Cuore verde d’Italia, come recita l’ormai noto claim turistico adottato da tempo dalla Regione, l’Umbria è una terra che nasconde tesori d’arte contemporanea inaspettati. Scoprire le collezioni di arte contemporanea in Umbria significa, infatti, intraprendere un viaggio attraverso spiritualità e antiche tradizioni, rilette con il linguaggio artistico di oggi, che si snoda tra piccole raccolte e grandi collezioni, per approdare nella più esaustiva collezione di opere di Alberto Burri a Città di Castello, dove il grande artista nacque il 12 marzo nel 1915.
Il contemporaneo della città degli innamorati
Conosciuta in tutto il mondo come la Città degli Innamorati, Terni – dove nel 176 d.C. nacque San Valentino, oggi patrono della città – è la prima tappa del nostro viaggio in Umbria. In realtà la prima sede museale che visitiamo ci rimanda ad un altro “soprannome”, quello dei città dell’acciaio, che la città umbra si è guadagnato durante la seconda rivoluzione industriale. E’ nella sede di quella che fu la SIRI – Società Italiana di Ricerche Industriali – , infatti, che oggi ha sede il CAOS – Centro Arti Opifici Siri, che ospita al suo interno il Museo di arte moderna e contemporanea “A. De Felice” il cui percorso espositivo si apre con opere di artisti italiani ed europei riconducibili al Realismo e all’Astrattismo (Turcato, Mastroianni, Severini, Montanarini, ecc), mentre nelle altre sale sono presenti opere più recenti (Miniucchi, Pomodoro, Greco). Particolarmente interessante la collezione delle grafiche firmate dai protagonisti dell’arte del Novecento europeo (Chagall, Kandinsky, Mirò, Leger, Cocteau, ecc) che fa parte della donazione effettuata da Aurelio de Felice a favore del Comune di Terni, qualche anno fa, insieme alle sculture di De Felice, ai dipinti di Metelli e alla consistente quantità di opere di artisti internazionali.
Rimandendo sempre nella provincia di Terni, una visita la merita il Museo dell’Opera di Guido Calori di Sangemini che ci permette di riscoprire una delle figure di spicco del panorama artistico del nostro Novecento, ingiustamente trascurata. Il Museo, situato nel Rione Rocca della cittadina, all’interno del terzo chiostro dell’ex convento delle clarisse, raccoglie la maggior parte delle opere pittoriche e scultoree realizzate da Calori e che erano conservate presso il suo studio romano di via Pinciana.
Arte contemporanea e spiritualità
Tra gli intrecci più interessanti che l’Umbria offre in termini di arte contemporanea vi è certamente quello con la spiritualità. A tal proposito, il Museo Emilio Greco di Orvieto, oggi ospitato dall’Opera del Duomo della città, rappresenta una prima tappa da non perdere. Al suo interno, infatti, è ospitata un’importante collezione di 32 sculture in bronzo e 60 opere grafiche, tra litografie, acqueforti e disegni che il maestro siciliano donò alla città di Orvieto, alla quale si legò per aver scolpito, tra il 1962 e il 1964, le porte bronzee del Duomo. Ma è ad Assisi che questo incontro mostra i suoi frutti più interessanti. Qui, a pochi minuti dalla Piazza del Comune e dalle Basiliche di San Francesco e Santa Chiara, si trova, infatti, la Galleria d’arte contemporanea della Pro Civitate Christiana.
Riaperta al pubblico nel 2005, questa Galleria conserva una collezione d’arte contemporanea molto particolare. Si tratta, infatti, di una racolta di opere a soggetto cristologico a firma di alcuni dei più importanti nomi dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale, tra i quali: De Chirico, Dottori, Carrà, Rosai, Tozzi, Menzio, Sassu, Fabbri, Pirandello, Greco nonché l’artista americano William Congdon, cui è dedicata un’intera sezione. La collezione comprende inoltre opere d’arte afro-asiatica, medaglie, bronzetti, vetrate istoriate, mosaici e la rara serie completa delle 58 incisioni del Miserere di Georges Rouault.
Vino, ceramica e… arte contemporanea
Dalla spiritualità alle tradizioni popolari. L’Umbria antica sembra riflettersi a pieno nelle proprie collezioni d’arte contemporanea. E’ il caso, ad esempio, di alcune raccolte legate all’arte della ceramica conservate, in primo luogo a Deruta, in provincia di Perugia. Qui ha sede il più antico museo italiano dedicato a questa arte: il Museo Regionale della Ceramica. Istituto nel 1898 oggi conserva oltre 6000 opere ed è ospitato nel trecentesco complesso conventuale di San Francesco, interamente restaurato. La sistemazione definitiva disegna un percorso innovativo, che si sviluppa dal piano terra ai due piani superiori, è introdotto da una sala didattica e descrive, organizzata in periodi, l’evoluzione della maiolica derutese dalla produzione arcaica a quella del Novecento. La sezione contemporanea è costituita principalmente da opere provenienti dal Multiplo d’Artista in Maiolica e dal Premio Deruta. A fianco di questa storica istituzione sorge, inoltre, la sede espositiva della Fondazione Ceramica Contemporanea d’Autore “Alviero Moretti” dovo sono esposti i pezzi realizzati da artisti e designer internazionali che collaborano con questo centro che, ancora oggi, è l’unico punto di incontro a livello internazionale tra Arte e Ceramica. A testimonianza di una tradizione che prosegue nel tempo.
