La digitalizzazione della cultura tra bad practice e casi virtuosi. Partendo dalla consapevolezza che smaterializzando l’esperienza sensoriale si limita, in qualche modo, anche la capacità ragionativa e creativa della mente umana.
Lo Storytelling è ormai uno strumento di marketing ampiamente usato anche in campo culturale. Ma oggi occorre sposare l’emotività con la missione educativa dei Musei.
C'è modo e modo di aprirsi al digitale. Oggi parliamo di un caso d'eccellenza, quello del Rijksmuseum di Amsterdam. Un modello a cui guardare ed ispirarsi.
In arrivo dall'UE 3 milioni per digitalizzare il patrimonio culturale in via d'estinzione. Un'operazione che consentirà di consegnare una sua testimonianza al tempo futuro, ma per farlo bene occorre una consapevolezza dell'opera d'arte che solo divulgazione e parteciazione possono creare.
Prevenire è meglio che curare. Vale in ambito medico, ma anche in quello artistico, con la figura del restauratore che diviene sempre più specializzata e dalla spicata sensibilità scientifica.
Da dove muovono tutti nostri interessi e le nostre curiosità? Una riflessione sul particolare rapporto che si instaura tra noi e alcune opere, tale da renderle "speciali" e sull'importanza di comunicare i contenuti dell'arte.
Nella sua richiesta di assiduità e di continuità, l’azione di cura perde il carattere di eccezionalità e ha più a che fare con le piccole azioni di ogni giorno e di ognuno. E’ questa l’accezione di cura che desideriamo applicare al Patrimonio Culturale.
La primavera dell’arte sboccia nella capitale austriaca con l’apertura della Contemporary Week di Dorotheum, che inaugura lunedì 20 maggio con l’asta dedicata all’arte moderna