Si è appena conclusa a New York una Giga Week di aste, con un valore totale stimato di 1,25 miliardi di dollari di opere d’arte offerte.
I volumi e le stime medie di questa stagione sono stati complessivamente inferiori,confermando un cambio di ritmo, sia per un l’indebolimento del mercato che per il numero inferiore di collezioni importanti in asta, rispetto agli anni precedenti, come poi di Top Lots.
Questo clima ha costretto però anche le case d’asta a ripensare le strategie, in modo più o meno riuscito questa settimana. Come ha commentato Alex Glauber, presidente dell’Association of Professional Art Advisors. “Se non possono mostrare forza, possono almeno dimostrare che il mercato è sano e funzionale“.
Il risultato è stato alla fine con un aumento sul fatturato totale realizzato dalle singole case d’asta, rispetto all’anno precedente.
In queste aste si è fatto anche sempre più chiaro anche il cambio generazionale , anche se il gusto sembra definirsi solo ora: mantengono il proprio valore o crescono solo alcuni nomi dell’ultra contemporaneo che hanno nutrito le quotazioni crescenti con cv, mentre hanno deluso le aspettative nomi blue chip o da museo come nel caso di Frank Stella, Brice Marden o lo stesso Condo, che vede prezzi decisamente inferiori in questa tornata.
In generale anche una star degli ultimi anni in asta come Basquiat ha incontrato questo maggio quotazioni perlopiù entro stima, o appena alla stima minima.
Dominano piuttosto anche questo Maggio a New York le artiste donne fra astrazione e surrealismo, e il fascino di artisti storici del Latino America.
Ma andiamo con ordine.
Ad aprire la tornata quest’anno è stata Sotheby’s con la The Now e Contemporary Evening Sale che insieme nella serata di Lunedì 13 Maggio hanno fruttato 267,3 milioni di dollari, per un totale che rientra perfettamente nelle stime pre-vendita, comprese tra 241,8 e 350,4 milioni di dollari – comunque un 25% in più rispetto ai $175.9m ($204.7m with fees) dell’anno precedente.
L’asta è iniziata in modo promettente con 6 minuti di bid dietro all’opera di Justin Caguiat The Saint Is Never Busy (2019), alla fine battuta per 860,000 USD ( con diritti 1.1 milioni) da una stima iniziale di 300,000 USD.
Bene anche Lucy Bull con 6 minuti 10 di gara, che ha segnato un altro grande record per l’artista di 1.8 Milioni, superando la stima decisamente prudente di 700.000 dollari.
Da questo lotto in poi, sia l’asta “The Now” che quella del contemporaneo hanno avuto un andamento altalenante, con alcune vere delusioni per la casa d’asta. Tra queste, l’invenduto dell’opera di Jeffrey Gibson, nonostante sia l’artista del padiglione USA alla Biennale di quest’anno.
Un’altra delusione è stata l’opera di Kerry James Marshall, per la quale le aspettative erano alte, dato che un altro quadro simile della serie “Vignettes” è stato venduto nel 2019 per 18,5 milioni di dollari da Sotheby’s, diventando il suo secondo dipinto più costoso in asta. Nonostante l’opera fosse garantita, è stata battuta a 6,5 milioni di dollari, 500.000 dollari al di sotto della stima minima di 7 milioni di dollari.
Sotto le aspettative anche opera di Richard Diebenkorn, Ocean Park #126 (1984), invenduta a $14.8 millioni (stima $18m – $25m).
A deludere sono stati però soprattutto gli assoluti top lot della serata, come Portrait of George Dyer Crouching (1966) di Francis Bacon aggiudicato a 24,5 milioni di dollari (27,7 milioni con le commissioni) sotto la stima minima di 30 milioni di dollari e la splendida Concetto spaziale, La fine di Dio (1964), di Lucio Fontana, battuta per $19.7m ($23m con diritti), appena sopra la stima minima di $20 milioni.
Sono andate bene e sopra la stima almeno due delle 4 opere di Joan Mitchell provenienti dalla collezione di Greg Renker: Untitled (1973 circa) è stato battuto a 2 milioni di dollari (2,4 milioni di dollari con le spese), il 33% in più rispetto all’obiettivo massimo di 1,5 milioni di dollari, mentre Noon (1969 circa) è andato per 20,5 milioni di dollari (22,6 milioni di dollari), appena sopra la stima di 20 milioni di dollari.
