Proiettatevi a New York, tra le vie di Manhattan. Molti di voi lo avranno fatto sicuramente tante volte. Magari guardando qualche film americano. Per i più romantici sarà successo con Harry ti presento Sally; per i più concreti con le battute del potente finanziere Gordon Gekko interpretato da Michal Douglas in Wall Street.
Anche per chi non ha avuto la fortuna di camminare veramente sul ponte di Brooklyn, di vedere dal basso verso l’altro l’Empire State Building o di assistere ad uno spettacolo a Broadway, in qualche modo, ha già attraversato le strade della Grande Mela.
Ecco, allora adesso immaginatevi nella città che non dorme mai, sì, ma più nel dettaglio al numero 20 di Rockfeller Plaza. Oppure al 1334 di York Avenue. O anche davanti ad una grande vetrata in Park Avenue. Proprio da lì potreste avere la situazione più sotto controllo.
Di cosa sto parlando? Per chi di voi non avesse capito, ho elencato le sedi delle tre principali case d’asta americane. Lì, dove si giocano le carte importanti che spesso sconvolgono il mercato, dove vengono presentate opere mozzafiato per cifre ancora più sbalorditive; sempre lì, dove esserci può fare la differenza per capire come e dove investire nei prossimi anni.
Quest’anno vi abbiamo raccontato della maratona newyorkese di aste di maggio, poi della Giga Week da 1,25 miliardi di dollari che ha infuocato i mercati delle opere d’arte. Abbiamo letto gli esiti da insider e vi abbiamo dato il nostro punto di vista.
Ma le aste non sono sufficienti per capire il mondo dell’arte, il suo sviluppo, il suo andamento. E così non ci sono bastate le gite statunitensi e gli incontri nelle gallerie informate sui fatti dell’Upper East Side. Abbiamo girato per il mondo, visitato fiere da Hong Kong a Miami, da Torino a Parigi.
Probabilmente, in pochi hanno così tanto tempo libero da poter passare giornate a leggere risultati di aste – né tanto meno tempo per seguirle dal vivo! – oppure per obliterare biglietti di fiere o partecipare a vernissage in gallerie. Il nostro Nicolella, descrivendo la sua immancabile partecipazione all’ Art Basel di giugno, parlava di FOMO (la paura di perdersi qualcosa). Eh certo, come non comprenderla! Si vorrebbe essere dappertutto. Come si dice: essere sul pezzo.
Ma, d’altra parte sarebbe altrettanto interessante avere il giusto tempo per approfondire argomenti anche più tecnici e meno alla portata del grande pubblico. Faccio riferimento ad esempio agli adattamenti strategici di alcuni dei galleristi più influenti al mondo, che da veri imprenditori ed esperti di arte, in tempi così volubili e con priorità sempre in evoluzione, hanno saputo e sanno ogni giorno come intercettare l’attenzione di grossi acquirenti e influenzare il mercato futuro.
Per i più appassionati, per chi di voi ha un occhio sempre aperto sugli aspetti economici, è addirittura divertente avere un bilancio aggiornato sulla distribuzione delle vendite di opere più o meno costose in Italia e all’estero. Ad esempio, lo sapevate che – dato aggiornato a inizio luglio di quest’anno e riferito al 2023 – nel mondo ci sono state notevoli differenze regionali nei bacini di acquirenti?
I principali mercati come il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Francia hanno prevalentemente segnalato le fiere d’arte come la più grande fonte di nuovi acquirenti, con quasi il 60% dei galleristi in Brasile che hanno fatto eco a questo sentimento. Mentre, al contrario, in alcune parti dell’Asia, le visite in galleria, i siti web delle gallerie e i referral erano più diffusi rispetto alle fiere.
Insomma, sarebbe bello cercare informazioni e leggerle. Informarsi e farsi una propria idea. Con internet che apre le porte a qualsiasi tipo di notizia, potrebbe sembrare un’impresa anche semplice. E in effetti lo è, ma occorre il tempo di selezionare.
Ma se vi dicessi che a correre tra un’asta e l’altra, a leggere cataloghi e mettere in fila gli esiti ci andiamo noi? E che andiamo noi alle fiere più importanti, che parliamo noi con i galleristi e magari vi suggeriamo in anteprima quale stand visitare e non perdere di vista? Se leggessimo noi le testate più importanti, traducessimo gli articoli di approfondimento, quelli firmati dalle penne più attente e vi inviassimo solo il link?
Immaginate di non dover fare molti abbonamenti a riviste cartacee o digitali; dimenticativi di dover avere tra i preferiti troppi link da cliccare ogni settimana. Non ci sarebbe più bisogno di essere fisicamente nei posti, non ci sarebbe più la paura di aver scelto l’evento sbagliato.
Alla fine si tratterebbe di avere a disposizione una buona rassegna stampa, fatta con criteri dichiarati e consapevoli, che vi possa permettere di dare un’occhiata più o meno approfondita e costante al mondo dell’arte, al suo mercato e agli eventi più importanti. Notizie dall’Italia e dal mondo, due volte a settimana, che vi raccontano cosa succede intorno a voi.
Collezione da Tiffany l’ha fatto proprio per voi, si chiama the artUpdate.