Il prossimo 25 settembre sono in programma le elezioni del nuovo Parlamento, il cui insediamento determinerà la nascita del nuovo Governo e con esso le strategie future del mondo della cultura.
Con il presente contributo si intende analizzare più in dettaglio i programmi elettorali sia delle principali coalizioni che dei singoli partiti per comprendere quali possano essere le idee per rendere più competitivo il mondo della cultura. In aggiunta, nella seconda parte del documento, si commenteranno le proposte effettuate da ArtLab destinate all’esecutivo che verrà.
L’obiettivo è quindi di quello di porre l’accento sullo spazio dedicato alla cultura nei principali programmi elettorali ed evidenziare al contempo anche alcune opportunità per rilanciare e rendere più attraente il comparto artistico e culturale del nostro paese.
Preliminarmente, si evidenzia come l’analisi viene effettuata solamente sui contenuti rinvenuti all’interno dei programmi elettorali, concentrandosi meramente sul contenuto tecnico delle suddette proposte, non effettuando pertanto alcuna valutazione di natura politica sulle stesse.
Lo spazio per la cultura nei programmi elettorali
Partendo dai programmi relativi alla coalizione di centrodestra, il tema della cultura viene affrontato al punto 10 dell’“Accordo quadro di programma” dove tra i principali punti riguardano la tutela e promozione del patrimonio culturale, nonché la valorizzazione delle professionalità culturali che costituiscono il volano economico e identitario italiano.
In aggiunta, tra le strategie riportate vi sono il supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura ed il contrasto all’esercizio abusivo delle professioni della cultura.
Passando ai programmi dei singoli partiti della coalizione sopra riportata, tra le proposte vi sono l’introduzione della detrazione fiscale dei consumi culturali individuali e la riforma del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) per una semplificazione della burocrazia relativa ai finanziamenti pubblici.
Sempre sul tema delle agevolazioni di natura fiscale, la coalizione di centrodestra propone per il mercato dell’arte semplificazione e adeguamento della legislazione italiana e quella europea, la detrazione fiscale dell’IVA per l’acquisto di strumentazione professionale e la detassazione per l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni artistiche e culturali.
Per quanto concerne il tema della previdenza, la proposta è quella di una posizione previdenziale unica per artisti e professionisti dello spettacolo.
Nell’ambito del centrosinistra, il tema della cultura viene declinato nel sostegno del settore dello spettacolo dal vivo e l’industria cinematografica e audiovisiva italiana attraverso il rafforzamento del sistema di finanziamento pubblico dei comparti e forti incentivi per i giovani autori e le nuove produzioni.
In ambito fiscale, viene proposto l’ampliamento l’Art Bonus e le nuove forme di detraibilità delle spese sostenute per la partecipazione alle attività culturali, l’abbattimento dell’IVA per i prodotti culturali e un sostegno economico ai consumi culturali dei giovani oltre alla conferma del bonus cultura 18App.
Dall’analisi delle proposte, emerge chiaramente come sia necessaria le strade maestre siano le seguenti: maggiore semplificazione del settore per renderlo più competitivo al quale si aggiungono corposi programmi di incremento delle detrazioni finalizzati a sostenere i consumi culturali.
In un momento storico in cui il potere di acquisto delle famiglie viene sempre più assorbito dalle spese primarie, tra cui quelle dell’energia, i consumi culturali potrebbero subire importanti tagli da parte dei cittadini.
In questo senso appaiono talvolta fondamentali i sostegni per garantire la sopravvivenza degli enti culturali.
Le proposte per la prossima legislatura
Dopo aver passato in rassegna i principali programmi elettorali per comprendere quali siano le idee per il comparto negli anni a venire, appare a questo punto necessario analizzare anche quale sia il punto di vista degli operatori del settore.
A partire dalla convinzione che la cultura sia un’infrastruttura trasversale e necessaria alle sfide del Paese, il documento “Cultura è futuro” che raccoglie le 22 proposte d’intervento per la prossima legislatura, sottolinea la necessità di un approccio sistemico e unitario che tenga conto degli impatti culturali, sociali ed economici generati dall’ecosistema culturale e creativo.
A seguito di tale premessa, le proposte di intervento si concentrano su cinque aree tematiche: interventi normativi, investimenti e misure, lavoro, riequilibrio territoriale e creatività contemporanea.
Tra misure più urgenti in ambito di incentivi si segnalano le seguenti:
- Adeguamento degli investimenti in cultura ai livelli dei Paesi europei, aumentando le risorse del MIC e intervenendo sui bilanci di altri Ministeri, con fondi speciali per l’acquisto di beni e servizi culturali e dando piena attuazione delle norme che destinano quote degli investimenti in infrastrutture alla creatività contemporanea e ai beni culturali.
- Sviluppo di una politica di incentivazione della domanda privata, sia attraverso misure sul modello della 18App sia attraverso misure quali la detrazione fiscale delle spese culturali e la riduzione delle aliquote IVA al livello minimo consentito (Dir. UE 2022/542) per tutti i settori ad oggi esclusi.
- Revisione, semplificazione ed estensione dei sostegni indiretti a una gamma più ampia di soggetti e di settori a partire dall’Art Bonus, dalla reintroduzione del 2×1000 per la cultura e dalla revisione del 5×1000.
- Finalizzazione di fondi, tax credit e degli incentivi alle imprese per favorire l’innovazione (non solo digitale), la sperimentazione di modelli innovativi e digitali (realtà estesa, Metaverso, blockchain, intelligenza artificiale, data science), l’internazionalizzazione, la eco-sostenibilità ed una più ampia accessibilità, nonché programmi di crescita e formazione di start-up e PMI e lo sviluppo capillare di incubatori e acceleratori d’impresa specializzati nelle ICC.
- Sviluppo di strumenti finanziari dedicati (microcredito, garanzie, voucher formativi, fondi corrispondenti, ecc.) e rafforzamento di quelli esistenti.
Per quanto concerne le proposte relative al mondo del lavoro, la richiesta è la creazione di una cornice unitaria delle diverse forme contrattuali settoriali, che coniughi tutele e diritti con le tipicità di un lavoro flessibile e discontinuo e con il riconoscimento delle professionalità e rispetto dei minimi contrattuali, garantendo trasparenza e rispetto dei requisiti di professionalità anche nelle esternalizzazioni della P.A.
Conclusioni
In sintesi, dal confronto relativo ai programmi elettorali rispetto alle istanze degli operatori del settore sembrano esservi alcuni punti di contatto relativi ad un incremento delle risorse suddiviso tra maggiori contributi per gli operatori e crediti d’imposta per chi acquista i prodotti culturali.
L’ulteriore richiesta riguarda una maggiore semplificazione delle innumerevoli tipologie contrattuali, le quali oltre a rendere complessa la gestione non consentono di garantire un adeguato livello di tutela per i lavoratori.
Pertanto, sulla carta sembrano esservi diversi punti di convergenza mentre ora non resta che aspettare che le intenzioni contenute nel programma vengano effettivamente tradotte in azioni concrete, altrimenti per il comparto culturale potrebbero esservi all’orizzonte nuove difficoltà.