Neanche il tempo di riprender fiato e la giostra dell’arte è già pronta ad un nuovo inebriante giro. Archiviate la Frieze Week e la nostrana ArtVerona, il calendario corre già a Torino e alla prossima edizione di Artissima. La seconda guidata da Ilaria Bonacossa. Prima di avventurarci tra gli eventi che animeranno la Torino Art Week – ne parleremo il prossimo sabato – torniamo a dare uno sguardo alle mostre che apriranno tra oggi e la fine di novembre. Così da poter mettere in agenda quelle a nostro avviso più interessanti. E la nostra selezione non può che iniziare da Chi ha paura del disegno? Che inaugurerà il 23 novembre prossimo nella Sala degli Archivi del Museo del Novecento di Milano svelando al pubblico, per la prima volta, i tesori della straordinaria Collezione Ramo. La più importante raccolta di opere su carta del ‘900 italiano. (Leggi -> …)

Da Boccioni a Paolini, passando per Cagnaccio, Fontana, Melotti, Carol Rama, Mauri, Castellani, Agnetti, Gnoli, Mondino, Pascali, Salvo e molti altri. Saranno più di 100 le opere selezionate dalla curatrice Irina Zucca Alessandrelli che ha volutamente scelto di dare a questo straordinario evento, un titolo provocatorio, che ironizza sulla mancanza di una cultura del disegno e che si propone di presentare questo medium sotto una luce completamente inaspettata, sia per la scelta delle opere – dal grande impatto visivo – sia per l’allestimento fuori dalle modalità tradizionali. Insomma un evento imperdibile.

Rimanendo in zona Milano, segnaliamo l’inaugurazione, il 25 ottobre prossimo, della doppia personale dedicata dalla Galleria Christian Stein a Domenico Bianchi – che nella sede di Pero esporrà un’ampia selezione delle sue opere più rappresentative, tra le quali il monumentale lavoro presentato alla Biennale di Venezia del 1993 – e Elisabetta di Maggio: artista che da molti anni porta avanti una ricerca che ha messo al centro il concetto di tempo declinato in tutte le sue forme tanto da farlo diventare la vera materia del suo lavoro.

Nella storica sede della Galleria al n. 23 di Corso Monforte a Milano, l’artista presenta Greetings from Venice, l’immensa installazione site specific inizialmente pensata per il Fondaco dei Tedeschi di Venezia: un immaginario pavimento di mosaici, ispirato a quello della Basilica di San Marco. Un pavimento che non tiene, che non resiste ma che, come tutte le sue opere, perturba, sconvolge, rende increduli mentre spalanca memorie.

olio su tela, cm 100×120
Sempre il 25 ottobre a Milano, da Federico Rui Arte Contemporanea, inaugurerà Figure e Bagnanti, collettiva che vede insieme due nomi storici della pittura italiana come Ennio Morlotti e Fausto Pirandello, messi in dialogo con l’opera del giovane ma talentuoso Alfio Giurato. Un accostamento in parte anticipato dallo stand della Galleria ad ArtVerona.

Si intitola Destinazione Presente, invece, la retrospettiva che la 10 A.M. Art di Milano dedica ad Antonio Scaccabarozzi di cui, quest’anno, ricorre il decennale della scomparsa. In mostra, opere tratte dalle serie delle Linee Quasi Rette, delle Distanze Reali e Distanze Rappresentate, del Peso di frammenti di colore, o ancora dalle Iniezioni, in cui l’artista inietta del colore direttamente sulla tela, immergendola nel colore. E poi, le Quantità libere, gli Essenziali e i Polietileni. Il tutto per un percorso espositivo che ruota attorno a quelli che sono i suoi cicli pittorici più celebri: i Fustellati e le Prevalenze.

Spostandoci a Bergamo, la Galleria Thomas Brambilla presenta, a partire da oggi, la collettiva Copper, Marble, Cotton, che si compone dei lavori di tre artisti-colleghi americani, Lynda Benglis, David Noros e Joe Zucker, ed esamina la scelta da parte di questi di specifici materiali tradizionali, sia per le loro associazioni culturali che per le peculiari proprietà formali degli stessi.

A Venezia, il network di gallerie di arte contemporanea Venice Galleries View – composto da Galleria Alberta Pane, Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery, Caterina Tognon, La Galleria di Dorothea Van Der Koelen, Ikona Venezia, Marignana Arte, Galleria Massimodeluca e Galleria Michela Rizzo -, presenta, assieme all’Università Ca’ Foscari e Strategy Innovation, la mostra Art and Business: Roads to Innovation. Curata da Lucia Longhi, la mostra mette in luce la sinergia tra il mondo dell’arte e quello delle imprese. Con una selezione di opere che delineano uno spaccato del lavoro di ricerca delle gallerie e che mostrano come l’innovazione sociale per il settore business passi anche attraverso strumenti culturali con l’investimento in arte.

La Galleria Eduardo Secci di Firenze, apre oggi la personale di Giuseppe Stampone, Precipitato Formale, a cura di Pietro Gaglianò e che presenta tra grandi aree che attraverso nuove opere e progetti creati in collaborazione con altri artisti, approfondiscono i principali temi di ricerca dell’autore: l’attività pedagogica come metodo di lavoro per formalizzare le opere, il rapporto con la storia dell’arte, la relazione con gli altri artisti. Contemporaneamente, la Galleria inaugura – nella sua Project Room – anche la personale della danese Lea Guldditte Hestelund, Utopie Morbide, a cura di Irene Campolmi.

Ancora in Toscana, ma questa volta a Santa Croce Sull’Arno, nelle sale di Villa Pacchiani, incontriamo il lavoro di Nari Warn, artista di origini giamaicane ma newyorchese di formazione e residenza che, prima della grande retrospettiva al New Museum di New York, in programma a febbraio, arriva in Italia con Holing Patterns: opere inedite che declinano i temi del possesso, dell’appartenenza e delle visibilità, realizzate appositamente per il progetto Arte-Impresa-Territorio – messo a punto dal Comune di Santa Croce sull’Arno in collaborazione con UNIC – Concerie Italiane e Lineapelle S.r.L., GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana e Associazione Arte Continua – e nate in relazione al percorso di incontro e scambio con il territorio e la sua realtà produttiva e sociale.

A Roma, la Galleria Casoli De Luca propone, invece, fino al 22 dicembre prossimo, una preziosa mostra dedicata a Marcel Duchamp dal titolo By or Of Marcel Duchamp or Rrose Sélavie e che presenta al pubblico, in quello che fu lo studio di Mario Schifano, a Palazzo Albertoni Spinola, oltre 100 pezzi tra opere, brochure, inviti manifesti, libri e il solo readymade a non aver avuto edizioni successive: Porta: 11, rue Larrey (1911), esposto per la prima volta a Roma proprio in questa occasione. Si tratta, per capirsi, della celebre opere che alla Biennale del 1978 fu scambiata per una semplice porta e ridipinta, per sbaglio, dagli imbianchini addetti all’allestimento. Infine, arriviamo in Puglia, a Bari, dove la Galleria Doppelgaenger presenta A spasso per campi cromatici, la personale del pittore francese Gaël Davrinche che presenta un nuovo corpo di opere fortemente influenzato dalla percezione che scatena nell’uomo l’elemento naturale, e racconta come la pittura riesce a restituire tale interpretazione in modi sempre differenti.