Record, strategie e trend del mercato dell’arte dalle aste di New York
L’intensa settimana di aste a New York ha portato risultati contrastanti, dimostrando un mercato più cauto e decisamente molto sensibile sia ai prezzi che alla qualità.
Le opere di qualità superiore, soprattutto quelle mai passate in asta, hanno trovato facilmente compratori.
Occasioni irripetibili come capolavori museali hanno segnato i momenti salienti, come l’iconico Monet venduto da Sotheby’s per 65,5 milioni di dollari o il Magritte da 120 milioni di dollari battuto da Christie’s.
Nonostante ciò, i risultati di queste aste sono stati eclissati dalla viralità del risultato di 6,2 milioni di dollari della Banana di Maurizio Cattelan. Tuttavia, da questa tornata emergono alcuni dati interessanti, tra cui record, vendite entro stima e flop inaspettati.
In un contesto segnato dai cambiamenti post-elettorali nelle politiche finanziarie e monetarie, il mercato ha vissuto quest’anno una fase di fiacca e riaggiustamento dei prezzi, soprattutto nel mercato secondario.
La posta in gioco in queste aste di Novembre è stata alta – e tutti hanno seguito con interesse in cerca di segnali su cosa possiamo aspettarci dal prossimo periodo, come ultimo importante test pre Miami.
Un elemento evidente in questo novembre è la prudenza delle case d’asta, che hanno puntato sui maestri e i nomi blue-chip, con pochissimi nomi dell’ultracontemporaneo al debutto, se non alcune solite star delle ultime aste, Lucy Bull e Jadé Fadjoutimi, che però non hanno raggiunto i risultati stellari di due anni fa, quando il mercato di questa categoria viveva un periodo di effervescenza (o bolla).
Il segmento ultracontemporaneo ed emergente ha subito un netto rallentamento, dopo l’ascesa dei prezzi alimentata dalla frenesia speculativa dell’era pandemica. Secondo un report di Bank of America, le vendite della categoria “Now” hanno registrato un calo del 55%, e il rapporto prezzo-stima è diminuito del 26%.
Sebbene le percentuali di venduto e i valori per lotto siano risultati complessivamente positivi, queste sono state per lo piu il risultato di un’orchestrazione molto tattica dell’offerta presentata questa stagione e di importanti garanzie e offerte minime concordate.
In un momento in cui il mercato non è più animato dal fervore (forse non naturale) degli anni passati, le case d’asta si sono impegnate in un tour de force per mantenere lo show emozionante.
Va comunque riconosciuto lo sforzo di riuscirci ancora una volta, portando momenti memorabili, come il caso della Banana.
Ripercorriamo quindi in ordine i momenti principali della settimana.
Il record del Monet da 65,5 milioni e Leonora Carrington guidano il Moderno da Sotheby’s
Ad aprire le danze, le Evening Sales di Sotheby’s del 18 novembre hanno chiuso con un totale complessivo di 309 milioni di dollari, oltre il 30% in più rispetto all’anno scorso (223,4 milioni di dollari per trentatré lotti), offrendo un inizio promettente e vibrante a questa tornata novembrina.
Il successo dell’asta è stato assicurato soprattutto dalla straordinaria collezione del magnate della cosmetica Sydell Miller, che ha superato le aspettative chiudendo a guanti bianchi con un totale di 216 milioni di dollari, ben al di sopra della stima massima di 205 milioni di dollari.
Star assoluta della serata è stato Monet, Nymphéas (1914-1915), appartenente all’iconica serie delle Ninfee dell’artista e mai apparso in asta. Il dipinto è stato aggiudicato per 65,5 milioni di dollari, a seguito di una dinamica contesa di bid e rilanci durata almeno 15 minuti, a un cliente asiatico tramite Jen Hua, vicepresidente di Sotheby’s per l’Asia.
