Artissima ha finalmente riaperto le porte al pubblico dell’arte contemporanea per la sua 28esima edizione, con 155 gallerie provenienti da 37 Paesi e sotto la direzione di Ilaria Bonacossa.
Ritorna in grande stile e con molta qualità la kermesse più attesa d’Italia, dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, in cui c’è stato modo di portare avanti progetti digitali e in presenza, ripensare alcuni format e arricchire il programma con nuovi progetti.
Seguendo un approccio fortemente curatoriale, tratto che contraddistingue Artissima ormai da diversi anni, anche quest’anno la fiera propone un tema: Controtempo, termine mutuato dall’ambito musicale, che vuole sottolineare la capacità delle arti di “battere sugli accenti deboli trasformandoli in punti di forza”.
Ed è proprio questo approccio agguerrito ed entusiasta che caratterizzava la preview di giovedì, che, nonostante il ritmo inizialmente lento, rispecchiava la volontà di ripresa delle gallerie: la debolezza si è trasformata in forza, una ritrovata e rinnovata energia per affrontare di nuovo il mercato.
Le Gallerie
Il pool di gallerie, come già accaduto per altre fiere, lascia trasparire una certa morbidezza nei criteri di selezione. Non è un mistero che anche le fiere abbiano sofferto della crisi economica dovuta alla pandemia e questo ha spinto probabilmete anche Artissima a rivedere i propri parametri di accesso.
Le grandi madrine naturalmente non mancano, ma sono in numero minore. Alcune propongono scelte nuove e spesso valide. Troviamo Konig con uno spettacolare stand tutto dedicato a Claudia Comte; Isabella Bortolozzi con un’interessante installazione di Morag Keil.
Anche Mazzoleni non manca, che espone, tra gli altri, Marinella Senatore, recentemente accolta nella sua scuderia e presentata anche in galleria, con la mostra Marinella Senatore: Make it Shine, una selezione di lavori che percorrono la pluralità di tecniche e linguaggi dell’artista: sculture di luce, installazioni, dipinti, disegni a matita, collage e stendardi.
Mazzoli presenta una nuova serie di giovani artisti americani, attualmente in mostra anche nella sede della galleria a Modena, e P420 un angolo dedicato all’ironia sensuale di Shafei Xia.
Tutte e quattro le sezioni della fiera – Main Section, New Entries, Dialogue/Monologue, Art Spaces & Editions – presentano in generale produzioni nuove e di qualità.
La sezione New Entries in particolar modo colpisce positivamente per il livello delle giovanissime gallerie selezionate, come Wonnerth&Dejaco, con uno stand con lavori di Georg Petermichl e Ellen Schafer che ci mettono a confronto con le tematiche del consumismo, della pubblicità e il loro rapporto con le nostre vite private.
Entrambi gli artisti spiccano per un’estetica pop lucida, accattivante e dai tratti familiari, come nelle fitto delle borsette di plastica di Petermichl.
Molto interessante anche la presentazione di Beatrice Burati Anderson, con uno stand elegante che ospita due maniche da vento di Margherita Morgantin realizzate in collaborazione con Rubelli, un bellissimo esempio di collaborazione tra arte e impresa.
White Noise presenta un enorme portale di Nelson Pernisco che sembra al contempo accogliere e bloccare il visitatore, costringendolo a una visione sublime, decadente, misteriosa. Nicoletti Contemporary di Londra espone un solo show di Julie Béna, che attraverso diversi media affronta tematiche politiche e di genere, passando attraverso storie autobiografiche.
Georg Karl di Vienna, nella sezione Dialogue/Monologue, presenta un ottimo dialogo tra Mark Dion e Camila Sposati, un focus sulla pluralità dei linguaggi della natura. Alberta Pane presenta Marie Lelouche, João Vileña e la new entry Davide Sgambaro, con opere a parete e sculture – seggiole papali, leggii e inginocchiatoi – che accolgono, invitano a sedersi, e al contempo, con la loro scomodità, sfidano l’idea di agio e gerarchia.
Gallleria più presenta i lavori di Gaia Fugazza, Concetto Pozzati e Ivana Spinelli, che ci riporterano ad un’atmosfera ancestrale e tribale, dettata dal ritmo scandito dalla natura e dalle sue fasi. Untitled Projects di Vienna ha uno stand molto raffinato con opere della giovane Melanie Ender, delicati equilibri tra forme di fili di metallo e cemento, sculture sospese, che ragionano sulla loro stessa matericità e che potrebbero non essere ancora giunte a compimento.
In generale i galleristi si sono detti contenti della giornata di preview, con molte richieste e alcune vendite. Segnalano la voglia di rimettersi in gioco anche da parte dei collezionisti, che però nella maggior parte dei casi sono già clienti. Poche conoscenze nuove, per il momento, e soprattutto anche qui come a Basel si sente la mancanza del pubblico d’oltreoceano.
