Pensi Veneto, dici Venezia. Dici Venezia e pensi Biennale. Ma questa splendida regione del Nord-Est italiano è molto di più, anche quando si parla dell’arte di oggi. L’arte contemporanea in Veneto è diffusa su tutto il territorio regionale e, come emerge da un censimento realizzato dalla Regione una decina di anni fa, sono più di 40 le istituzioni specificamente dedicate alla conservazione e all’esposizione dell’arte contemporanea. Un patrimonio che rappresenta circa il 10% dell’offerta museale regionale e che, nel 2005, Chiara Bertola e Marta Savaris hanno raccontato nel volume: Una possibile vocazione. Il contemporaneo nei musei del Veneto, edito da Gli Ori di Pistoia. Impossibile, nello spazio di un articolo, raccontarvi tutte queste realtà, ma se ci seguirete cercheremo di farvi scoprire le raccolte più interessanti, note e meno note, in un viaggio che, partendo dalla provincia di Belluno, arriva nella città lagunare a cui, inevitabilmente, è necessario dedicare una puntata a sé.
A passeggio tra il collezionismo bellunese…
Parlare di arte contemporanea a Belluno significa intraprendere un vero e proprio viaggio attraverso il collezionismo privato di questa provincia. E’ il caso della Galleria d’Arte Moderna di Feltre intitolata al fabbro e collezionista Carlo Rizzarda che ha donato alla comunità la sua raccolta d’arte che comprende un interessante corpus di sculture di Adolfo Wildt, Libero Andreotti, Francesco Messina, Constantin Meunier e dipinti di Telemaco Signorini, Gaetano Previati, Guido Marussig, Domenico e Gerolamo Induno, Leonardo Dudreville, Guglielmo Ciardi, Felice Casorati.
Da Feltre a Cortina d’Ampezzo dove, in Corso Italia, ha sede Museo d’Arte Moderna “Mario Rimoldi” che conserva una delle raccolte di arte moderna e contemporanea più importanti del nostro Paese. Collezionista illuminato, infatti, Rimoldi ha iniziato a comprare arte negli anni Venti, mettendo insieme opere che vanno dal Novecento italiano alle Avanguardie storiche, con aperture anche verso nuovi movimenti che, negli anni, si vanno formando a livello nazionale. Entrano nella sua collezione La Zolfara di Guttuso – quadro per il quale Rimoldi rifiuterà offerte di acquisto da parte dell’Hermitage di San Pietroburgo – Le Bagnanti di Carena, Lo Squero di San Travaso di Semeghini, il San Sebastiano di Garbari, l’Ile des charmes di Savinio e Il Concerto di Campigli.
Oltre ai protagonisti della nuova sperimentazione come Corpora, Crippa, Dova, Morlotti, Music, Santomaso, Vedova. Scopre anche nuovi artisti stranieri, come Kokoschka, Leger, Villon, Zadkine e si accosta ai protagonisti delle neoavanguardie, agli astratti degli anni Cinquanta. Un patrimonio inestimabile, oggi visibile nel Museo che porta il suo nome.
Sempre in provincia di Belluno, inoltre, si trova il Museo di Augusto Murer di Falcade, uno dei maggiori scultori italiani del secolo scorso.
…e la critica d’arte padovana
Se nel bellunese è il collezionismo privato il faro guida dell’offerta museale legata al contemporaneo, nella provincia di Padova sono invece i critici d’arte a far da padroni. A Teolo si trova, infatti, il Museo di Arte Contemporanea intitolato a Dino Formaggio, filosofo e critico d’arte, alle cui donazioni si deve la nascita della stessa collezione del Museo. In linea con una filosofia dell’arte di ispirazione fenomenologica di cui Formaggio fu promotore in Italia, l’originalità della raccolta museale, che conta ormai duecento opere di ottantasette artisti, consiste nel presentare un campione, certamente limitato ma sufficientemente vario, dei notevoli rivolgimenti tecnici e culturali che l’arte ha conosciuto nel XX secolo.
A San Martino di Lupari, invece, ha sede il Museo Umbro Apollonio una delle figure più prestigiose nel campo della critica dell’arte contemporanea, che aveva legato il suo nome all’approfondimento delle poetiche della corrente artistica del Neo–Costruttivismo su cui si incentra la raccolta del Museo, caratteristica che lo fa essere un vero e proprio unicum a livello nazionale.
Rovigo e i maestri dell’arte italiana
Grazie al nuovo e ampliato allestimento della Pinacoteca di Palazzo Roverella, la Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo propone oggi, ai suoi visitatori, un vero e proprio grand tour tra i maestri dell’arte italiana e straniera. Un percorso particolare che vede quasi affiancati i più grandi maestri dell’arte astratta ed informale italiana – Luigi Veronesi, Achille Perilli, Bruno Munari, Lucio del Pezzo, Giulio Turcato, Alberto Biasi, Giuseppe Santomaso, Enrico Catellani, Afro, Carla Accardi, Giosetta Fioroni, Toti Scialoja, Leone Minassian, Concetto Pozzati, Claudio Verna – e i grandi maestri dell’arte veneta e ferrarese del Quattrocento e del Cinquecento, a cui si aggiungono anche alcune opere di pittori tedeschi e fiamminghi.