Un altro pezzo forte è stata un’opera di qualità museale al suo debutto in asta: Weisses Oval (Ovale bianco) di Wassily Kandinsky (1919). Coperta sia da garanzia sia da un’offerta irrevocabile, l’opera ha superato la sua stima massima, raggiungendo alla fine 21,610,000 dollari. Ha superato le aspettative anche il Relief Éponge bleu sans titre (RE 28)(1961) di Yves Klein, un altro lotto coperto da garanzia, che è stato battuto a 14,227,500 dollari.
Continua il momento positivo anche per Les Lalanne, con il tavolo in bronzo dorato e vetro Troupeau d’Éléphants dans les Arbres Table, commissionato da Miller nel 2001 a François-Xavier Lalanne attraverso Peter Marino, che ha superato la stima di prevendita di 4-6 milioni di dollari ed è stato venduto per la cifra sbalorditiva di 11,600,000 dollari.
Le emozioni non si sono fermate qui: due consolle in bronzo e vetro patinato d’oro di Lalanne, anch’esse commissionate direttamente da Miller, sono state aggiudicate per 3,840,000 e 2,160,000 dollari, entrambe ben al di sopra delle stime di prevendita di 2 milioni di dollari.
Il resto dell’asta di Moderno di Sotheby’s è poi proseguito a ritmo sostenuto, anche se non con la stessa infallibilità, con alcuni momenti eclatanti come il grande successo della scultura mistica e surreale La Grande Dame di Leonora Carrington, che ha raggiunto 11,4 milioni di dollari, raddoppiando la stima di prevendita di 5-7 milioni di dollari, dopo un’intensa guerra di offerte.
L’acquirente è stato ancora una volta il collezionista argentino Eduardo Costantini, che aveva già acquisito l’altra opera record di Carrington, Les Distractions de Dagobert (1945), battuta per 28,5 milioni di dollari da Sotheby’s lo scorso maggio.
A conferma del momento di grande attenzione e successo di mercato che sta avendo l’Arte Latino-Americana, così come il Surrealismo e soprattutto le donne surrealiste, anche un’altra opera di Carrington, Il Tempio del mondo (1954), presentata pochi lotti dopo, è stata venduta entro stima per 4,560,000 dollari, segnando un incremento notevole rispetto al suo ultimo passaggio in asta da Christie’s nel 1993 per 365,500 dollari.
Ottimi risultati anche per Remedios Varo, con Los caminos tortuosos (1958), il primo lotto della serata, aggiudicato per 2,040,000 dollari.
Anche in questo caso, l’opera passata da Sotheby’s nel 2003 per 187,200 dollari ha visto un impressionante salto di prezzo.
Durante la stessa serata, Les Stylites (Les Stylists) di Leonor Fini ha superato la stima massima di 720,000 dollari, confermando la crescente domanda per il suo lavoro, grazie anche all’inclusione nell’ultima Biennale di Venezia e alla promozione della Kasmin Gallery.
Questo dipinto del 1934, che sarà in prestito per una grande mostra dedicata all’artista a Palazzo Reale di Milano il prossimo marzo, era stato venduto da Sotheby’s nel 2007 per soli 129,512 dollari, rendendo il risultato attuale ancora più notevole.
La “Modern Evening Sale” di Sotheby’s ha però chiuso con un più modesto totale di 92,9 milioni di dollari, a fronte di una stima di 92,3-135 milioni di dollari, con una percentuale di venduto del 77%.
Due lotti chiave, uno di Pablo Picasso e un altro di Sam Francis, sono stati ritirati prima dell’asta, mentre sette lotti sono andati invenduti, inclusa la delusione per l’esotico Matisse Torse de Jeune fille (1921-1923).
Altro top lot della serata è stato invece un pezzo di arte decorativa: la Danner Memorial Window, descritta come una delle più grandi opere di Louis Comfort Tiffany, venduta per la cifra record di 12,480,000 dollari dopo un’intensa sessione di 6 minuti di rilanci.
