Art Basel ritorna nella capitale francese finalmente con una denominazione molto piú semplice e diretta quale Art BaselParis, senza il piu o meno.
La fiera ha aperto Mercoledí 17 Ottobre nella nuova maestosa sede del Grand Palais, finalmente completata dopo tre anni di rinnovo. La nuova location che permette ampi spazi e una luce naturale ha contribuito a creare un’atmosfera decisamente effervescente fin dalle prime ore, che ha stimolato vendite sane e trattative vivaci fin dalle prime ore con un flusso costante di collezionisti e professionisti.
Fra gli stand degni di nota, subito all’ingresso Pace Gallery ha presentato “Mystical Sugar” un booth curato dall’artista Paulina Olowska, che ha affiancato una suya opera a insieme a pezzi di Louise Nevelson, Kiki Smith e Lucas Samaras. Nelle prime ore, tutti e quattro i dipinti di Olowska sono stati venduti, così come diverse sculture di Nevelson e Smith. A completare la presentazione nel retro opere di Lee Ufan, Agnes Pelton, Max Ernst, Leonor Fini e Alexander Calder.
Sempre all’ingresso Gladstone ha accolto i visitatori della fiera con un monumentale Dubuffet Parade nuptiale, 1971 appeso alla parete, accostato a una scultura di Sarah Lucas e a disegni di Marisa Merz, un omaggio agli artisti dell’Arte Povera celebrati nella mostra alla Bourse-Pinault Collection. L’opera di Dubuffet è stata poi venduta entro il secondo giorno per 3,8 milioni, insieme a opere di Alex Katz ($800,000), Phillipe Parreno $40,000, Elizabeth Peyton($850,000), Salvo (EUR 225,000), Amy Sillman ($85,000), Rirkrit Tiravanija ($120,000), Andro Wekua (EUR 100,000) e Mike Kelley per 2 millioni.
Sempre fra i primi stand all’ingresso, Blum ha presentato una personale di Asuka Anastacia Ogawa, sold out entro il pomeriggio con prezzi compresi tra 22.000 e 160.000 dollari. Vendute tutte e waiting list anche nuove opere e mobili di Tschabalala Selfda Eva Presenhuber, con prezzi compresi tra $175.000 e $320.000 dollari.
Jeffrey Deitch ha invece presentato uno stand curato con artisti raramente associati alla galleria come Myrlande Constant ed Ella Kruglyanska, un focus speciale su Judy Chicago e una selezione di opere di Rammellzee, in vista della sua prossima mostra a New York.
Molto positivo il primo giorno anche per MASSIMODECARLO, che nella sola preview di mercoledi ha venduto venticinque opere tra cui un dipinto di Matthew Wong consegnato direttamente dall’estate per qualche milione. Tra le altre vendite anche un’opera di Dominique Fung (36.000 dollari), vari lavori di Jean-Marie Appriou, due di Tomoo Gokita, tre di France-Lise McGurn e uno del duo di artisti Elmgreen & Dragset, che in settimana hanno aperto anche una personale al Museo d’Orsay.
Positiva anche Almine Rech, che a chiusura fiera ha commentato “La riapertura del Grand Palais ha suscitato entusiasmo tra i collezionisti internazionali e il pubblico in generale. Molti clienti americani, asiatici ed europei si sono presentati ad Art Basel Paris. Nel clima attuale, siamo soddisfatti dei risultati della fiera.” Entro Domenica la galleria aveva venduto una ceramica unica di Pablo Picasso ($600,000 – 700,000) e per la pittura un’opera di Kim Tschang-Yeul ($300.000 – 350.000), Wesselmann (400.000 – 500.000 $), Nathaniel Mary Quinn (€200.000 – 250.000), Zio Ziegler (€60.000 – 65.000), Diversi dipinti di Thu Van Tran (€50,000 – 70,000€). La galleria ha inoltre venduto diverse opere di Claire Tabouret, sculture e dipinti ($70.000 – 100.000), tra gli altri.
Fra le altre vendite notevoli del primo giorno, Mennour ha venduto un Lee Ufan per $900,000, mentre White Cube ha venduto un’opera di Julie Mehretu per 9,5 milioni di dollari in aggiunta ad un pezzo di Howardena Pindell per 1,75 milioni di dollari e un’opera di Lucio Fontana per 1,3 milioni di dollari. Nel frattempo, la Lisson Gallery ha venduto due opere dell’artista colombiana Olga de Amaral, una per 800.000 dollari e l’altra per 400.000 dollari, entrambe a una collezione privata statunitense. Le vendite hanno coinciso con l’attuale mostra dell’artista alla Fondazione Cartier di Parigi, una delle tante mostre che si aprono in concomitanza con Art Basel Paris.
