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Tra estetica e mercato: le fiere d’arte nella storia (p. 1)

del

Nell’agenda di un professionista del mondo dell’arte contemporanea, le fiere sono tra quegli appuntamenti a cui non deve assolutamente mancare. L’importanza di questo genere di manifestazioni è piuttosto recente. Infatti solo negli ultimi quindici anni si è assistito ad un boom e ad un’espansione del mercato delle opere d’arte contemporanea, che hanno determinato un logico e rapido sviluppo delle sue strutture di vendita. La fiera è diventata uno dei luoghi di maggior tendenza in cui vendere e comprare arte, uno spazio in cui informarsi ed aggiornarsi sui nuovi trend e sulle nuove realtà artistiche.

La rapida evoluzione non è stata un’esclusiva del mondo artistico. Infatti l’euforia speculativa, che ha travolto il sistema dell’arte e, di conseguenza, il fenomeno-fiera, ha investito anche altri settori, in primis quello finanziario. In un’epoca connotata fortemente dall’economia e dalla finanza, è stato inevitabile che il fattore economico arrivasse ad influenzare anche l’arte contemporanea. Oggi il sistema dell’arte è caratterizzato soprattutto dal suo mercato. In ogni caso, anche se l’aspetto economico invade l’arte in ogni suo ambito, questa non perde mai il suo tratto culturale. La coesistenza all’interno dell’arte contemporanea di due “anime” non poteva non riflettersi sulle strutture che la rappresentano. Ecco dunque che la fiera d’arte appare già alla base articolata e intrigante, doppia.

 

Alle origini del “fenomeno” fiere d’arte

 

Quando comincia a strutturarsi il fenomeno della fiera d’arte contemporanea e in che modo? Come viene organizzato un evento che nasce commerciale, ma che vuole promuovere anche l’aspetto culturale dell’arte? La storia della fiera d’arte contemporanea mostra come fin dalle sue origini questa riesca a trovare un equilibrio, seppur precario e in continua trasformazione, tra l’estetica e il mercato. Sebbene l’etimologia della parola stessa suggerisca che la manifestazione fieristica sia una consueta occasione di incontro tra un venditore e un compratore che ha luogo (originariamente) durante un giorno di festa, in realtà essa è molto di più. Momento di relazioni, di scambio di prodotti, culture, idee, immagini e lingue, essa già in origine è una possibilità culturale e commerciale da cogliere.

Legate indissolubilmente allo scambio delle merci, le fiere nascono e si sviluppano con il fiorire del mercato. Le relazioni economiche necessitano, infatti, di occasioni organizzate e cadenzate che permettono di poter saldare o rinnovare accordi. Nel Medioevo, periodo storico durante il quale sono ricordate per la prima volta, le fiere vengono allestite sui sagrati delle chiese; successivamente sono spostate fuori dalle mura delle città. Durante il 1500 e il 1600 esse mantengono un carattere fortemente internazionale e prosperano soprattutto in Francia e nelle Fiandre, paese di mercati e mercanti. Nel 18° e 19° secolo regrediscono a semplici feste di paese, dopo essere state un punto di riferimento per i commercianti per molti secoli. Le fiere decadono nel frangente storico in cui le Esposizioni Universali (la prima è stata quella di Londra nel 1851) raggiungono il massimo della popolarità a livello internazionale.

Il Crystal Palace ad Hyde Park, sede della grande Esposizione Universale di Londra del 1851.
Il Crystal Palace ad Hyde Park, sede della grande Esposizione Universale di Londra del 1851.

Sebbene le manifestazioni fieristiche siano in recessione alla fine del XIX secolo, nel 1850 a Lipsia viene inventata una nuova formula organizzativa, detta campionaria, che ha molto successo in tutta Europa e rinnova completamente l’idea tradizionale di fiera. Essendo l’opera d’arte anche un prodotto con un valore di scambio, oltre che uno estetico, sembra naturale si sia sviluppato un mercato che ne facilitasse la compravendita. L’inclusione dell’arte nel fenomeno-fiera avviene infatti già nel 1400. Una delle prime esposizioni commerciali d’arte ad essere organizzata è stata la Pand, allestita annualmente davanti alla cattedrale di Anversa nel XV secolo.