I risultati misti di Phillips e il Magritte da 121,2 milioni per il Moderno da Christie’s
Martedì 20 il martello è passato a Phillips e Christie’s, con una serata che ha portato risultati modesti e misti per la prima e fuochi d’artificio per alcuni capolavori della seconda, ma anche diverse delusioni e numerosi invenduti.
Phillips ha aperto la serata con una Evening Sale da 54,1 milioni di dollari, incalo del 23% rispetto ai 70 milioni dell’anno scorso. Dei 33 lotti in catalogo, tre sono stati ritirati e quattro invenduti, con un tasso di vendita dell’83%.
Solo cinque lotti hanno superato le stime, mentre circa un terzo è stato venduto al di sotto delle aspettative. Tra le maggiori delusioni, spicca l’autoritratto di Jean-Michel Basquiat del 1983, che non ha trovato acquirenti nonostante una stima pre-asta di 10-15 milioni di dollari. Altri invenduti significativi includono un monocromo di Robert Ryman del 1963/64 mai passato in asta e con una solida storia espositiva, una serigrafia con soggetto una pistola di Andy Warhol (1981/1982) con una stima di 4-6 milioni di dollari e un dipinto di Edward Hopper che si prevedeva venisse venduto a 300.000-500.000 dollari.
I momenti più entusiasmanti e i risultati megliori per la casa d’asta sono stati tutti in apertura, a partire dall’opera di Li Hei Di, che ha raddoppiato la sua stima chiudendo a 127.000 dollari, marcando un forte debutto (fra i pochi questa stagione) per l’artista 27enne di origine cinese recentemente entrato nel roster di Pace Gallery.
Il climax della serata è stato raggiunto con Kurt (occhiali da sole) (1995) di Elizabeth Peyton, una tela intima e intrigante, fresca di mercato, che dopo una serie di rilanci durata cinque minuti tra la sala e gli offerenti telefonici ha triplicato la sua stima, aggiudicandosi 2.359.000 dollari e fornendo una rara nota alta in una serata altrimenti tiepida.
Fra gli altri risultati degni di nota raggiunti, l’opera di Matthew Wong, in asta con garanzia e che ha comunque superato la stima, vendendo per 754.000 dollari, e Watcher (1994) di Lynette Yiadom-Boakye, un’altra opera mai offerta in asta che ha superato di poco le aspettative vendendo per 1.754.000 dollari, con diritti.
Verso la fine, un altro trionfo dell’ultimo minuto è arrivato con Twelve Tribes (2011) di Derek Fordjour, che ha raddoppiato la stima di 450.000-550.000 dollari stabilendo un nuovo record per l’artista chiudendo a 1.143.000 dollari.
La serata si è conclusa con New York Skyscrapers di Andy Warhol, un iconico ritratto della Trump Tower, che ha quasi raddoppiato la sua stima, raggiungendo 952.500 dollari e chiudendo la sessione con una nota finale rincuorante.
Le sessioni mattutine e pomeridiane dei giorni successivi da Phillips hanno prodotto risultati contrastanti, portando il totale settimanale della casa d’aste a 79.173.546 dollari.
Uno dei rari momenti di spicco nella sessione diurna è stato Howl(1986) di Ed Ruscha, venduto per 1.481.750 dollari, ben al di sopra della stima di 600.000-800.000 dollari.
Nella stessa serata del 20 novembre, Christie’s ha tenuto la sua asta del XX secolo, chiudendo con un totale di 486 milioni di dollari, trainati da alcune vendite straordinarie.
Star assoluta della serata è stato il Magritte, Empire of Lights: il dipinto da record è stato presentato con un drammatico spettacolo di luci e un prezzo di partenza di 75 milioni di dollari, inferiore alla stima bassa di 95 milioni. Alla fine, è stato aggiudicato al telefono con Alex Rotter per 121.160.000 dollari, dopo un duello di offerte durato dieci minuti con Xin Lee.
Nella stessa asta, una versione più piccola a guazzo su carta dello stesso soggetto è stata venduta per 18.100.000 dollari, superando la stima di 6-8 milioni.
