A Roma il pomeriggio del 3 novembre la fotografia sarà protagonista presso la Minerva Auctions con una nuova asta che vede un ricco catalogo di 229 lotti per i quali, come ogni volta, la casa d’asta ha previsto anche un’esposizione milanese (25 ottobre) che ha permesso ai collezionisti e agli appassionati lombardi di vedere i pezzi dal vivo, mentre a Roma rimarranno in mostra fino al 2 novembre. Il catalogo è costruito per tematiche iconografiche o visive, a discapito di associazioni critiche, artistiche o cronologiche; si possono identificare serie abbastanza ricorrenti nelle aste italiane di fotografia: personaggi famosi della dolce vita romana e del mondo dello spettacolo americano del terzo quarto del secolo scorso, nudi femminili, reportage su popolazioni esotiche o sulle figure della campagna romana, architetture e paesaggi urbani, fabbriche. I nomi degli autori italiani presenti sono anch’essi molto frequenti e potremmo dire immancabili nelle aste nel nostro paese: Ghirri, Basilico, Fontana, Giacomelli, Berengo Gardin. Diversamente da altre aste è, invece, molto ristretta l’offerta di fotografie ottocentesche o primo Novecento, poche albumine per lo più di Van Gloeden e alcune dei Bragaglia; nessuna tecnica più antica.
Tra le varie proposte in catalogo apprezzo particolarmente la presenza della scuola tedesca, in particolare dei coniugi Becher con il lotto 6 – Forderturme (Winding Towers) del 2006, stima € 5500-7000 – un’opera che rispecchia il nucleo forte della loro ricerca e le cui dimensioni (cm 90×113) permettono appieno di apprezzarla. Continuando a sfogliare trovo interessante il lotto 14 di Veronesi (Fotogramma, 1933-1940 – stampate nel 1974, € 3000-5000), una cartella di 12 opere tutte firmate, datate e numerate 17/30 con provenienza certa da una galleria romana.
Nell’estesa carrellata di ritratti o “paparazzate” di personaggi mondani sia italiani che stranieri trovo che abbia un peso particolare il lotto 41 di Weegee (The Critic, 1943; € 4000-6000), non solo per la notorietà dell’autore e di questa specifica foto, presente in numerosissimi libri di testo di argomento fotografico, ma anche per il peso sempre maggiore che sta avendo la street photography nel panorama contemporaneo e di cui Weegee è di certo l’inventore.
Sempre per quanto riguarda il panorama artistico americano mi incuriosisce l’alta valutazione del lotto 48 di Meisel (The Crying Game, Jaye Davidson 1992; € 8000-10000); mentre trovo delicata e struggente l’immagine del lotto 62 di Claxton (Chet Baker and Lili, Hollywood, 1955; € 2500-3000), stampa vintage quadrata firmata e numerata, in soli 24 pezzi.
I lotti dal 67 al 70, due Franco Fontana (lotto 67: Trapani 2007, € 900-1300; lotto 69: Asfalto Londra 1995, € 3000-4000) e due Luigi Ghirri (lotto 68 Modena, dalla serie “still life” 1975, € 2800-3200; lotto 70 Emilia Romagna, dalla serie “Paesaggio Italiano” 1988, € 4500-6000), non solo sono interessanti in quanto identificativi dei due autori e per il contesto fotografico italiano, ma anche perché ci permettono di percepire in un’unica pagina come l’accuratezza di informazioni sullo status di opere firmate, datate con tirature limitate e con certificato d’autenticità giustifichi a ragione quotazioni importanti come per i lotti 68-70; mentre il lotto 67, seppur firmato e datato a fronte di una tiratura molto alta, 100 pezzi, ottiene una valutazione piuttosto bassa.
In quest’asta, rispetto alle precedenti, ho notato una maggior presenza di stampe vintage, originali, firmate, con tirature contenute o comunque corredate di autentiche ufficiali che sicuramente aiutano a mantenere alte le stime e che infondono negli acquirenti più fiducia nel proprio investimento.
In linea con la qualità più alta delle opere presentate il lotto 75 di Crewdson (Untitled – House in the road, 2002; € 18.000-20.000), giustamente usato come copertina, vanta un pedigree di tutto rispetto: opera 1/10 con una “sorella” presente nella collezione permanente del Museo d’arte di Orlando, Florida. Un’opera d’impatto, grande di dimensioni (cm 120,6×151), ricca di contenuti evocativi e di denuncia, sottilmente inquietante ma nel complesso piacevole e intrigante. Di opere come questa vorremmo scrivere più spesso, di questi testi figurativi che individuano e identificano un sentire più contemporaneo superando così un gusto passatista che si basa su vecchie glorie o vecchi cliché di cose che “devono” piacere. Speriamo inizino ad affluire più copiose nel mercato italiano elementi del genere e intanto aspettiamo il verdetto inappellabile del martelletto in sala.