Il 10 giugno a Milano 34 schermi si sono accesi presso delle edicole in tutta la città per proiettare le opere d’arte di tre artisti digitali. Un evento unico in Italia, sia per la caratteristica delle opere, realizzate virtualmente, sia per la modalità scelta per la fruizione di queste.
Il limen tra realtà e digitale è una caratteristica peculiare di Reasoned Art, prima galleria 4.0 che si definisce Onlife, dichiarando la sua fiducia non solo al futuro ma anche al presente, un presente dove la vita quotidiana è costantemente attraversata da piattaforme, meccanismi e relazioni digitali.
I video delle opere d’arte sono stati trasmessi tutto il giorno su questi schermi, portando così, nell’attuale periodo di riaperture, a una mostra diffusa in città. Le edicole, luoghi consueti in città, si sono illuminate per mostrare il futuro, la crypto-arte, un fenomeno del tutto contemporaneo ancora in fase di sviluppo e di studio. E Reasoned Art ha reso possibile la prima mostra di crypto-arte in Italia
Oltre alla miscela tra realtà e virtualità, la mostra si è resa ancora più interessante per la giusta combinazione tra intenzione culturale e commerciale. Infatti, alla fine di questa valorizzazione delle crypto-opere, il 13 giugno verrà chiusa l’asta digitale che vede le opere in questione in vendita. L’asta è dedicata sia ai collezionisti tradizionali, ma soprattutto ai crypto-collezionisti, tutelati dalla recentissima tecnologia blockchain.
Le opere valorizzate dalla galleria onlife sono tre. “8281 Lovers” di Giuseppe Ragazzini: il titolo rimanda al numero di combinazioni possibili per i volti nell’opera, un omaggio al gesto del bacio dopo più di un anno di lontananza tra le persone; Annibale Siconolfi presenta “02 Distribution System”, un’opera 3D in cui vediamo un particolare sistema di pulizia dell’aria in una megalopoli immaginaria, dove la grande sfera di natura al centro si pone attraente ma minacciosa. Infine, “Falin Mynd. transit #1” dei fuse*, un’installazione audiovisiva dedicata alla città di Milano dove lo stadio San Siro appare come studio delle immagini latenti generate dai milanesi stessi.
Un’iniziativa nuova e originale, che ammicca al futuro, e che consacra di nuovo il fenomeno della crypto-arte.