Il terzo è invece stato aggiudicato entro la stima di 8,5 milioni (10,1m con le commissioni) mentre il dittico Ground del 1989, è stato battuto a 8,5 milioni, ben sotto i 12-18m previsti.
Il giorno seguente è stato invece il turno di Phillips alle ore 17, che ha chiuso la evening sale con un totale di $72.3 milioni, raggiunti anche grazie alla vendita di uno de lotti con la stima più alta della settimana, Jean-Michel Basquiat Untitled (ELMAR), che ha realizzato $46.5 milioni – entro stima, sebbene abbia fallito a raggiungere l’ambiziosa aspettativa massima di 60 milioni di dollari che alcuni attendevano.
Un altro Basquiat a seguire Untitled (Portrait of Famous Ballplayer), 1981, è stato aggiudicato invece per $7,892,500, come secondo top lot della serata. Entrambe le opere provengono dalla collezione dell’antropologo Francesco Pellizzi che acquistò i dipinti da Annina Nosei, il primo per 14.000 dollari, e il secondo per 12.000 dollari.
Bene anche qui per le donne dell’astrazione, con Helen Frankenthaler con Acres (1959)arrivato a ben $3.7 milioni ( il prezzo più alto per un’opera degli anni 1950) e dalla stessa collezione anche un’opera di Grace Hartigan che inizia a trovare finalmente il suo riconoscimento alla pari di altre dello stesso gruppo, con Montauk Highway aggiudicato per $900,000, il terzo prezzo più alto per l’artista finora.
Dinamico e ottimi risultati anche qui invece per l’ultra contemporaneo, con Numbers (2018) di Derek Fordjour, venduto a un offerente online in Grecia per 700.000 dollari (889.000 dollari con diritti) e l’enorme tela colorata Freedom don’t come for free (2021) di Michaela Yearwood-Dan che dopo alcuni minuti attivi di bidding ha raggiunto la stima massima di 300.000 dollari (con diritti 381.000 dollari) grazie ad un compratore in Turchia.
Un altro dei top lot della serata,ma coperto da garanzia di terzi, è stato Vendetta (1979) di Barkley L. Hendricks, venduto per 2,6 milioni di dollari (3,2 milioni di dollari con le commissioni) contro una stima di 2,5-3,5 milioni.
Nonostante la recente morte, non è andata bene invece l’opera di Frank Stella, Lettre sur les sourds et muets II, che è andata invenduta dopo che il bidding si è fermato a 3.8 milioni di dollari.
Invenduta anche l’opera di Robert Mangold, nonostante il presunto sold out a Frieze New York da Pace, come poi anche un Nudo di Pierre Bonnard, che forse è stato dato in mandato non alla casa d’asta giusta, considerato l’orientamento di Phillips più sul contemporaneo.
Difficoltoso anche il bidding per raggiungere il milione per “Anxious Red Painting September 24th, 2020” di Rashid Johnson, nonostante opere della stessa serie fossero tra le più richieste per anni con prezzi simili nel mercato primario. Sorprendentemente, anche l’opera di María Berrío è rimasta invenduta, nonostante negli ultimi anni sia stata uno dei nomi più acclamati all’asta, con rialzi forse eccessivi e non sostenibili.
Risultato entro stima anche per Salvo, nonostante la recente riscoperta internazionale e richiesta soprattutto in Asia: Maggio (2006) è stato battuto per 380,000 dollari, con diritti 482,000 dollari, mentre nella day sale Al mattino del 2004 è andato per $254,000 finale.
Ha raggiunto invece 1.08 milioni Pour (2022), un’astrazione violacea di Jadé Fadojutimi, arrivata da Phillips solo due anni dopo essere stata acquistata dal mittente dalla Pippy Houldsworth Gallery di Londra, superando la stima di 600.000 dollari e dimostrando come alcuni rialzi siano ancora difendibili e sostenibili, nell’ultra contemporaneo.
La serata è proseguita poi dalle 19:00 con Christie’s Evening Sale. L’attacco informatico che ha avuto luogo sul sito web ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei dati personali in queste case d’aste dalla lunga tradizione, che negli ultimi tre anni hanno iniziato a concentrarsi sul digitale, esponendo al mondo online transazioni da milioni di dollari.
Questo pare non aver comunque influenzato i risultati: la serata è iniziata con l’attesa De La Cruz collection in testa che ha realizzato 34,363,300 dollari totali, portando varie soddisfazioni con un 100% di venduto.