Su e giù per il Novecento minore
Per chi è interessato alla Storia dell’arte nazionale e locale, la provincia di Treviso offre non poche occasioni. Si va da Vittorio Veneto con la collezione d’arte “Maria Fioretti Paludetti”, collocata nell’elegante Villa Croze a Vittorio Veneto – che conserva opere di significativi artisti trevigiani e veneti del primo Novecento, ma anche di nomi illustri dell’arte italiana che hanno lavorato in regine come De Pisis o Carena -, al Museo del Cenedese, sempre a Vittorio Veneto, che nella sezione dedicata al XX secolo conserva opere che vanno dal Realismo all’Impressionismo veneto di stampo ottocentesco. Molto interessante la collezione “L’immagine della Resistenza” con opere donate dagli autori: Alik Cavaliere, Pericle Fazzini, Nino Franchina, Luciano Minguzzi, Augusto Murer, Aldo Bergonzoni, Mino Maccari, Armando Pizzinato, Treccani, Emilio Vedova. Fino ad Asolo dove il Museo Civico, oltre alle opere del pittore cadorino Guglielmo Talamini, conserva diverse opere di artisti locali.
Per gli amanti della grafica, invece, di sicuro interesse è il Museo Civico Luigi Ballo di Treviso, le cui collezioni documentano l’opera di artisti soprattutto trevigiani e veneti, dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento. Particolarmente importante e completa quella su Arturo Martini, che conta al momento attuale circa centocinquanta opere tra grafica, dipinti, ceramiche e sculture. Il tutto per arrivare al Museo e Parco d’arte Toni Benetton, allestito all’interno di Villa Marignana a Mogliano Veneto. Edificio acquistato dallo scultore veneto per avere uno spazio espositivo vicino al proprio atelier e che oggi conserva le opere più rappresentative dei suoi fondamentali passaggi artistici.
Infine, la Galleria d’Arte Moderna di Conegliano Veneto che, oltre ad essere un interessante spazio espositivo, possiede anche una ricca collezione di opere contemporanee donate nel corso del tempo da molti artisti italiani. Tra queste, sono da ricordare: Il canto sospeso (1996) di Ennio Finzi, Ai margini del territorio (1984) di Giancarlo Ossola, Jesolo (1980) di Alberto Gianquinto, Donna con bambino e gatto (1950) di Arturo Malossi e Paesaggio roccioso (1979) di Anton Zoran Music.
Verona e le collezioni di Palazzo Forti
Riaperta al pubblico il 12 aprile scorso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Forti a Verona, negli ultimi anni si sta caratterizzando per una politica di acquisizioni che punta ad ampliarne l’orizzonte internazionale, con il recente inserimento in collezione di autori quali Vanessa Beecroft, Louise Bourgeois, Virginio Ferrari, Robert Gligorov, Igino Legnaghi, Sol LeWitt, Giulio Paolini, Bernardi Roig, Cindy Sherman, Olga Trobeluts, Italo Zuffi, e molti altri. Nomi che vanno ad affiancarsi a quelli di Fattori, Casorati, Birolli, Hayez, Semeghini, Guidi, Dall’Oca Bianca o Trentini.
Dalla Ceramica alla Collezione Neri Pozza
L’arte contemporanea non conosce confini dal punto di vista dei supporti. Ecco allora che la provincia di Vicenza ci permette di esplorare un ambito molto particolare: quello della ceramica. E questo non solo a Nove, dove ha sede il Museo Civico della Ceramica – che conserva opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo, tra cui il Grande Vaso di Pablo Picasso del 1950 -, ma anche a Bassano del Grappa il Museo Civico conserva, tra le altre cose, un’interessante raccolta di lavori che offrono una panoramica internazionale dell’arte contemporanea nella ceramica degli anni Settanta, tra l’Informale, l’Art Brut e la Nuova Oggettività.
La Pinacoteca Civica Palazzo Chiericati a Vicenza, infine, ci fa scoprire l’occhio del collezionista e artista Neri Pozza, messa insieme a partire dagli anni Cinquanta. Attento al panorama internazionale, nazionale e locale, Neri Pozza seppe scegliere con gusto, varietà e autenticità ed aveva il gusto e l’ambizione delle grandi opere degne di un museo; amava soprattutto guardare ai giovani e scoprirne il talento, spesso prima di molti addetti ai lavori. Per Pozza il collezionismo era una passione grande e segreta, una ricerca che faceva per sé e di sé attraverso le opere dei suoi contemporanei, ma era anche forse un progetto che andava oltre la sua stessa vita e investiva la città tanto amata e il suo museo, che oggi grazie anche a Neri Pozza può vantare il possesso di opere come Natura morta del 1922 di Pio Semeghini, Natura morta con tarocchi del 1926 di De Pisis, Nudo di donna grande del 1930 di Virgilio Guidi, Fiori e ventaglio di Mario Mafai o Cavallini del 1948 di Zoran Music e ancora capolavori di Licini, Vedova o Tancredi.