Poco lontano da Deruta, a Torgiano, si trova invece la Raccolta Vaselle d’autore per il Vino Novello di Nino Caruso, nata da un primo nucleo di 58 sculture donate dall’artista alla Città e che documentano l’iter artistico di un maestro dell’arte ceramica contemporanea a partire dagli anni Cinquanta del secolo XX fino ai nostri giorni. Una collezione che, nel tempo, si è arricchita delle opere di diversi artisti contemporanei che, annualmente, si cimentano nella reinterpretazione della Vasella per il vino novello. Oggi la raccolta “Nino Caruso” comprende circa 150 opere di 48 artisti, tra cui ricordiamo Pietro Dorazio, Betty Woodman, Carla Accardi, Simona Weller, Nino Caruso, Bruno Ceccobelli, Giuseppe Gallo, Marian Heyerdahl, Paul Jensen, Ettore Consolazione, Jesús Castañón Loché, Giancarlo Sciannella, Annalisa Guerri, Mirta Morigi e Alfredo Gioventù.
Vino e arte contemporanea, peraltro, si intrecciano ancora nei dintorni di Torgiano – per la precisione a Brufa – dove, su iniziativa della Pro Loco, è nato un vero e proprio parco di sculture an plein air che si sviluppa tra i vigneti da cui nasce il Torgiano DOCG, tra i più rinomati ambasciatori dell’enologia umbra nel mondo.
L’Umbria che guarda al Futuro
Per gli amanti del contemporaneo più spinto, sono essenzialmente tre le tappe consigliate. La prima si trova a Città della Pieve ed è il Giardino dei Lauri, ossia la Collezione dei coniugi Angela e Massimo Lauro che hanno deciso di mettere a disposizione del pubblico parte della loro raccolta: oltre 70 lavori dei più rappresentativi talenti italiani ed internazionali di nuova generazione che documentano l’evoluzione espressiva e le sperimentazioni tecniche degli ultimi anni.
Da una collezione privata ci spostiamo, poi, a due raccolte pubbliche di assoluto pregio: Palazzo Penna a Perugia, che conserva al suo interno la Raccolta Gerardo Dottori – dedicata al maestro futurista umbro – e le sei lavagne della “Raccolta Joseph Beuys” realizzate a Perugia dal grande artista tedesco nel 1980; e Palazzo Collicola a Spoleto. Qui è ospitata la Galleria civica d’arte moderna la cui collezione permanente d’arte contemporanea si è originata con il Premio Spoleto. Tra le opere di maggior rilievo conservate nella Galleria spoletina, da ricordare: la Coda di cetaceo di Pino Pascali, esempio emblematico della pop art imperante negli anni Sessanta, un nucleo di opere dello scultore Leoncillo Leonardi, e Bands of color wall drawing di Sol Lewitt, fra i massimi esponenti del minimalismo americano. A queste si uniscono i lavori di Calder, Smith, Moore, Franchina, Colla, Pascali, Giò ed Arnaldo Pomodoro ed altri, donati al museo dal critico e collezionista Giovanni Carandente.
Per completare l’itinerario potreste, infine, fare una tappa al punta Navaccia, sul lido di Tuoro (teatro della battaglia di Annibale), dove si trova Campo al Sole, progettato da Pietro Cascella, in collaborazione con Mauro Berrettini e Cordelia von den Steinen, e composto da 27 grandi colonne-sculture in pietra serena che formano una spirale del diametro di 44 m.
Nel regno di Burri
Un intinerario alla scoperta dei tesori d’arte contemporanea in Umbria non potrebbe non terminare che a Città di Castello, con una visita alla Collezione di Palazzo Albizzini, sede della Fondazione Burri e che offre l’opportunità di vedere la raccolta più esaustiva di questo maestro del contemporaneo, con opere di altissima qualità selezionate dal pittore stesso.
La Collezione comprende 130 opere del grande artista italiano, organizzate in venti sale e comprese in un arco cronologico dal 1948 al 1989: Catrami, Muffe, Gobbi, Sacchi, Legni, Ferri, Combustioni, Cretti e Cellotex, oltre ai bozzetti per scenografie ed alcuni esempi della produzione grafica. Dal 1990, inoltre, a Palazzo Albizzini, si aggiunta la sede espositiva degli Ex Seccatoi del Tabacco inaugurata nel luglio 1990, che ospita altre 128 opere dal 1970 al 1993.