Fra queste, il record battuto per Ana Mendieta al primo lotto, Silueta Works in Mexico, 1973-1977 per 277.200 dollari – superando il record di 203.898 dollari stabilito nel 2008. Tale record è stato nuovamente superato quando Untitled (Serie mujer de arena / Sandwoman Series) ha realizzato 567.025 dollari.
L’altro top lot ha segnato un altro record per Felix Gonzalez-Torres: la sua iconica scultura di corde luminose “Untitled” (America #3) ha raggiunto i 13.635.000 dollari, aggiudicata al Pola Museum of Art di Hakone, Prefettura di Kanagawa, Giappone.
Sia per Mendieta che per Gonzalez-Torres, la De La Cruz Collection possiede il maggior numero di opere, con una selezione di alta qualità. Tuttavia, per non influenzare negativamente il mercato con l’immissione di troppe opere dello stesso artista nello stesso momento, sarà necessario distribuire strategicamente queste opere tra questa e le aste successive.
Julian Ehrlich, responsabile della vendita per la Rosa de la Cruz Collection Evening Sale, ha commentato: “Rosa de la Cruz è stata una mecenate visionaria che ha dato un’impronta coraggiosa al collezionismo contemporaneo a livello globale…Rosa ha acquistato i migliori esemplari di artisti che hanno fatto progredire l’arte contemporanea nel XXI secolo e i collezionisti hanno colto l’attimo questa sera. La vendita ha creato un forte precedente. Siamo lieti di offrire la collezione di Rosa nel corso dell’anno, a partire dalla vendita di venerdì“.
A seguire, la 21st Century Evening Sale ha chiuso con un totale di 80.258.980 dollari, con una vendita del 94% per lotto e del 90% per valore.
Top lot della serata è stato The Italian Version of Popeye has no Pork his Diet di Jean-Michel Basquiat, venduto per 32.035.000 dollari.
Nuovi record sono stati stabiliti qui anche per Martin Wong, il cui Ritratto di Mikey Piñero a Ridge Street e Stanton è stato venduto per 1.623.000 dollari e per per Diane Arbus, la cui iconica foto Identical Twins (Cathleen and Colleen), Roselle, New Jersey, 1966 è stata venduta per $1,197,000.
Le serate del Mercoledì 15 e Giovedì 16 sono state dedicate invece al 20 secolo.
Per prima l’asta di Sotheby’s, che ha chiuso con un fatturato totale di $198.1 milioni e 96% di venduto, anche se soprattutto grazie garanzie di terzi e della casa d’asta.
Assoluta star della serata è stato l’affascinante dipinto surrealista Les Distractions de Dagobert(1945) di Leonora Carrington, aggiudicato per $28.5 milioni al collezionista argentino Eduardo Costantini, dopo 10 minuti di bidding agguerrito tra sala e telefono. L’opera è tornata in asta dopo 30 anni da quando Costantini abbandonò il bid – pentendosene da allora, questa volta il collezionista ha voluto combattere fino alla fine per quello che ha descritto come “ Uno dei dipinti più ammirati nella storia del surrealismo, è un capolavoro unico dell’arte latino americana”.
L’opera, ispirata dal giardino delle delizie di Bosch, verrà esposta al Museo dell’arte Latinoamericana di Buenos Aires, fondato dallo stesso Constantini nel 2021, ed è stata già richiesta per due mostre previste per il 2025: “Leonora Carrington: Dream Weaver” al Rose Art Museum della Brandeis University, alle porte di Boston, e “Surrealism” al Philadelphia Museum of Art.
La Modern Evening auction è però in realtà iniziata subito bene, con l’olio e incisione di László Moholy-Nagy per R1, Space Modulator, Scene from My Lightplay (1942), battuto per 1,8 milioni di dollari (2,2 milioni di dollari con le commissioni), raddoppiando la stima iniziale.
Poco dopo, un ampio mobile Blue Moon (1962) di Alexander Calder che troneggiava nella affollata sala ha superato la stima di 12,2 milioni di dollari, raggiungendo i 14,4 milioni di dollari con i diritti.
Bene anche per altri nomi dell’arte Latino americana, con un Remedios Varos battuto per 3,4 milioni di dollari, e per un altro nome al femminile del surrealismo riscoperto di recente come Leonor Fini, battuto per 250,00.
Passando invece all’impressionismo, gli iconici pagliai di Monet, Meules à Giverny (1893) è stato aggiudicato dopo una prolungata guerra di offerte a 30 milioni di dollari (34,8 milioni di dollari con le commissioni), con il vincitore al telefono gestito da Jen Hua, il vicepresidente di Sotheby’s Asia. L’opera era comunque garantita da Sotheby’s e portava un irrevocable bid, nonché una stima non pubblicata “superiore a” 30 milioni di dollari, quindi praticamente quanto raggiunto alla fine con una strategia sicura.
