Il bianco come linguaggio critico
A NADA Projects Miami 2025, C+N Gallery CANEPANERI presenta una selezione delle opere più recenti di Arseny Zhilyaev, artista che trasforma il bianco in uno strumento di riflessione critica. Attraverso velature e stratificazioni pittoriche, Zhilyaev esplora la fragilità della memoria, la complessità dei conflitti contemporanei e l’ambiguità delle informazioni. Le opere in mostra provengono principalmente dal progetto in corso Behind the fog of war there is always pain e dal ciclo The Monotony of the Pattern Recognizer, creando un dialogo tra urgenza del presente e eredità del modernismo.
Un diario di guerra cancellato
Il fulcro della presentazione è un archivio di quotidiani e riviste raccolti dall’artista a partire dal 24 febbraio 2022, data simbolica dell’invasione dell’Ucraina. Su queste pagine Zhilyaev stende strati di pittura bianca: talvolta leggeri, che lasciano intravedere titoli e fotografie, talvolta compatti, che cancellano completamente le parole. L’effetto è quello di un diario di guerra sospeso tra presenza e assenza, dove l’accumulo di notizie coincide con il loro svanire.


Accanto a questo corpus, la galleria espone all’interno del loro stand D106 della sezione curatoriale NADA Projects opere di The Monotony of the Pattern Recognizer, che combinano algoritmi, ricamo meccanico e pittura acrilica. Il bianco diventa qui “unità minima”: un gesto che mette in discussione il ruolo delle istituzioni e la presunta neutralità dei musei. Non mancano riferimenti storici, dalle monocromie dolorose di Mladen Stilinović, alla lezione modernista di Kazimir Malevič, il cui White on White rappresentava un passaggio verso l’azione e un nuovo inizio artistico.
Dentro la “fog of war”
Il progetto di Zhilyaev nasce da una riflessione sulla “fog of war”, la nebbia informativa che avvolge ogni conflitto. Nell’era digitale, seguire una guerra significa destreggiarsi tra notizie frammentarie, aggiornamenti continui, immagini spesso fuori contesto, propaganda e fake news. Dipingendo di bianco le pagine dei giornali, l’artista traduce in materia questa confusione: parole e titoli appaiono e scompaiono, il tempo sembra dilatarsi e il senso della realtà si frammenta.
Il bianco tra dolore e responsabilità
Il bianco non è solo cancellazione: è dolore che non si può comprendere da lontano, silenzio, distanza emotiva. Richiama la delicatezza e l’intimità dei lavori di Stilinović e, al contempo, il gesto modernista di Malevič, che vedeva nel bianco un punto di partenza, uno spazio di azione e rinnovamento.


Per Zhilyaev, però, il bianco ha anche un peso personale: cresce in un contesto russo e porta con sé la consapevolezza dei privilegi e delle responsabilità culturali. Le sue opere non danno risposte definitive, ma invitano lo spettatore a sostare nell’incertezza, a riflettere sui limiti della rappresentazione e sul dolore che nessuna immagine o parola può davvero restituire.
La scelta di presentare questo progetto a Miami, in un contesto internazionale e ad alta visibilità come NADA Projects, sottolinea la dimensione globale della ricerca di Zhilyaev, che affronta la guerra non soltanto come evento geopolitico, ma come condizione mediatica condivisa.
ARSENY ZHILYAEV
Arseny Zhilyaev (nato nel 1984, Voronezh, URSS) è un artista concettuale e docente con base a Venezia, noto per progetti che spesso simulano istituzioni finzionali e utilizzano il museo come medium. I suoi progetti sono stati esposti alla Manifesta 13 di Marsiglia, ha partecipato a numerose biennali internazionali e mostre in musei prestigiosi come il Centre Pompidou e la Tate Modern. Laureato in Russia e in Svezia, insegna a Milano e tiene conferenze in istituzioni artistiche di fama mondiale come il MoMA. È anche editore e autore di articoli su museologia d’avanguardia, e le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali.