L’opera proveniva dalla collezione della filantropa e collezionista Mica Ertegun, che ha chiuso a guanti bianchi per un totale di 184 milioni.
Un altro top lot della Collezione Mica Ertegun è stato il Marble Shatters, un bicchiere da bere di Ed Ruscha, fresco sul mercato e coperto da garanzia, che ha superato la stima massima, vendendo per 2.712.000 dollari. Allo stesso modo, la rara astrazione geometrica Konstruktion B VI di László Moholy-Nagy, anch’essa garantita da terzi, ha superato le stime, raggiungendo un prezzo finale di 1.381.000 dollari.
Nel frattempo, la monumentale e bizzarramente minimalista Natura morta su un tavolo di vetro (1971) di David Hockney, alla sua prima apparizione in asta e garantita da terzi, è stata venduta per 19.040.000 dollari, sfiorando il limite superiore delle stime.
Quando la serata è passata alla 20th Century Sale, l’atmosfera è cambiata, ma l’entusiasmo si è ravvivato con il passaggio di Standard Station, Ten-Cent Western Being Torn in Half (1964) di Ed Ruscha.
L’opera ha segnato un nuovo record per l’artista, aggiudicata per telefono a un collezionista statunitense per 59 milioni di dollari al martello, o 68,3 milioni di dollari con diritti. Questo risultato ha eclissato il precedente record di 52 milioni di dollari, stabilito con Hurting the Word Radio #2 (1964) da Christie’s nel 2019.
A contribuire al nuovo record è stata anche la grande retrospettiva dell’artista al MoMA, che ha ulteriormente alimentato il mercato per le sue opere, come dimostra il numero di lavori offerti in questo mese di novembre.
Dopo i fuochi d’artificio dell’asta di Mica Ertegun, pochi lotti sono riusciti a superare le stime. Tra le eccezioni, Important Pair of Chameaux (1974), due divani a forma di cammello di François-Xavier Lalanne, provenienti dalla collezione di Laura Lee Brown e Steve Wilson del 21c Museum Hotels, venduti per 7.770.000 dollari, incredibilmente senza alcuna garanzia.
Anche un’altra opera di Magritte, La recherche de l’absolu (1963), ha superato le aspettative, raggiungendo 8.460.000 dollari contro una stima di prevendita di 3-5 milioni.
Un altro inaspettato top lot è stato l’inquietante Ritratto di donna di Christian Schad, che ha raggiunto 3.196.000 dollari, superando di gran lunga i 6-9 milioni di dollari stimati, nonostante fosse già coperto da garanzia.
La Banana da 6,2 milioni di Cattelan che fa impazzire il mondo
Il mondo dell’arte (e non solo) è rimasto sbalordito la sera successiva all’asta “The Now and Contemporary Evening Sale” di Sotheby’s, quando la controversa banana a muro di Maurizio Cattelan, Comedian (2019), ha raggiunto la cifra record di 6.240.000 dollari, diritti inclusi, dopo una serrata gara di offerte.
Sette offerenti si sono contesi l’opera per almeno 10 minuti, prima che venisse aggiudicata telefonicamente a Jen Hua, vicepresidente di Sotheby’s per l’Asia. Sul podio, il banditore Oliver Barker ha ironizzato durante l’asta con la frase: “Solo da Sotheby’s puoi acquistare una banana così costosa. Non lasciatevela scappare!”.
Con questa vendita, Cattelan ha messo a segno un altro colpo da maestro di performance art, prendendo con sagacia in giro il sistema che lo ha reso celebre e ricco. L’opera, già al centro dell’attenzione al suo debutto ad Art Basel nel 2019, quando fu venduta per 120.000 dollari, ha completato un ciclo di mercato perfetto, culminato nella vendita multimilionaria in una delle più prestigiose case d’aste del mondo.