Nonostante la mattinata lenta e alquanto deserta (a quanto pare le colazioni e i private tours alle 10 di mattina non si sono rivelati strategici) il pubblico di collezionisti si è attivato poi nel primo pomeriggio. Si sono dette soddisfatte le gallerie della sezione new entry, con vendite concluse già nella prima metà del pomeriggio.
Progetti Speciali
In fiera, a fare compagnia agli stand, troviamo numerosi i progetti speciali. Hub India – Maximum Minimum, a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, presenta i lavori di gallerie e istituzioni indiane che offrono una veduta d’insieme di un’area geografica fisicamente distante, ma ormai vicina alla nostra sensibilità per la grande varietà di contaminazioni visive e concettuali, che attraversano diverse tematiche come il passato coloniale e le nuove tecnologie.
Hub India si estende anche in città con tre mostre a Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina. La sezione in fiera colpisce immediatamente per la varietà di linguaggi e l’eleganza delle installazioni.
All’Oval c’è poi la mostra “Vitalità del tempo. Le collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo” a cura di Luca Massimo Barbero e l’installazione “Nunca encontaramos a Satoshi” dell’artista Radamés “Juni” Figueroa, vincitore del Premio Illy Present Future: un colorato bar caraibico che vuole essere pista da ballo e punto di incontro informale per il pubblico.
Ci sono poi la presentazione dei vincitori delle due edizioni del Torino Social Impact Art Award e le sezioni curate di Artissima XYZ, sezione digital della fiera, che hanno finalmente anche una manifestazione in carne ed ossa. I 30 artisti partecipanti a Present Future, Back to the Future e Disegni presentano infatti i loro lavori in una mostra che è un pop-up fisico della piattaforma digitale xyz.artissima.art.
Il layout labirintico accompagna il visitatore dentro un piccolo mondo parallelo rispetto alla fiera, un percorso ben curato dove lavori di emergenti dialogano con nomi storici, come il delicatissimo spartito di Sylvano Bussotti.
Interessante la collettiva “Sustainable revolution” dei dieci artisti vincitori di JaguArt The Italian Talent Road Show: Boris Contarin (marina bastianello gallery, venezia), Marco Augusto Basso (Genova presso Pinksummer, Genova), Teresa Gargiulo (Tiziana Di Caro, Napoli), Camilla Gurgone (Monitor, Roma); Francesco Tagliavia (Massimoligreggi, Catania), Stefano Giuri (Frittelli Arte Contemporanea, Firenze), Federica Francesconi (Apalazzo, Brescia), Camilla Riscassi (Enrico Astuni, Bologna).
JuaguArt è un viaggio iniziato quest’estate con l’individuazione di 10 artisti, uno per tappa, e un programma di incontri nelle gallerie madrine e nelle concessionarie Jaguar: un progetto itinerante e in presenza, che ha permesso di mantenere un dialogo vivo con le gallerie e il pubblico, al di là della programmazione digitale. Durante i giorni di fiera il pubblico potrà eleggere il vincitore attaccando uno sticker sulla Jaguar esposta.
NFTs
GLI NFTs sono ormai entrati a far parte del mercato e del discorso critico intorno ai nuovi media nelle pratiche artistiche contemporanee. Non c’è da stupirsi quindi che anche le fiere si stiano muovendo nella direzione di presentare opere digitali certificate e vendute attraverso la blockchain.
Artissima è la prima fiera ad avere una piattaforma dedicata agli NFTs: si chiama Beyond Production e lancia il progetto Surfing NFT, che prevede la selezione di cinque artisti a cui verrà dato un budget, messo a disposizione da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Le opere saranno presentate a febbraio 2022, alle OGR, e quella vincitrice sarà poi acquisita dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Abbiamo chiesto ad alcuni galleristi un parere su questa nuova iniziativa.
In città
Le mostre in città sono numerose. Segnaliamo 6 CHAIRS, un’installazione del giovane Augustas Serapinas (Vilnius, 1990) che abbiamo già avuto modo di conoscere alla Biennale Arte 2019.
Il Salone delle Feste dello storico Hotel Principi di Piemonte viene trasformato in un metaforico campo da gioco, in cui troneggiano altissime sedie che ricordano le sedute dei guardaspiaggia o quelle di arbitraggio del tennis.
Un ambiente in cui è possibile ritirarsi e trovare un punto privilegiato di riflessione e distaccamento, fisico e mentale, dalla realtà. Non ci sono regole, in questo campo da gioco: possiamo osservare il mondo dall’alto e sta a noi decidere se essere giudici severi o clementi.