Presentata, il 14 marzo scorso a Maastricht, il TEFAF Art Market Report 2014 realizzato da Arts Economics che, di fatto, è il più completo rapporto sul mercato internazionale dell’arte. Nel 2013, il mercato nel suo complesso (compreso l’antiquariato) ha raggiunto un valore pari a 47.4 miliardi di euro, segnando un +8% sul 2012. In aumento anche il numero delle transazioni anche se in modo minore rispetto al valore. Un dato questo, che mette in evidenza come la crescita del mercato registrata lo scorso anno è dovuta, in primo luogo, ai prezzi delle opere vendute più che alla loro quantità.
Mentre il mercato italiano continua a stagnare, il 2013 conferma la leadership degli Stati Uniti che, con una crescita del +25%, rappresentano oggi il 38% del valore del mercato dell’arte. I collezionisti cinesi si sono mostrati più cauti rispetto al passato e questo ha determinato solo +2% nella crescita della Cina che, comunque, rimane saldamente al secondo posto nella classifica delle principali piazze internazionali anche se le sue quote calano al 24% (nel 2012 erano il 26%). Saldo anche il terzo posto del Regno Unito, che detiene il 20% (erano il 23% nel 2012) pur risentendo di una piazza europea che, vista nel suo insieme, ha mostrato maggiori segni di difficoltà rispetto ai principali competitor, facendo registrare un calo del -2%.
Dal punto di vista dei segmenti d’offerta, l’Arte Contemporanea e del Dopoguerra continua, inarrestabile, la sua ascesa e nel 2013 ha raggiunto, solo con le aste, il picco storico dei 4.9 miliardi di euro (+11% sul 2012) confermandosi il settore più forte del mercato di cui rappresenta il 44% delle transazioni e il 46% del valore. E’ qui, peraltro, che si hanno anche i prezzi più alti. E proprio in questo settore, incredibile ma vero, l’Italia fa registrare i prezzi più bassi del mondo.
Crescono le vendite in galleria (+6%), mentre calano quelle in Fiera (-3%). Si contrae, infine, il mercato online che, nel 2013, calato del -2% rispetto al 2012.
Gli USA volano ma non sono più quelli del 2006
Dal 2009 al 2013, il mercato statunitense ha duplicato il suo valore attestandosi, lo scorso anno, a 18 miliardi di euro (+25% sul 2012). Anche se lontani dai valori del 2006 (19.8 miliardi) gli Stati Uniti confermano, quindi, la loro leadership sul mercato internazionale dell’arte. Un successo, quello degli Usa, guidato tanto dall’aumento della domanda (internazionale e locale), che dei prezzi: qui viene venduto, nelle aste, il 52% del lotti aggiudicati per più di 1 milione di euro e addirittura il 60% di quelli fino a 10 milioni. Anche in questo caso, il settore più forte è quello dell’Arte Contemporanea e del Dopoguerra, che rappresenta il 59% del mercato statunitense e, in valore, il 44% di quello globale. Capitale dell’arte: New York, con il 90% delle vendite effettuate sul suolo americano.
Cina: i collezionisti si fanno più cauti
Il 2011 fu l’anno del grande sorpasso con la Cina che, entrata nel mercato dell’arte solo nel 2006, supera gli Stati Uniti divenendo la prima piazza a livello internazionale. Passa un anno e le cose cambiano nuovamente: nel 2012 gli Usa riconquistano il primo posto a fronte di un forte rallentamento delle vendite sul mercato cinese (-25% in valore). Un calo dovuto, in primo luogo, al rallentamento dell’economia del colosso orientale, a cui è corrisposto un decremento della domanda. A questo va aggiunta poi la diminuzione di opere di alta qualità immesse su un mercato che è principalmente domestico, a differenza di quello statunitense o britannico, entrambi fortemente internazionalizzati. Lo scandalo della corruzione e dell’evasione fiscale ha fatto il resto, riducendo anche gli acquisti fatti a fini speculativi sia da operatori privati che pubblici. Il 2013, anche se non in modo eclatante, ha segnato un minimo recupero, quanto meno nella fiducia del collezionisti che, però, si sono fatti più cauti e sospettosi nei confronti di tutte quelle opere che vengono percepite come sovrastimate. Le vendite in asta sono tornate a crescere (+1%) e il mercato cinese, nel suo complesso, ha un valore di 11.8 milioni di euro, ossia il 26% di quello globale. Percentuale che conferma la Cina come il più importante dei nuovi mercati e mantenendola saldamente al secondo posto.
L’Europa fatica a tenere il passo
Mentre il mercato internazionale continua a correre, l’Europa arranca e nel 2013 ha segnato un -3% rispetto all’anno precedente. Una stagnazione che si fa sentire anche nel Regno Unito che, pur rimanendo la principale piazza europea, lo scorso anno ha fatto registrare un calo del -5%. Calo a cui è corrisposta anche una diminuzione delle sue quote in Europa, passate dal 65% del 2012 al 63% del 2013. Meglio ha fatto la Francia, che lo scorso anno è cresciuta addirittura del +13% consolidando il suo secondo posto nella classifica del mercato europeo di cui, oggi, detiene il 19% del valore. Bene anche la Germania (+11%), al terzo posto con il 5% delle quote. Poi… il resto: una costellazione di piccoli mercati stagnanti se non addirittura in recessione, con l’Italia che si posiziona al 4° posto con il 3% del mercato europeo, seguita da Austria e Svezia (entrambe con il 2% delle quote), Spagna e Olanda (1%).
In Italia i prezzi più bassi mondo
Per quanto riguarda il nostro paese, è da sottolineare come il 3% (in valore) di mercato in Europa corrisponda all’1% di quote a livello globale. Sul fronte aste, invece, se l’Italia rappresenta sempre l’1% del valore a livello internazionale, la percentuale sale al 6% dal punto di vista del numero di opere vendute. Questo a dimostrazione del calo dei prezzi che sta caratterizzando il nostro mercato da ormai 7 anni: nel 2007 il prezzo medio di un’opera venduta all’asta in Italia era di circa 23.4 mila euro, oggi raggiunge a mala pena i 6mila euro. Va detto, però, che nel 2013 si è assistito ad una leggerissima inversione di tendenza, con un rialzo dei prezzi dello 0.6% rispetto al 2012. Spiccioli, certo, ma sempre meglio di quel -6.5% che ha caratterizzato l’Europa nello stesso periodo. Resta il fatto che dal 2007 al 2013 i prezzi sono calati del -74.3% contro il -33.7% europeo e il -13.0% degli Stati Uniti.
Anche allargando lo scenario a tutte le transazioni che avvengono nel nostro paese (aste, gallerie e mercanti) le cose non cambiano e, anzi, si fanno eclatanti per quanto riguarda il settore Arte Contemporanea e del Dopoguerra: l’Italia pesa sul mercato internazionale per l’1.1% in valore e per il 7.3% in volume, con un prezzo medio di 5.388 euro e un prezzo mediano attestato addirittura sui 984 euro. Di fatto i più bassi del mondo.