Tornare a Fontanellato, al Labirinto della Masone è, per me, sempre un ritorno all’origine di tutto.
Chi ha seguito il mio lavoro di editore fin dall’inizio sa bene quanto la figura di Franco Maria Ricci sia stata un punto di partenza, un riferimento costante e una fonte di ispirazione in quel percorso che mi ha portato dalla realizzazione delle prime riviste a carattere ‘amatoriale’ alla mia prima rivista d’arte internazionale ‘con-fine’ (che ho editato dal 2006 al 2013) attraverso la quale ho cercato di svolgere (con alterne fortune) in chiave contemporanea quel lavoro di ricerca estetica con il quale FMR per anni aveva disegnato un immaginario meraviglioso fatto di forme e parole irripetibili in una sinestesia ammaliante e raffinata senza confini di tempo e di spazio.
Posso a tutti gli effetti definire Franco Maria Ricci un mio ‘mentore’. Da lui non ho ereditato la passione per i libri perchè mi apparteneva già fin dai primi passi; ma, sicuramente, mi ha affascinato l’amore per un’editoria di ricerca e di qualità – che mi ha portato a solcare le strade di questo mestiere in una direzione ben precisa. Ma non solo. Il suo modo di essere collezionista (di arte, di oggetti, di immagini, di esperienze e di parole) in qualche modo ha suggestionato il mio modo di guardare il mondo portandomi alla continua ricerca di ciò che gli altri non vedono, con una curiosità trasversale affamata di bellezza e di rarità.
Anche per questi motivi – oltre che per l’ovvia importanza della sua figura – non poteva mancare, nel racconto che Collezione da Tiffany sta tessendo intorno ai grandi collezionisti italiani, questo personaggio così visionario e originale che di una straordinaria raccolta privata ne ha fatto un museo per tutti in un luogo magico e intrigante com’è quello del Labirinto di Bambù.
Ho incontrato così Edoardo Pepino ed Elisa Rizzardi che con grande disponibilità ed entusiasmo ci hanno raccontato di questa collezione che ‘nasce senza la pretesa di essere una collezione’ e che parte dalla passione di un ragazzo che capisce che nella sua vita avrebbe voluto fare nient’altro che inseguire le cose belle.