Mentre già fervono i preparativi per le aste di maggio, gli ultimi giorni di questo mese ci riservano ancora un paio di appuntamenti interessanti con l’arte moderna e contempornaea, a cui dedichiamo la “Lettura catalogo” di oggi: Fidesarte (22-23/04) e Ambrosiana (27/04).
Hans Hartung inaugura la stagione di Fidesarte
Fidesarte inaugura il suo 2021 con un catalogo di arte moderna e contemporanea di 306 lotti suddivisi in due sessioni: 22 e 23 aprile ore 17.30, la più interessante delle quali è certamente la prima.
Fin dai primi lotti che passeranno sotto il martello questo giovedì, infatti, la nostra attenzione è attratta da due delicate carte a firma, la prima, di Fausto Melotti (lotto 11, stima: 2500-3.000 euro) e di Osvaldo Licini la seconda: un’Amalassunta del 1948-50 valutata 6-7.000 euro e proveniente dalla collezione di Caterina Celi Hellstrom (lotto 12).
Come in molti dei cataloghi analizzati in questi mesi, anche in quello di Fidesarte la “carta” è protagonista. Tra le pagine di scorgono così lavori su questo medium a firma di Hsiao Chin (lotti 13-14), Manlio Rho (lotto 18), Giuseppe Santomaso (lotto 22, 35, 38) o Emilio Scanavino (lotto 25) – giusto per citare alcuni dei nomi più noti e apprezzati dal collezionismo -, che potrebbero andare ad arricchire qualche collezione dove questi artisti sono già presenti o rappresentare un gustoso invito al collezionismo per chi si avvicina adesso a questa pratica.
Passate alcune apprezzabili opere di Gualtiero Nativi, Mauro Reggiani e Gianni Dova, la selezione si apre alla fotografia con alucuni scatti di Nobuyoshi Araki – tratti dalla sua serie dei Bondage (lotti 42-45) – seguiti da lavori di Paolo Gioli e da un bel trittico di Michele Zaza: Cielo segreto del 1980 (lotto 48, stima: 7-8.000 euro)
Interessante il Senza titolo di Valentino Vago del 1967 che troviamo al lotto 82 e che ben rappresenta il nuovo e solido percorso di ricerca che l’artista milanese inaugura proprio alla metà degli anni Sessanta con i suoi primi Orizzonti. Il lavoro proposto in asta da Fidesarte è valutato 5-6000 euro.
Al lotto 98 ci imbattiamo, invece, in una delle opere più preziose di questa prima sessione: Douce assurance, olio su tela del 1956 di Alberto Magnelli (stima: 45-50.000 euro). Seguono i delicati Cahiers d’art (1973) di Giulio Paolini (lotto 99, stima: 35-45.000 euro).
Nella parte dedicata all’arte cinetica e programmata, tra i tanti lavori presenti mi piace segnalare Sequenza Parallela A + diagonale (1980) di Annamaria Gelmi, artista molto interessante, ma ancora poco conosciuta e di cui abbiamo già avuto modo di scrivere in questi anni.
Quasi in chiusura di sessione, troviamo un lavoro degli anni Ottanta di Emilio Vedova, Oltre (1987), realizzato su carta intelata (lotto 150, stima: 40-45.000 euro), che ci conduce al top lot di Hans Hartung: P 1973 – A68 (1973), proposto al lotto 151 con una stima di 60-70.000 euro.
Ma se questo è il lotto di maggior valore, non sono da trascurare i lavori di Enrico Baj (Testa, 1961), A.R. Penck e Sam Francis che accendono il finale di questa prima sessione.
Meno vibrante la seconda parte che sarà battuta venerdì, dove spiccano un Paesaggio del 1931 realizzato ad olio su tela riportata su cartone da Atanasio Soldati (lotto 216, stima. 12-13.000 euro), una bella carta di Carlo Carrà del 1945, Madre con bambino (lotto 219, stima: 4-5000 euro) e una scultura di Giuseppe Spagnulo del 1989 (lotto 223, stima. 20-22.000 euro).
In chiusura si segnalano anche alcune belle carte di Afro, Enrico Castellani e Alberto Burri – tra i quali un Cretto nero del 1971 ad acquaforte | acquatinta (lotto 302, stima: 7-8.000 euro).
Ambrosiana: 200 lotti da studiare con attenzione
Dopo Fidesarte, il 27 aprile alle ore 16 sarà il turno di Ambrosiana. La casa d’aste milanese inaugura la sua stagione con una selezione di 200 lotti che fin dalle prime battute si preannuncia abbastanza gustosa.
