La Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo è di più di un tradizionale museo veronese. La sua storia porta i segni evidenti del collezionismo di un tempo, firmato Luigi Moscardo letterato del Seicento veronese.
Gli spazi espositivi sono intrisi di un passato ricco e nobiliare, con i pavimenti in legno che scricchiolano al passare dei visitatori e dipinti appesi alle parenti a ricordare l’idea di Wunderkammer, di una vera camera delle meraviglie voluta dal suo fondatore.
Forse per questo passato ambizioso e fantastico, la collezione di oggi si presenta come un vero e proprio scrigno che raccoglie e schiude circa mille oggetti, tesori di natura diversa tutti recentemente catalogati grazie a una campagna di documentazione attiva e continuativa.
Di questa collezione così ricca, naturalmente, non tutto può essere regolarmente esposto, anche per motivi conservativi.
L’intervista di seguito racconta la storia della famiglia di collezionisti arrivati a Verona alla fine del 1300 a seguito dei Visconti come maniscalchi, poi divenuti mercanti e infine nobili. Dalle parole di Giovanna Residori possiamo ascoltare la storia dell’edificio, sede oggi del museo e della collezione, che quasi si potrebbe definire a sua volta un oggetto parte della collezione Maniscalchi Erizzio, perché pensato e realizzato come una vera opera d’arte.
C’è tanto da scoprire tra le sale di questo museo che non fatichiamo a definire domestico, dal momento che fino agli anni Settanta del Novecento era ancora abitato dai proprietari. C’è da imparare di come le collezioni possono trasformarsi e diventare splendidi musei aperti al pubblico, alle scuole a tutti i non addetti appassionati di storia e bellezza.