Nello stand di Hauser & Wirth spiccava invece un ragno di Louise Bourgeois venduto entro il secondo giorno per 20 milioni di dollari, abbinato in stand ad un potente Ed Clark, che secondo quanto riferito è stato venduto a fine giornata per 950.000 dollari. Fra le vendite del primo giorno per Hauser & Wirthanche un’opera di Barbara Chase Riboud per 2,2 milioni di dollari e un grande Mark Bradford per 3,5 milioni di dollari. Degna di attenzione la parete esterna presentava un Jeffrey Gibson di grandi dimensioni, che lasciava già intendere una potenziale nuova collaborazione con la galleria, mentre l’altra parete mostrava un’opera vibrante ed esplosiva di Frank Bowling.
Per la parte di masters bluechip e moderni, Nahmad Contemporary ha presentato un’opera di Picasso del 1929 che faceva parte della prima fiera di Art Basel in Svizzera di Ernst Beyeler. La galleria ha dedicato l’intero stand al surrealismo, con opere di Dalí, Picabia, Max Ernst, Tanguy, De Chirico, Picasso e Magritte, oltre a uno straordinario mobile galleggiante di Calder. Stand surrealista anche per Di Donna, che ha ha proposto un bellissimo dialogo tra Jean Tanguy e Wilfredo Lam.
Van De Weghe ha invece presentato un Pablo Picasso del 1964 e un Great American Nude di Tom Wesselmann del 1985, cavalcando l’onda della mostra “Pop Forever” alla Fondation Louis Vuitton.
Nello stand di Tornabuoni spiccava una mappa monumentale di Alighiero Boetti, che copriva un’intera parete.
Tra gli stand piú curati e ambiziosi The Modern Isntitute Glasgow ha dedicato l’intera presentazione a un’installazione immersiva e site-specific dell’artista Martin Boyce, intitolata Before Behind Between Above Below. Combinando diverse opere ed elementi, Boyce ha creato uno spazio interno liminale che esplora il confine tra reale e immaginario e il collasso di architettura e natura. L’installazione si ispira agli alberi cubisti di Jan e Joël Martel, esposti per la prima volta all’Exposition des Arts Décoratifs et Industriels Modernes del 1925, proprio di fronte al Grand Palais.
Appena il piano terra è diventato troppo affollato per muoversi, cosí tanti collezionisti hanno cercato piuttosto un po’ di respiro nelle sezioni al piano superiore, che permetteva anche più scoperte, in particolare nel corridoio della terrazza della sezione “Emergence”. In quest’area spiccava la galleria sperimentale Rho Projects di Giacarta, che esponeva l’intrigante miscela di memoria storica, tracce e strutture digitali di Kei Imazu (con un prezzo compreso tra 15.000 e 20.000 dollari).
Un altro pezzo forte è stato un grande dipinto ricco di narrazioni del giovane artista polacco Jeh Eustachy Wilsky, presentato da Piktogram, che si estendeva per tutto lo stand. Sempre al piano superiore tuttavia c’erano anche gallerie piu establish, come Ortuzar Projects di New York che ha presentato una personale di Takako Yamaguchi, reduce dalla Biennale di Whitney delle opere offerte per 300.000 dollari a mezzogiorno ne erano rimaste solo tre.
Anche la seconda edizione di Design Miami Paris ha avuto un’apertura di successo il giorno prima con un ricevimento VIP altrettanto affollato presso L’Hôtel de Maisons. All’interno della sontuosa dimora del XVIII secolo, gli espositori hanno presentato una selezione curata di design da collezione storici e contemporanei, con forti vendite sin dall’inizio.
In particolare, la Galerie Downtown-LAFFANOUR (Parigi) ha venduto una casa prefabbricata in scala reale di Jean Prouvé del dopoguerra (1946) per oltre un milione di euro. Altri highlights in fiera includevano le sedie disegnate dallo stilista Rick Owensha presentate da Salon 94 Design (New York), insieme a pezzi rari di Gaetano Pesce, come il suo Palladio Cabinet (prototipo color latte) (2007) e il Flower Origami Table (2023). Il premio per la “Best Gallery Presentation at Design Miami Paris 2024” è andato pero alla Galerie Gastou (Parigi) e alla Galerie Desprez-Bréhéret (Parigi), che hanno presentato un’importante collezione di opere minimaliste di Jean Touret in legno e ferro, esposte in dialogo con pezzi contemporanei di Agnès Debizet.