Rara apparizione in asta per Édouard Manet, con Vase de fleurs, roses et lilas del 1882, che ha realizzato 8,5 milioni di dollari (10,1 milioni di dollari con diritti) entro stima, anche in questo caso, sostenute da Sotheby’s e da una IB.
A chiudere la settimana è stata Christie’s, con una 20th century evening gestita in maniera strategica, come ha provato il lungo elenco di 15/20 lotti elencati apertamente all’inizio come con “interesse finanziario” da parte della casa d’asta,accolti al termine da una risata comune in sala a cui il banditore Adrien Meyer ha risposto “Non preoccupatevi, è un buon segno”, con un sopracciglio alzato e un sorriso ironico.
Di fatto per gran parte dell’asta il tutto è sembrato attentamente programmato e orchestrato, nonostante Christie’s l’abbia accompagnata ad una trasparenza totale, con riprese ravvicinate anche più del solito per gli specialisti al telefono, e una strana telecamera appena dietro Meyer a catturare ogni movimento di martello..
Il risultato sono stati 413,3 milioni di dollari, con il 95% di venduto, portando il totale della settimana a 527,9 milioni di dollari e 15 delle 58 opere offerte che hanno raggiunto prezzi superiori ai 10 milioni di dollari.
Fra i protagonisti della serata due composizioni floreali, fra le più costose: la prima è stata Flowers di Andy Warhol del 1964, che ha realizzato 35,5 milioni di dollari dopo quasi cinque minuti animati da un controbattere di offerte, e Red Poppy di Georgia O’Keeffe, la cui stima di $10–15 milioni è stata raggiunta solo dopo 15 secondi di offerte che l’hanno portato a chiudere a $16.5 milioni con diritti.
Tra gli altri lotti principali, Coin de jardin avec papillons di Vincent Van Gogh che ha realizzato 33.2 milioni (nuovo record per opere del periodo) ,e la scultura Femme Leoni di Alberto Giacometti, che ha realizzato 22,3 milioni di dollari.
Bene anche il vivace ma minimale A Lawn Being Sprinkled di David Hockney, che ha raggiunto 28,6 milioni di dollari, proveniente dalla collezione del visionario produttore televisivo Norman Lear.
Sempre dalla stessa collezione lo spettacolare Ed Ruscha, Truth è stato battuto a 12.5 milioni da una stima di 7-10 milioni.
Aggiudicata al telefono da Mariolina Bassetti pe 1.9 milioni di martello la mappa di Boetti del 1979, appena sopra la stima minima di 2 milioni, solo una volta aggiunti i diritti.
Per l’impressionismo il capolavoro Moulin de Limetz di Monet ha realizzato oltre 21,6 milioni di dollari, venduto dal Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City e dagli eredi di Ethel B. Atha.
Un’altra opera di Monet è stata aggiudicata invece da Giovanna Bertazzoni per 12.5 milioni. È stato aggiudicato invece sotto stima minima Femme au chapeau assise di Pablo Picasso, battuto per $17 milioni ($19.9 con diritti) contro una stima di $20 milioni to $30 milioni.
Alla fine in tutta la serata solo tre lotti sono stati hanno fallito dolorosamente a raggiungere le aspettative e sono andati invenduti, come nel caso della scultura pietra Untitled (1980) di Isamu Noguchi, Ocean Park #12 (1968) di Richard Diebenkorn e lo splendido Crow Hill (1966) di Joan Mitchell.
Ha chiuso la serata un’opera di Joseph Cornell, Untitled (Medici Prince Variant) del 1952 stimata da 700.000 a 1 milione di dollari che è stata invece offerta nuovamente a fine asta e battuta per 350.000-403.200 dollari con le commissioni, dopo aver fallito in un primo momento a raggiungere la riserva.
L’asta serale di Christie’s è stata forse l’esempio più chiaro di come le case d’asta siano riuscite a salvare più o meno anche questa stagione, senza fuochi d’artificio ma per lo più coprendo con successo il proprio ruolo di intermediari, applicando le giuste strategie per far incontrare il più possibile domanda e offerta dentro stima, in un mercato sia molto più cauto nei prezzi, e meno dinamico e men liquido di come eravamo ci si era abituati abituati.