Innanzi tutto nel mondo artistico c’è da distinguere due tipologie di sistemi economici: uno legato al versante antiquario e l’altro a quello contemporaneo. Ciascuno di essi ha un suo funzionamento, un suo mercato, le sue regole e le sue istituzioni di riferimento. Per quanto riguarda l’arte del presente, della contemporaneità, il primo esempio vero e proprio di fiera dell’arte nel 20° secolo è l’Armory Show. Ideato nel 1913 da Arthur Davies, artista di stanza a New York (futura sede tra l’altro del sistema dell’arte contemporanea), l’esposizione è stata un’apripista per la cultura d’avanguardia. Sostenuto da quell’élite culturale newyorchese che sarà fondamentale per la creazione e l’apertura dei primi musei americani – per esempio Lili Bliss e Gertrude Vanderbilt Whitney – Davies dà vita ad un evento che mette in mostra opere impressioniste, espressioniste, cubiste.

Una vista della prima edizione dell'Armory Show di New York (1913)
Una vista della prima edizione dell’Armory Show di New York (1913)

Il principale pregio di questa esposizione è stato quello di portare in America l’avanguardia europea, che è stata successivamente fonte d’ispirazione per gli artisti locali. La location dell’evento è stata l’armeria del 69° Reggimento: un ampio spazio ripartito per l’occasione in una moltitudine di “stanze”. L’Armory Show, dunque, può essere considerato il parente più stretto della fiera che si conosce oggi per una serie di motivi: le opere sono recentissime e all’avanguardia, l’allestimento scelto è quello per compartimenti, la location è uno spazio immenso e anonimo, il pubblico è eterogeneo e curioso, il successo e la risonanza dell’evento sono grandiose. Successivamente a questa particolare esposizione, che è un vero e proprio spartiacque, bisogna attendere la fine degli anni Sessanta affinché la fiera assomigli di più a ciò che è nel nostro hic et nunc.

 

Le caratteristiche della fiera d’arte contemporanea

 

Si noti fin d’ora come la parola evento diventi in questa analisi centrale: s’intuisce in questo termine la strada che la fiera intraprenderà nel suo prossimo futuro. Prima di addentrarci lungo questo percorso che dagli esordi degli anni Settanta avanzerà fino al presente dei blog e delle mondanità, si vogliono evidenziare ancora alcuni aspetti originari e strutturali della fiera d’arte contemporanea delle origini, particolari che vedono una continuità anche nelle manifestazioni più recenti.

Per prima cosa, all’epoca dell’Armory Show oltre alla “fiera” (o ciò che più si avvicina ad essa in quel periodo storico) le esposizioni in generale vengono usate come canali di vendita di opere d’arte. Per esempio, la Biennale di Venezia dà la possibilità di acquistarle fino al 1968, quando è introdotto il divieto di vendita. Anche oggi si può sempre “prenotare” il lavoro di un artista durante lo svolgimento di mostre o eventi culturali, tuttavia l’aspetto lucrativo è separato da questi, almeno a livello verbale e teorico.

Il biglietto per l'ingresso alla prima edizione dell'Armory Show (1913)
Il biglietto per l’ingresso alla prima edizione dell’Armory Show (1913)

In secondo luogo ai primordi di questo nuovo fenomeno si noti come parallelamente al concetto di fiera d’arte nascano le antenate delle fiere complementari. Eredi a loro volta del Salon des Refusés, sono quel genere di eventi riservati interamente agli artisti più giovani che vengono organizzati in luoghi meno formali, come gli hotel. Queste fiere “minori” si svolgono nello stesso periodo di quella principale e in origine, come nell’attuale presente, vanno ad arricchire l’offerta artistica della città ospitante.

Verso la fine degli anni Sessanta cominciano a delinearsi i luoghi e i protagonisti del sistema dell’arte, in quanto fino a questo momento i ruoli e i compiti sono ancora indefiniti. Anche la fiera inizia a prendere una forma più nitida: in quegli anni diventa infatti il punto di riferimento per lo scambio e la compravendita delle opere d’arte contemporanea. L’unico luogo in cui il mondo dell’arte di ogni parte del globo va con l’intenzione di aggiornarsi sulle ultimissime tendenze e di riuscire a cogliere degli affari imperdibili.

La seconda puntata di questo speciale dedicato alla storia delle fiere d’arte sarà online GIOVEDI’ 16 MARZO. Non perdetela!

 

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