L’Arte di strada è un fenomeno che negli ultimi venti anni ha assunto significati molto profondi nel contesto socio-culturale. Nata negli anni ’60 e ’70 come graffiti art e stencil art a New York, ha negli anni inglobato tecniche e significati sempre nuovi.
L’illegalità di decorare un muro, il considerare tale fenomeno come un imbrattamento, ora assume i connotati della riqualificazione urbana, della decorazione delle strade ed attira molti appassionati che ricercano queste opere. Anche l’avvento dei social network e del concetto di “instagrammabilità” ha portato a una vera e propria caccia all’opera di strada.
Come può posizionarsi uno street artist all’interno del mercato dell’arte?
Come coniuga il suo ruolo di artista di strada, l’illegalità di realizzare le proprie opere, con l’entrare all’interno del rigido sistema del mercato dell’arte?
L’ingresso di questi artisti sul mercato è un fenomeno recente: nel 2000 uno degli artisti più amati nella storia contemporanea, Keith Haring, raggiunge un fatturato di 1.568.758$, consolidando l’inizio di un fenomeno che oggi caratterizza tutte le aste di arte contemporanea.
La sua forza è stata quella di realizzare molte opere su tela ed oggettistica decorata con le sue tradizionali figure, ma forse quello che non sapeva era che se in vita le vendeva a un centinaio di dollari, dal 2000 il suo fatturato ha mediamente toccato i 20 milioni di dollari.
Anche Basquiat, oggi uno degli artisti più quotati, cercati e al numero 10 nella classifica mondiale per vendite, si vide spalancate le porte delle gallerie e delle istituzioni culturali dopo aver passato anni a esprimere i propri sentimenti nelle strade di Manhattan.
Gli artisti di strada non abbandonano la forma originale della loro arte, ma si dedicano anche ad altri mezzi e strumenti vendibili sul mercato. Il realizzare una nuova opera urbana assume oggi una grande potenza mediatica, tale da potersi considerare una modalità per auto- pubblicizzarsi, per rafforzare la propria immagine anche all’interno del mercato.
Quando si parla di street art è impossibile non nominare Banksy. È chiaramente l’artista di strada più famoso e conosciuto al mondo. I suoi stencil sono riconoscibili da chiunque. Ogni volta che appare una nuova opera, i media impazziscono e la notizia diventa globale in pochi minuti.
Lo street artist di Bristol ha saputo giocare con il mercato dell’arte e con la società, rendendo un suo punto di forza qualsiasi fattore di distruzione, demolizione, imbrattamento nei confronti delle sue opere. Le sue opere sono vendute in tutto il mondo e il suo record di fatturato ha luogo nel 2019 con 24.492.545$.
Banksy vende principalmente stampe e multipli, ma le sue opere di pittura rappresentano il 66% del suo fatturato, per un totale che supera i 65 milioni di dollari. È presente sul mercato dell’arte dal 2005, ma è nel 2008 che raggiunge il suo primo record: Keep it Spotless viene venduto a New York a 1.700.000$.
Con quest’opera Banksy si appropria di un dot-point painting di un altro grande artista provocatore di Bristol, Damien Hirst. Il rappresentativo quadro di Hirst viene trasformtoa in una tenda sotto cui la cameriera-stencil nasconde lo sporco, rivelando al di là di quello un muro.
Il top lot dell’intera carriera di Banksy viene aggiudicato nel 2019 a Londra: Devolved Parliament è un quadro che raffigura il parlamento inglese abitato da scimmie e viene venduto a 10.522.473$. Quest’opera è un olio su tela e non presenta tecniche da street art o figure immediatamente riconducibili all’artista. Ciò che mostra è il pensiero distopico e provocatorio di Banksy.
A differenza dello sfuggente Banksy, si conosce l’identità del francese Invader, uno street artist che utilizza piccole piastrelle che rappresentano i pixel dei videogiochi anni ’80 per creare personaggi e figure posizionate in tutta Francia, sua terra di origine, e nel resto del mondo.