Già allora Cattelan aveva descritto Comedian come “un commento sincero e una riflessione su ciò che apprezziamo”. La vendita di ieri sera conferma che il mercato, e il pubblico, continuano a valorizzare questa banana più di molte altre opere d’arte.
La rilevanza storica e simbolica dell’opera è stata ulteriormente enfatizzata quando Justin Sun, fondatore della piattaforma di criptovalute Tron, ha confermato su X (ex Twitter) di essere il nuovo proprietario, definendo Comedian come “un fenomeno culturale che unisce i mondi dell’arte, dei meme e della comunità delle criptovalute”.
L’opera, infatti, era l’unico lotto dell’asta aperto ai pagamenti in criptovalute, un dettaglio che richiama l’affinità concettuale tra Comedian e gli NFT: effimera, simbolica e basata sul quadro legale e linguistico che ne sancisce la proprietà. Sun ha dichiarato che mangerà la banana come parte di un’“esperienza artistica unica”, sollevando nuove questioni sul rapporto fra beni fisici e digitali nel contesto artistico contemporaneo.
L’entusiasmo per l’asta era però già palpabile fin dall’inizio, con il primo lotto, un’opera dell’artista giapponese Yu Nishimura, che ha visto un’apertura a 20.000 dollari per poi schizzare a 110.000 dollari di martello (132.000 dollari, tasse incluse), grazie a una vivace competizione tra offerenti telefonici, online e in sala.
Questo risultato riflette il crescente interesse per Nishimura, il cui mercato primario era accessibile fino a un anno fa ma è ora strategicamente limitato dalle sue gallerie, Galerie Crèvecœur e Sadie Coles HQ.
Anche i lotti successivi, nonostante il clamore mediatico attorno alla banana di Cattelan, hanno registrato ottimi risultati. Un dipinto del 1974 di Suzanne Jackson, presentato all’asta dopo un anno di importanti riconoscimenti istituzionali, tra cui la Biennale del Whitney, ha superato la stima massima, vendendo per 288.000 dollari. Similmente, Miyoko Ito, nota astrattista attiva negli anni Ottanta a Chicago, ha ottenuto 495.000 dollari, mentre una tela minimalista di Myron Stout ha superato di gran lunga la stima di 300.000-500.000 dollari, raggiungendo i 900.000 dollari.
La serata ha mantenuto un ritmo vivace per i primi trenta lotti, fino a un momento di stallo con Berg di Gerhard Richter, che non ha trovato acquirenti per 3,9 milioni di dollari. Prima di questo episodio, però, Sotheby’s aveva registrato altri successi significativi: un’opera di Louis Fratino è passata da un’offerta iniziale di 60.000 dollari a un’aggiudicazione di 260.000 dollari (312.000 dollari con le spese), mentre un dipinto del 2008 di Kai Althoff, originariamente acquistato dalla Gladstone Gallery, è stato venduto per 960.000 dollari.
Una piccola opera di Laura Owens ha superato la stima di prevendita, raddoppiando il prezzo e raggiungendo 720.000 dollari. Anche un dipinto surreale di Pol Tabouret ha stabilito un record personale, raggiungendo i 156.000 dollari da un’offerta di apertura di 70.000 dollari, mentre un’opera di Hilary Pecis, acquistata nel 2021 dalla Rachel Uffner Gallery, è stata venduta per 504.000 dollari.
Alla fine della serata, Sotheby’s ha totalizzato 112,3 milioni di dollari. Sebbene Comedian di Cattelan non abbia contribuito in modo significativo alla cifra complessiva, è stata indubbiamente il momento clou dell’evento, oscurando ogni altro risultato con la sua pura assurdità e il fermento culturale che ha suscitato.
Christie’s chiude con 11 record
L’ultima a concludere la settimana delle aste è stata Christie’s, che giovedì 21 ha tenuto la Evening Sale dedicata al XXI secolo, totalizzando 106,5 milioni di dollari. Questo risultato ha portato il totale della stagione autunnale della casa d’aste a 623,2 milioni di dollari, una cifra solida ma ottenuta principalmente grazie a garanzie, vendite sotto stima e stime riviste al ribasso prima dell’asta, un approccio strategico necessario in un mercato che impone moderazione nelle aspettative.