Al lotto 3, ad esempio, incontriamo Città di Torino, intervento a pastello su carta topografica di Alighiero Boetti che realizza questo lavoro nel 1968, in occasione della mostra alla Galleria De Foscherari di Bologna, segnando sulla mappa di Torino gli indirizzi delle abitazioni dei suoi amici artisti (stima: 10-15.000 euro).
Passata una parentesi dedicata a Gianni Bertini e Roberto Crippa, il catalogo Ambrosiana propone lavori di Giulio D’Anna, Fortunato Depero, Emilio Scanavino, Salvo per poi tornare a Boetti con un arazzetto del 1987 la cui frase, Attirare l’attenzione, e oggi più che mai attuale (lotto 28, stima: 28-38.000 euro).
Si arriva così al lotto 29, dove troviamo Strange Contract, opera del 2003 a firma di Donald Baechler esponente di quella che è stata la scena artistica dell’East Village degli anni Ottanta. Esposto anche al Mart di Rovereto in occasione della mostra Magnifica Ossessione, questo acrilico è valutato 55-65.000 euro.
Passati alcuni lavori pregevoli di Luca Pignatelli e, ancora, di Valerio Adami, al lotto 36 (stima: 55-65.000) l’asta propone un olio di Renato Guttuso del 1966: Donna con calza bianca (omaggio a Courbet).
Dal ricco curriculum espositivo e bibliografico, questo lavoro, come spiega Enrico Cripolti, «fa parte del ciclo “Autobiografico” che l’artista realizza tra la primavera e l’estate del 1966 comprendente trentasei dipinti quasi tutti di grande formato e sessantadue tra disegni e acquarelli, destinati alla mostra di Darmstadt del 1967, al museo di belle arti di Anversa del 1968, all’Accademia di Belle Arti di Amburgo e al Palazzo dei Diamanti di Ferrara».
Tra questi anche alcuni “omaggi” ad artisti del passato e contemporanei che – dice lo stesso Guttuso – sono diventati “fatti” della sua vita. Quello proposto in vendita è proprio uno di questi.
Come in un racconto ciclico, ecco tornare Giulio D’Anna e Fortunato Depero, questa volta con due lotti ben più preziosi. Di Depero, in particolare, viene proposto l’olio Il limone. Messina (lotto 39, stima: 25-30.000 euro), immagine originariamente concepita come copertina della rivista della Camera Agrumaria di Messina, “Il Limone”, per l’annata 1926 ed anche per le locandine pubblicitarie. Il dipinto in asta da Ambrosiana fu realizzato, nello specifico, a scopi espositivi fieristici dove fu saltuariamente usato negli stand della Camera Agrumaria.
Ecco che il catalogo di scalda, proponendo lavori come La pietà degli impulsi (1990) di Gianfranco Baruchello (lotto 41, stima: 10-12.00 euro); Forse il Perugino (1991) di Emilio Isgrò (lotto 42, stima: 14-18.000 euro) e, ancora, Rodolfo Aricò, Salvatore Emblema, Mario Schifano – presente al lotto 46 con un Paesaggio Anemico del 1973-74 – e Emilio Vedova.
Si procede, così, a ritmo battente con lavori di Jiri Kolar, David Ostrowski e Giorgio Griffa fino ad arrivare a due bellissimi lotti di Gianni Dova: Due figure (1962) e Corrida in Messico (1963). Tele che appartengono agli anni della sua sala alla Biennale di Venezia, ma anche a quelli in cui nelle sue opere lo spazio si espande, l’atmosfera si fa sempre più luminosa e i personaggi diventano più accoglienti e gioiosi: si avverte un rapporto più armonioso tra uomo e mondo.
Poco dopo abbiamo, invece, un raro lavoro di Bruno Munari del 1975 valutato 24-32.000 euro: Colori della curva di Peano, uno dei massimi esempi della riflessione di Munari sul quadrato, in perfetto equilibrio tra il rigore scientifico e lo spirito artistico, inserendo nella rappresentazione geometrica del teorema del matemantico piemontese, Giuseppe Peano, l’elemento del colore.
Passata la metà la proposta perde un po’ di mordente e si procede tra lavori di tono minore e qualche chicca che, comunque, continua ad illuminare questo catalogo che merita attenzione. In particolare in chiusura si fanno notare alcuni cartoni di Paolo Masi e un lavoro storico di Poesia Visiva a firma di Lucia Marcucci: Poeta in del 1965 (lotto 136, stima: 2-3.000 euro).