 le opere della collezione permanente, tra dipinti, grafica, sculture e disegni di architettura che documentano la produzione artistica da metà Ottocento a fine Novecento.
Esposte opere dei protagonisti dell’arte italiana di fine Ottocento e di artisti novecenteschi come Martini, Mafai, Cagli, Fontana e Vedova. Si segnalano inoltre la Collezione Astaldi (arte italiana dagli anni ‘20 agli anni ‘60) e la Collezione F.R.I.A.M (arte americana degli anni ‘60 e ‘70, tra cui Sol Le Witt e Frank Stella). Presenti anche artisti friulani, come D’Avanzo, Pellis, Pittino, i giovani della Scuola Friulana d’Avanguardia, Pizzinato, Zigaina e i fratelli Basaldella.
La Galleria Spazzapan di Gradisca
Lasciata Udine la prossima tappa è Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Qui ha sede la Galleria regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan. Fondata nel 1976, la Galleria conserva, al primo piano, la collezione permanente di opere di Luigi Spazzapan, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, accanto ad altre di proprietà dei Musei Provinciali. A questa raccolta si affianca, inoltre, una collezione di artisti locali del Novecento che comprende opere di proprietà, o in consegna fiduciaria, di Afro, Altieri, Pizzinato, Alviani, Ciussi, Mocchiutti e altri.
A casa di Pasquale Revoltella
Nota come città della scienza e per i suoi splendidi caffè, Trieste, oltre ad una fitta rete di associazioni no profit che operano nell’ambito dell’arte e della cultura contemporanea, offre l’occasione di visitare una particolare abitazione. Si tratta della casa del barone Pasquale Revoltella, una delle figure più rappresentative della società triestina dell’Ottocento, che nel 1872 lasciò alla città, oltre a molti altri beni, la sua abitazione e tutte le opere d’arte, gli arredi e i libri che conteneva. Situato nel centro cittadino, a pochi passi dal mare, il palazzo è oggi sede del Museo Revoltella – Galleria d’Arte moderna che conserva un’ampia pinacoteca con opere delle principali correnti pittoriche ottocentesche, oltre agli arredi originali e la collezione del donatore.
Una collezione permanente che negli anni si è ingrandita con opere novecentesche, allestite nella sede di palazzo Brunner, acquisito dal Comune nel 1907. Oggetto di un lunghissimo restauro terminato nel 1991, questa seconda sede del Museo Revoltella ospita le opere acquisite dal 1872 in poi, allestite in un percorso che si articola su quattro piani guidandoci dal secondo Ottocento alla fine del Novecento. Tra gli artisti esposti a palazzo Brunner: Fattori, De Nittis, Nono, Ciardi, Trentacoste, Canonica, Bistolfi, Carena, von Stuck, Zuloaga, Zigaina, Afro, Dino e Mirko Basaldella, Spacal, Perizi, Marussig, Bolaffio, Timmel, Dudovich, Casorati, Sironi, Carrà, de Chirico e Martini.