Invader ha cavalcato la passione del pubblico per la ricerca assidua delle opere degli artisti di strada, definendo la sua opera un’invasione, con tanto di mappe per trovare le sue creazioni. Per lui, ogni tessera posta in una città, è come una grande mostra, grazie al riscontro mediatico che suscita.
L’artista entra nel mercato secondario nel 2008 e con le sue opere è riuscito a conquistare le vendite non solo in Francia, ma anche negli Stati Uniti e Tokyo. Invader realizza opere di pittura, stampe, ma soprattutto opere di scultura che rappresentano il 48% del suo fatturato.
Con un totale di 3.523.801$ di fatturato, il 2019 è stato l’anno dei record per lo street artist grazie anche alla sua ampia partecipazione a una decina di mostre collettive in tutto il mondo e tre personali in gallerie a Los Angeles e Zurigo. Nello stesso anno ha raggiunto il top lot dell’intera carriera con Tk_119, venduto a 1 milione di dollari. Un’installazione pensata per rendere qualsiasi panorama “invaso” dall’artista.
Il portoghese Vhils emerge nei primi anni 2000 come street artist, affermandosi grazie alla sua innovativa tecnica di intaglio a bassorilievo, un’opera di rimozione di piani, chiamata “Scratching the Surface”, la quale consiste nel lavorare direttamente sulla parete urbana con un trapano e strumenti simili. Riesce così a creare una poesia visiva fatta di ritratti e volti intensi.
Le quattro esposizioni personali che ha realizzato sono state già di una potenza disarmante: le sue opere sono state traslate su mezzi diversi dal muro come porte o pannelli, utilizzando anche tecniche come la video-arte o supporti come materiali industriali. La potenza visiva dei suoi volti non conosce confini di mezzi o strumenti.
La sua carriera, così come il suo fatturato sono in costante crescita dal 2011, arrivando nel 2019 a un guadagno sul mercato di 347.697$. Attualmente ha un grande successo in Francia, Regno Unito e Portogallo, ma da un paio di anni qualche opera circola anche negli Stati Uniti.
Si dedica a tanti mezzi diversi per la realizzazione delle sue opere e quelle di pittura, spesso con materiali misti, rappresentano il 50% del suo fatturato. Anche per lui, il 2019 è stato l’anno del suo top lot di carriera: Decrease 17, un ritratto che emerge dal contrasto tecnico tra distruzione e creazione, viene venduto in Portogallo a 49.000€.
Più recente sul mercato dell’arte, troviamo Stik. Inglese di origini, anonimo, è un artista che si auto finanzia e che collabora solo con enti di beneficienza e ospedali, esprimendo tramite le sue figure stilizzate la storia della comunità.
Semplici ma narranti, gli omini stilizzati di Stik non hanno bisogno di parole per esprimersi e con pochi tratti riescono a comunicare un’ampia gamma di sentimenti umani. Le sue opere si trovano nel nord Europa e poche in Asia e Stati Uniti, ma dal 2016 hanno invaso anche il mercato dell’arte con stampe e acrilici.
Questi gli hanno permesso di avere una crescita costante negli anni fino al 2019, quando ha raggiunto un fatturato annuo che ha superato il milione di dollari.
Il suo primo top lot viene raggiunto nel 2018 con Big mother, la riproduzione in scala minore di un enorme opera realizzata nel 2014 sul fianco di un edificio in Inghilterra, venduto a 197.543$. Viene superato di poco con Liberty, venduto nel 2019 da Christie’s Londra a 199.655$, un album di 5 serigrafie rappresentanti l’omino stilizzato con il braccio alzato in segno di protesta – più attuale che mai – su sfondo di 5 colori diversi dell’arcobaleno. L’opera ha conquistato anche la copertina del catalogo d’asta.
Nonostante la street art abbia invaso anche il mercato dell’arte, non abbandona mai l’origine urbana, il suo habitat naturale, ma ha saputo negli anni renderlo il proprio palcoscenico, la propria esposizione, attirando così numerose persone.
L’arte di strada ha valicato la tradizionale strada verso il mercato dell’arte che attraversa gallerie ed esposizioni per farsi conoscere tramite l’urbano, la provocazione, lo scandalo e la poesia che dona alle strade.