Raramente, come in questo caso, la lettura di un saggio, specialmente arricchito da dettagliate ricostruzioni storiche, riesce ad affascinare e catturare l’attenzione con la stessa forza di un avvincente romanzo. Stiamo parlando de “Lo studio d’artista: Una storia culturale” di James Hall, stimato critico inglese e docente di storia dell’arte presso l’Università di Southampton.
Ma perché dovremmo dedicarci all’approfondimento della conoscenza e all’analisi degli studi d’artista?
La lezione fondamentale di Giorgio Vasari ci ha insegnato quanto le opere degli artisti possano trovare una chiave di lettura preziosa attraverso l’indagine accurata delle loro vite. Oggi, nessuno si accosta a un’opera artistica senza prima esplorare la biografia dell’artista, la storia e, in breve, la vita che ha dato origine all’opera.
Gli studi e le dimore degli artisti sono diventati non solo mete di pellegrinaggi turistici, ma autentici luoghi di conoscenza. È evidente che, più di ogni altro spazio nella residenza di un artista, lo studio è l’ambiente in cui l’idea poetica prende forma e diventa opera.
È lì che avviene il miracolo, dove colori, tele, carta, vari supporti, legno o bronzo assumono le caratteristiche e il significato di un’opera d’arte. Conoscere lo studio di un artista significa, quindi, entrare in una relazione intima con lui, quasi come fare una sorta di sopralluogo nella sede dell’accadimento artistico.
James Hall, nel suo testo, ci invita ad esplorare i cambiamenti e la vera metamorfosi degli spazi creativi con uno sguardo storico, partendo dall’antica Grecia, considerata la culla dell’arte occidentale. Hall ci conduce attraverso le città del Peloponneso, immergendoci nei miti greci.
Tra i primi luoghi visitati c’è l’officina del Dio Efesto, capace di forgiare i metalli rendendoli leggeri ed eleganti. Si racconta dell’incontro di Teti presso l’officina del Dio per la creazione di un’armatura per il figlio Achille. Ad Atene, Socrate conduce seminari nelle botteghe di artigiani e artisti, aprendo riflessioni non solo sull’arte, ma anche sulla filosofia e sull’educazione dei giovani. Un cambiamento netto si verifica nell’antica Roma, dove Hall descrive lo studio di Pigmalione, una sontuosa dimora dove l’artista pensa, crea, ma soprattutto si dedica ad avventure erotiche con modelle e adepti.
La scena cambia ancora nel Medioevo, con la descrizione di monasteri e sale interne, dette “scriptoria”, dove gli amanuensi lavoravano instancabilmente alla copiatura dei testi. L’aspetto artistico si limitava alle miniature delle prime lettere di ogni capitolo e alle illustrazioni delle scene principali descritte.
Con il Rinascimento, si assiste all’importanza crescente del disegno e del suo insegnamento, con la nascita di accademie e scuole d’arte. Vengono esaminati anche i cambiamenti sociali legati al mondo dell’arte, come il ruolo delle artiste come influenzatrici chiave nel XVII secolo.
Il testo si spinge avanti nel tempo, esaminando il Novecento con l’avvento del “white cube” e dello studio-fabbrica, per poi giungere all’epoca contemporanea evidenziando la diversificazione degli spazi creativi, dall’uso di studi temporanei in varie location all’affermazione di artisti che creano opere vivendo direttamente l’esperienza, come evidenziato da Marina Abramovic. Particolare attenzione viene posta all’attuale contesto artistico, sottolineando le sfide del cambiamento climatico e delle restrizioni legate alla pandemia, che influenzano l’idea stessa di studio e creazione artistica.
Il libro si conclude mettendo in luce la mutevole natura degli spazi artistici, suggerendo che, nonostante l’avanzare delle moderne tecnologie come computer portatili e smartphone, gli studi degli artisti continueranno a evolversi, rimanendo un crocevia essenziale per l’espressione creativa. La riflessione finale offre uno sguardo sulla varietà e l’incertezza del futuro degli studi degli artisti, potenzialmente soggetti a ulteriori trasformazioni e incarnazioni, influenzate dal mondo esterno e dalle innovazioni della pratica artistica stessa.
Il testo, di lettura agevole ed appassionante, è corredato da 114 illustrazioni a colori che completano in modo iconografico le dettagliate ricostruzioni storiche.