Design Miami Paris è solo una delle ben sei fiere che quest’anno si sono affiancate ad Art Basel Parigi, attivando la citta e costreingendo i collezionisti a una maratona no stop fra i vari opening e le varie locations.
Ha aperto lo stesso giorno di design la storica fiera parallela che un tempo accompagnava Fiac e dedicata alle proposte piu giovani e di avanguardia, Paris Internationale. Alla sua decima edizione, la fiera ha occupato ancora una volta la Central Bergère, un edificio abbandonato con un’atmosfera più grunge, in qualche modo in linea con la proposta sperimentale esposta negli stand.
Quest’anno la fiera ha presentato 75 gallerie provenienti da 19 Paesi, iniziando con una frenetica giornata di apertura che ha portato molte vendite positive. Tra queste, tutto esaurito per l’artista giapponese Kajiito Ito, presentato dalla Tomio Koyama Gallery, con dipinti e sculture nella fascia 3.500-5.000 dollari. Altrove, la galleria The Breeder di Atene ha debuttato alla fiera, presentando opere dell’artista e coreografa Maria Hassabi insieme a sculture di Georgia Sagri. Al terzo giorno, la galleria è stata lieta di annunciare la vendita di una delle opere di Sagri (30.000-40.000 dollari) a un’importante collezione istituzionale europea, mentre diverse edizioni delle fotografie a specchio dorato di Maria Hassabi sono state collocate in collezioni private nella fascia 20.000-30.000 dollari. Hassabi terrà anche una mostra personale presso la galleria, che aprirà alla fine di novembre.
Degno di nota anche lo stand di LoBrutto Stahl di dipinti intriganti ed esoterici dell’artista georgiano Tornike Robakidze che hanno registrato il tutto esaurito entro la sera del primo giorno. Affluenza positiva anche per Ludovico Corsini, che ora opera come entità separata dopo la recente scissione con CLEARING.
Ben curato anche lo stand della galleria Plateus di Shanghai, che ha presentato le astrazioni intuitive e meditative ispirate alla natura che l’artista Wang Jung ha realizzato all’aperto, a stretto contatto con la natura, disegnando e dipingere appartato nella foresta di Gunzhou, in Cina. La fascia di prezzo per i pezzi più piccoli è di 2700-4900 dollari, mentre quelli più grandi grandi vanno per 13,000-18,000.
Soddisfatto Peres Projects, che ha ricevuto parecchio interesse per la pittrice italiana Danielle Toneatti, tradottosi in un rapido sold out.
Tra le nuove fiere che hanno contribuito alla settimana dell’arte parigina c’e stata quest’anno anche l’edizione inaugurale di NADA a Parigi, The Salon, in collaborazione con The Community. La fiera ha aperto i battenti in un grigio e piovoso giovedì 17 ottobre, in un edificio più moderno del 10° Arrondissement precedentemente utilizzato dalla cristalleria Bacarat, con una struttura in vetro che ha permesso di navigare agevolmente tra gli stand.
Il giorno dell’inaugurazione l’atmosfera era molto più tranquilla rispetto ad altre fiere, perché probabilmente i parigini non hanno ancora familiarità con la fiera americana. Ciononostante, alcune gallerie stavano già concludendo affari nelle prime ore: il mercante locale Cadet Capela ha presentato uno stand personale con opere di Blake Daniels, piazzando due dei tre lavori presentati direttamente in fiera con prezzi compresi tra 20.000 e 25.000 dollari.
Sempre al piano terra anche le misteriose e intriganti ceramiche di Shary Boyle presentate da Patel Brown, insieme alle piccole tele di Muriel Jaouich. Create presso il Ceramic Work Centre (Paesi Bassi), queste nuove opere in ceramica della Boyle riflettono il suo stile inquietante ed esplorano il concetto di silenzio che circonda le nostre esperienze e le verità che spesso lasciamo inascoltate, sottolineando come molti si sentano nel mondo di oggi. Al piano superiore, abbiamo incontrato alcune amate gallerie newyorkesi, come Mrs, che presentava opere di Alexandra Barth, Megan Bogonovich e Robert Zehnder. All’ultimo piano superiore, Bradley Ertaskiran, di Montreal, ha offerto le intricate riflessioni di Veronica Pausova sul corpo femminile per 9.000 dollari. Tra gli interessanti progetti presentati al Salon, anche un collettivo no profit di artisti/direttrici, il Fall River Museum of Contemporary Art (FR MoCA), con una mostra curata incentrata sui temi della trasparenza, degli schermi e della porosità. Fondato dagli artisti Harry Gould Harvey IV e Brittni Ann Harvey, entrambi nativi del Massachusetts, il collettivo esplora sistemi ciclici alternativi per sostenere la produzione artistica e la co-creazione in relazione allo spazio e alle comunità e spesso collaborando con altre gallerie.
