All’interno di un Palazzo dal sapore neogotico, sorge la casa di residenza del politico Ugo da Como che in pieno periodo risorgimentale reinterpretò il Palazzo del Podestà – rudere in cui vivevano le famiglie più povere di Lonato – come luogo di cultura e delizie secondo i suoi canoni di bellezza.
Stefano Lusardi ci ha raccontato la storia e la collezione della Fondazione Ugo da Como, presente a Lonato nell’immediato entroterra del Lago di Garda. Riaperta nel 1993 da volontari appassionati che chiesero all’istituzione privata la possibilità di godere del patrimonio raccolto e collezionato dal politico e intellettuale bresciano, oggi è possibili visitare e usufruire di una delle biblioteche private storiche più ampie d’Italia con oltre 50.000 volumi: una vera e propria collezione, caratterizzata principalmente da un numero molto alto (oltre 400) di incunaboli stampati a Brescia, ma anche da interi lotti di biblioteche antiche acquistate monoblocco.
Camminando all’interno della casa, le stanze sono allestite come se il vecchio proprietario fosse ancora presente nella residenza: ogni oggetto è infatti rimasto nella sua posizione originale, così come richiesto dallo stesso fondatore nel suo testamento. Ogni elemento – dagli arreda, al caminetto, al soffitto a cassettoni, alle porte che dividono gli interni, così come le finestre – è il frutto della ricerca sul mercato antiquario quasi spasmodica da parte di Ugo da Como, che inizia così a collezionare soprattutto oggetti in stile neogotico che rispondo alla sua contemporanea idea di recupero di un luogo storico.
La particolare natura di questa collezione – principalmente documentaria e libraria – ha portato la Fondazione a procedere in maniera sistematica e precisa con le attività di catalogazione/inventariazione e si sta avvicinando in maniera molto aperta alla tematica della digitalizzazione, che permette una più facile consultazione dei volumi e documenti.
Parlare di conservazione e valorizzazione in questo ambiente così immersivo è in effetti molto facile. Prima di tutto perché muovendoci all’interno di una casa museo, è naturale riscontrare un interesse diffuso tra il pubblico che è portato a visitarla, a curiosare e a scoprire gli ambienti, piuttosto che camminare tra le sale di un tradizionale museo del Risorgimento. E poi perché la struttura originale, con stanze rivestite di librerie in legno, ha portato gli oggetti ad essere conservati in un ambiente stabile e con parametri ambientali relativamente costanti.
Ascoltare l’intervista a Stefano ci porta tra le stanze di una casa ricca e piena di storia, curata fin dalla sua nascita da uno spirito intellettuale attento a prendersi cura della storia del territorio di Brescia attraverso oggetti di utilizzo comune, opere e libri antichi.