Il Light Painting oggi rappresenta una realtà consolidata e diversificata. L’evoluzione della tecnologia ha permesso, infatti, una maggiore espressività dei singoli autori, rispetto ai primi tentativi nati dalle sperimentazioni di Gjon Mili – di cui abbiamo già parlato nei precedenti articoli -, e oggi si è arrivati ad un uso raffinato e quasi codificato di tecniche fotografiche.
Una prima tecnica, che abbiamo già conosciuto, è quella di far scivolare la sorgente luminosa davanti alla fotocamera con una bassa velocità dell’otturatore: come nei dipinti di luce di Picasso si ottiene una traccia di luce che rappresenta il movimento spaziale della fonte luminosa. Una seconda tecnica consiste nell’utilizzare luci portatili polarizzate e, magari, anche colorate per illuminare selettivamente zone del soggetto, o della scena, che si è deciso di immortalare. Anche in questo caso si userà una bassa velocità dell’otturatore per evidenziare delle dinamiche di movimento nel soggetto. Una terza tecnica, chiamata Cinetica, consiste invece nel far muovere la fotocamera, usandola come un pennello, su uno sfondo naturale usato come tavolozza. Oggi la tecnologia permette di usare una webcam in sostituzione della fotocamera, rendendo immediato per l’autore il controllo dell’effetto desiderato. Ovviamente non sono le sole tecniche possibili perché oggi la tecnologia permette approcci molto flessibili.
Guardando alle evoluzioni contemporanee del Light Painting, uno dei filoni più importanti è certamente quello della cosiddetta Light Art Performance Photography (LAPP) a cui sono dedicate, in tutto il mondo, svariate manifestazione con finalità e respiro molto diverse. E’ sufficiente navigare brevemente in internet, ad esempio, per imbattersi in alcune di esse, come l’International Light Painting Award o The Inner Light Festival di Birmingham.
La Light Art Performance Photography (LAPP)
La Light Art Performance Photography o, più semplicemente, LAPP è una tecnica fotografica che utilizza la luce per creare nuove figure e strutture. La caratteristica principale che differenzia la LAPP dal Light Painting e dal Light Writing tradizionali, è l’inclusione dello sfondo nella foto. La selezione delle location, infatti, è un aspetto molto importante e vengono ricercate con grande attenzione dagli artisti che operano in questo campo, perché ogni progetto ha bisogno di un suo sfondo specifico, che sia un pasaggio o un vecchio edificio industriale ormai in rovina.
I progetti di LAPP sono spesso lavori che vedono coinvolte almeno due persone: una che crea le forme o le strutture con la luce e un’altra che lavora con la macchina fotografica. Per enfatizzare le strutture, peraltro, è molto diffuso l’impiego di lampade a LED e anche l’alternanza di luci calde e fredde.
Il nome di questa forma d’arte si deve all’artista tedesco Jan Leonardo Wöllert che lo ha coniato nel 2007 e che, pochi mesi dopo, ha dato vita – assieme Jörg Miedza – al progetto LAPP-PRO che è durato fino al 2011, quando la coppia si è separata. In pochi anni, la LAPP si è sviluppata e diffusa tantissimo e oggi è un vero e proprio movimento internazionale attorno al quale ruotano varie comunità di artisti che pubblicano e condividono i lori lavori su siti come fotocomunity.de. Sito che vi consigliamo di visitare per scoprire ed apprezzare il lavoro di molti validi artisti, spesso poco noti al grande pubblico e scarsamente valorizzati dai media di settore.
Altri sviluppi del Light Painting
Nell’evoluzione odierna del Light Painting non ci sono solo esperienze coniugate con la macchina fotografica. Esistono, infatti, numerose ricerche basate solo sull’uso di luci, le cui creazioni sono osservabili senza l’ausilio di un otturatore – più veloce dell’occhio umano – per carpire il messaggio estetico dell’autore. In queste opere si assiste a vere e proprie esplosioni di luce e colore, a differenza di quanto avveniva nelle prime esperienze, legate a tecnologie ancora acerbe. Oggi, nel mondo, sono svariate le manifestazioni che danno spazio a queste forme d’espressione, come il Vidid Light del 2011 a Sydney o Luci d’Artista a Torino, dove l’estetica del colore viene unita alla potenza della luce. Va però detto che, sempre più spesso, si tratta di eventi in cui le realizzazioni connesse agli effetti luminosi vengono associate a manifestazioni di altro genere: musicale o culturale. E’ il caso del già citato Vidid Light, manifestazione a carattere musicale dove l’effetto scenico veniva costruito con le tecniche del Light Painting.
In Italia, un’esperienza artistica collegabile alle evoluzioni del Light Painting, anche se maturana nell’ambito dell’arte cinetica, è quella di Antonio Barrese fondatore, nel 1964, del gruppo MID. Dopo l’esperienza nel campo dell’Arte Cinetica e Programmata (1964-1970) e una fase in cui si è dedicato al designe e alla Narrativa Visuale, Barrese, dal 2000 ha iniziato a realizzare opere completamente nuove, concentrando l’interesse sui new media, sugli oggetti interattivi, sulle installazioni ambientali e immersive ad alta tecnologia. Opere in cui la luce è spesso uno degli elementi fondamentali, come nel caso degli oggetti, delle strutture e delle installazioni stroboscopiche o delle sue sperimentazioni con le luci a LED. Fino ad arrivare all’Albero di Luce, realizzato a Milano in occasione del centenario della nascita del Futurismo: la più grande installazione cinetica e luminosa mai realizzata.
Infine, dando uno sguardo al possibile futuro del Light Painting non possiamo non citare una tecnologia nata recentemente e ancora poco usata in campo artistico: la fibra ottica. Questa tecnologia offre sicuramente grosse potenzialità espressive. Grazie alla fibra ottica, infatti, la luce viene ‘catturata’ e costretta a correre in percorsi obbligati. La sensazione di controllo e dominio che ne deriva sarà sicuramente uno stimolo alla realizzazione di opere grandiose. Nel prossimo articolo, che conclude – almeno per ora – il nostro focus su luce e colore nell’arte contemporanea, ci dedicheremo all’evoluzione della Black Light Art.