Sempre lo stesso giorno ha aperto anche Asia Now, caratterizzata da una proposta molto curata all’interno della suntuosa location della Monnaie de Paris. La fiera ha dimostrato quest’anno una chiara crescita, riuscfendo ad attrarre anche alcune gallerie più affermate che si sono aggiunte alla fiera con presentazioni ad hoc come Esther Shipper, che ha presentato il lavoro della giovane e talentuosa artista coreana Lee Linju, che ha registrato il tutto esaurito nella fascia dei 20.000 dollari. Perrotin ha dedicato un intero lato dello stand all’opera dell’artista di Hong Kong Ya Chin Chang, i cui dipinti perfettamente dettagliati sono stati venduti rapidamente tra i 20.000 e i 25.000 dollari in vista della mostra che si terrà l’anno prossimo a New York. Dalle Filippine, la Drawing Room Manila ha presentato uno stand personale di Roberto Faleo con opere in legno intagliate a mano, con tre opere vendute nelle prime ore nella fascia 5.000-7.000 dollari. Nel frattempo, accanto, la berlinese Kornfeld ha venduto nelle prime ore una grande opera di Rao Fu per 44.000 dollari, un artista ora molto richiesto dopo aver iniziato a esporre con Perrotin. Il gallerista ha commentato:”“Siamo entusiasti della risposta travolgente da parte di importanti professionisti museali, curatori e collezionisti di tutto il mondo, in particolare dalla Francia e dal Sud-Est asiatico”. La vendita della scultura cinetica di Tamara Kvesitadze a un collezionista cinese, insieme all’accoglienza entusiastica del sorprendente ritratto di Jean-Michel Basquiat di Egani, sottolinea la risonanza internazionale degli artisti che rappresentiamo”.
La fiera ha presentato anche una sezione curata da Nicolas Bourriad (che è anche dietro la Biennale di Gwangju di quest’anno) e co-curata da Alexander Burenkov. La sezione, incentrata sulla nozione di “cerimonia”, presentava 18 artisti che, con le loro opere, esploravano o rivitalizzavano il “rituale” come spazio di spiritualità, convivialità e connettività sociale. Tra queste, le emozionanti opere di artisti emergenti e affermati della regione come Charwei Tsai, ZADIE XA, Leelee Chan, Ming Wong e Trevor Yeung, che quest’anno ha anche rappresentato Hong Kong alla Biennale di Venezia.
Infine, ma non meno importante, quest’anno un’altra nuova fiera che i collezionisti sembrano aver apprezzato è stata OFFSCREEN, che si è svolta non lontano dal Grand Palais al Grand Garage Haussmann e ha presentato 25 opere selezionate di artisti come Alfredo Jaar, Gordon Matta Clark o Lita Albuquerque, tra gli altri.
La settimana dell’arte parigina di quest’anno si è dimostrata in grado di espandersi notevolmente e di attivare realmente la città, con un numero di fiere che cresce di anno in anno e che attira un numero maggiore di espositori e di partecipanti internazionali. A queste si sono aggiunte poi una serie di mostre notevoli sia in gallerie che soprattutto nelle istituzioni della capitale francesce, dimostrando come ormai la capitale Francese abbia pienamente accolto Art Basel Paris. Con il marchio di lusso Miu Miu di Miuccia Prada come partner ufficiale del programma pubblico, quest’anno la fiera ha collaborato direttamente con la Città di Parigi e con le principali istituzioni culturali, tra cui il Musée du Louvre, il Centre des Monuments Nationaux, il Petit Palais, i Musées de Paris e il Palais d’Iéna per una ricca programmazione.
Fra gli highlights una mostra dedicata al primo periodo dell’opera di Jackson Pollock al Musée Picasso, un’ampia mostra dedicata al surrealismo al Centre Pompidou e la mostra dedicata a Lynn Chadwick curata da Matthieu Poirier all’Hôtel de Sully e alla Galerie Perrotin.
La Fondation Cartier pour l’Art Contemporain presenta invece una mostra dedicata all’artista colombiana Olga de Amaral, mentre Fondation Louis Vuitton esplora la legacy della pop art e dell’opera di Tom Wesselmann in particolare, e Collezione Pinault della Bourse de Commerce celebra il genio dell’Arte Povera.