Guidata da Georgina Hilton, l’asta si è aperta con due record per star ultracontemporanee, entrambe recentemente entrate nel roster di importanti gallerie come Hauser & Wirth e David Zwirner. Dopo l’ampia personale all’ICA di Boston, Firelei Báez ha stabilito un nuovo record con un’aggiudicazione di 450.000 dollari (567.000 dollari con le spese), mentre il vibrante ritratto notturno di due donne in barca di Sasha Gordon, acquistato pochi anni fa da Matthew Brown, è stato venduto per 170.000 dollari(214.200 dollari con le spese), grazie a un offerente telefonico. Subito dopo, una tela caleidoscopica di Denzil Forrester ha superato la stima di 80.000-120.000 dollari, raggiungendo il record di 189.000 dollari.
La serata ha visto un totale di 11 record, tra cui Siluetas di Ana Mendieta, proveniente dalla prestigiosa Rosa de la Cruz Collection, venduta per 756.000 dollari (oltre la stima di 300.000-500.000 dollari). L’opera Pool di Roni Horn, eterea e trasparente, è stata aggiudicata per 1.804.500 dollari dopo appena un minuto di offerte. Altri record hanno incluso Hilary Pecis, con un’opera venduta per 1.260.000 dollari; una suggestiva fotografia di William Eggleston, battuta a 1.441.500 dollari; un’opera su carta di Louise Bourgeois (Les Fleurs), aggiudicata per 2.591.000 dollari; e un’opera di Sarah Sze, venduta per 1.071.000 dollari dopo un’intensa battaglia di offerte.
Tra i lotti più attesi, il monumentale ritratto dell’eroe di Jean-Michel Basquiat del 1982, proveniente dalla collezione di Peter Brant, è stato venduto per 19,5 milioni di dollari, stabilendo un nuovo record per le opere su carta dell’artista. Partito da una base di 13 milioni (ben al di sotto della stima minima di 20 milioni), l’asta ha visto un serrato duello telefonico tra Michael Baptiste e Alex Rotter, con Alberto Mugrabi che ha chiuso l’offerta. Anche Untitled (Hollywood African Mask) di Keith Haring ha registrato un record per un’opera tridimensionale dell’artista, venduta per 3.196.000 dollari.
Per l’ultracontemporaneo, è andata particolarmente bene a Lucy Bull, il cui dipinto del 2019 ha superato la stima di 600.000-800.000 dollari, chiudendo a 1.197.000 dollari. Il trittico Anxious Men di Rashid Johnson, sebbene stimato al ribasso (1.800.000-2.500.000 dollari), è stato venduto per 2.712.000 dollari, confermando l’interesse per l’artista.
Un successo apparente, quello della serata, ma in parte “architettato”: due ritiri strategici – una fotografia di Diane Arbus stimata 500.000-700.000 dollari e un dipinto di Eric Fischl stimato 3-4 milioni – hanno contribuito a mantenere il risultato “a guanti bianchi”.
Un Bilancio della Settimana
Valutando l’intera settimana, le vendite di novembre hanno dimostrato che il mercato dell’arte è ancora attivo e resiliente, nonostante condizioni non ottimali. Il merito va in gran parte a cataloghi meticolosamente curati e strategie di vendita accorte, che hanno sostenuto i risultati complessivi. È un bilancio agrodolce, ma non privo di segnali incoraggianti. Come ha sottolineato il consulente d’arte Dan Oglander: “Dopo un lungo crollo del mercato (che non è stato così disastroso come alcuni credevano), questa stagione delle aste sta mostrando segni di ripresa. Tuttavia, sono sempre stato un allegro pessimista, quindi vediamo come si evolverà il resto dell’anno”.