Dopo quelle di Art-Rite e Fidesarte, tocca alle aste di Arte Moderna e Contemporanea in programma da Martini Studio d’Arte (29-30/09) e Cambi (29/09) a finire sotto la nostra lente. Ma vediamo insieme quali sono i lotti più interessanti delle due selezioni.
Baj e Arp guidano l’asta Martini
Sono 230 i lotti che Martini Studio d’Arte batterà nelle due sessioni del 29 e 30 settembre, entrambe fissate per le ore 17.00. Gli esperti della casa d’aste bresciana hanno messo insieme una buona selezione dove spiccano alcuni lotti di assoluto pregio.
Tra i primi ad attirare la nostra attenzione il n. 53: una tecnica mista di Pinot Gallizio del 1962, valutata 25-35.000 euro. Poco dopo abbiamo, invece, un bel lavoro del periodo nucleare di Enrico Baj, 03 02 149, realizzato nel 1957, anno in cui l’artista promuove, assieme a Sergio Dangelo (anche lui in catalogo con due lavori) il Manifesto Contro lo Stile, che segna il passo fondamentale di una nuova generazione di artisti che vuole uscire dalla retorica dell’informale. L’opera è stimata 30-40.000 euro.
Sempre dello stesso anno anche il lavoro di un altro dei “nucleari” inseriti in catalogo: Roberto Crippa di cui Martini propone un sughero (lotto 55, stima: 20-25.000 euro).
Tre lotti dopo ci imbattiamo, invece, in un bel lavoro di Bice Lazzari (lotto 58, stima: 30-40.000 euro) che credo meriti attenzione. Qua e là qualche bella carta a cui suggerisco di dare un’occhiata, specialmente se si sta cercando qualche lavoro raffinato, ma a cifre contenute.
Più intensa la seconda sessione (30 settembre), che si apre subito con opere di un certo pregio, come la scultura in legno di Hans Arp, Costellation (1951), proposta al lotto 114 con una stima di 70-80.000 euro. E molto bella e delicata è anche Sintesi di Paolo Icaro, scultura in rete e gesso realizzata nel 1989 e valutata 14-16.000 euro.
Alcuni lavoro di Alighiero Boetti, molti dei quali su carta, precedono un’opera di Irma Blank, anche in questo caso una carta, datata 1975: Trascrizioni (lotto 131, stima: 8-10.000 euro).
Mentre al lotto 138 troviamo Cambiamo Pelle: 8 fotografie su tela emulsionata di Giorgio Ciam, artista “recentemente” riscoperto in occasione di una bella mostra curata da Elena Re ed esposta nella sede milanese di Sotheby’s nel 2015.
Si arriva così a Trittico, lavoro del 1970 di Claudio Verna forse non dei più belli, ma dal curriculum eccellente e che vanta, tra le altre, anche l’esposizione alla XXXV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia proprio nel 1970.
Cambi batte la Collezione Borroni
Apertura di stagione con una preziosa sigle owner auction per Cambi che, dopo l’assaggio estivo, il 29 settembre dalle ore 16.00 metterà all’incanto un ampio nucleo di opere provenienti dalla collezione Borroni che la casa d’aste genovese ha avuto l’incarico di alienare.
Messa insieme da Eugenio Borroni, imprenditore ma anche grandissimo amante dell’arte, a partire dal 2004, dopo anni dedicati ai grandi maestri del Post-War italiano, la collezione (ri)nasce dall’intima urgenza di orientarsi verso l’arte che il collezionista sentiva a sé più vicina, ossia la sperimentazione delle nuove leve artistiche che l’Italia aveva da offrire.
Un racconto artistico, quello della Collezione Borroni, che inizia con gli anni ’80 e i lavori di quegli artisti attivi nei quartieri popolari di Roma e ora noti come il gruppo di San Lorenzo. Da questo primo nucleo nascerà quella che forse è oggi la più vasta collezione privata di giovane arte figurativa italiana che sia mai stata realizzata.
Una selezione che è stata interamente concepita senza mai pensare alle mode o ad un proprio tornaconto economico, ma solo seguendo una personale idea del bello, guidata da un unico filo conduttore: la libertà.
Fatta questa doverosa premessa, sfogliando il catalogo dell’asta Cambi del prossimo 29 settembre, salta all’occhio, tra i tanti in vendita, un lavoro di Bruno Ceccobelli: Pasto Generale del 1986, anno in cui il membro della Scuola di Via degli Ausoni espone, per la seconda volta, alla Biennale di Venezia, nella sezione “Arte e alchimia”, curata da Arturo Schwarz, oltre a prendere parte alla Biennale di Sidney e alla Quadriennale di Roma.
Molto bella, sempre di Ceccobelli, è anche la Prova dei due fuochi (1989) proposta al lotto 62 con una valutazione di 3-4.000 euro.
Rimanendo sull’importante nucleo di opere appartenenti alla Scuola Romana di Via Degli Ausoni, si segnalano alcuni bei lavori di Marco Tirelli – tra i quali spicca il Senza titolo datato 1986 al lotto 63 (stima: 5-7.000 euro) – e di Pietro Pizzi Cannella, come il Senza titolo del 1987 in asta al lotto 56 (stima: 8-12.000 euro).
Molto interessanti anche le opere appartenenti alla sezione della collezione denominata Giovane Arte Italiana, dove incontriamo quegli artisti apparsi sulla scena a partire dagli anni Novanta e che, pur producendo opere e mostre interessanti e per molti versi anticipatrici delle tendenze attuali, non creano più alcun movimento o scuola, tanto da non essere collegati fra di loro se non per grandi settori, come ad esempio la Nuova Figurazione, l’Astrattismo, il Neopop, ecc.
Tra questi attirano l’attenzione opere come Marziani, lavoro del 2000 a firma di Cristiano Pinaldi (lotto 54, stima: 8-12.000); il Trittico del Nervoso (1995) di Daniele Galliano, che troviamo al lotto 52 con una stima di 4-6.000 euro, o il Senza Titolo di Paolo Schmidlin al lotto 58: una terracotta dipinta del 1994 valutata 2-3.000 euro. Opere che ci accompagnano all’interno della cosiddetta Scuola Mediale.
Teorizzata in un fondamentale libro da Gabriele Perretta, la Scuola Mediale mira, attraverso l’appropriazione e l’uso dei linguaggi mass mediali (cinema, televisione, fumetto ecc..) a farci riflettere sulla manipolazione e falsificazione della realtà che questi operano quotidianamente.
Tra gli esponenti di spicco di questa Scuola, Pierluigi Pusole, ma per motivi di Copyright le sue opere non sono visibili nel catalogo. Uno stimolo in più, magari, per andare a vedere l’esposizione dei lotti allestita, dal 14 settembre, nella sede milanese di Cambi in via San Marco 22.