Laureata in Storia dell'arte al Corso di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Urbino, specializzata in didattica e divulgazione dei beni culturali, esperta in politiche culturali, lavora nel campo della valorizzazione.
Sulla dignità della diversità e sulla ricchezza dell’inclusione se ne parla spesso e mai abbastanza. Temi sociali ma anche temi che riguardano oggetti. Temi che mettono insieme persone e oggetti. Per raggiungere il nostro obbiettivo parleremo di diversità non disgiungendola dalla parola importanza.
Continuiamo il viaggio all’interno delle professioni del mondo dell’arte e dentro il ruolo del conservatore che come un direttore d’orchestra o come un sarto, deve saper mettere insieme, armonizzare e far uscire il meglio da molteplici elementi diversi.
Asia Ruffo di Calabria, viceresponsabile del dipartimento mostre e manifestazioni culturali, ci racconta il musée des Arts et Métiers di Parigi e il dietro le quinte di una professione che necessità sempre più di apertura e confronto.
Non solo la gestione delle collezioni e del loro mantenimento, oggi il conservatore e la conservatrice hanno nuove sfide che si aggiungono a quelle del passato.
Rendere accessibile il patrimonio, elaborare i contenuti, creare narrazioni a più livelli ed occuparsi della loro comunicazione a più registri, significa adattare il messaggio e creare partecipazione.
Il patrimonio culturale è tante narrazioni. Non importa l’angolatura e la prospettiva da cui si narra e si vede un’opera. Ogni molteplice spazio che intercorre tra le persone e l’opera, sono l’opera.
La partecipazione dei cittadini alla vita e alle attività culturali è un elemento imprescindibile per accrescere la consapevolezza del valore del patrimonio culturale
"Intelligenza artificiale e mercato dell'arte" di Jo Lawson-Tancred affronta proprio questa tematica, analizzando, con grande acume e chiarezza, gli effetti dirompenti della tecnologia su un ecosistema spesso diffidente verso il cambiamento