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Giovanni Casasco, collezionista 3.0

del

Se devo pensare al collezionista di oggi, eccolo lì: sempre sul pezzo, quasi un artdealer – il più aggiornato di tutti – per quanto riguarda i propri artisti e quelli che presto verranno in collezione. Senza limiti né frontiere, capace di alzarsi alle 3 del mattino per quella importante call con il tal gallerista, dall’altra parte del mondo, che rappresenta ufficialmente uno dei cavalli di battaglia della sua collezione. Lui non me l’ha detto, ma io sono sicura che è così. Vi presento Giovanni Casasco.

Alice Traforti: In un’intervista del 2015 per il Sole 24 ore, ho letto che la tua avventura di collezionista inizia nel 2003. Vuoi raccontarci come è iniziata la tua storia e come si è evoluta in questi 14 anni?

Giovanni Casasco: «Ho cominciato a collezionare arte partendo dalla necessità di arredare le mie abitazioni. Precisamente, ho cominciato a comprare mobili e quadri neoclassici ed impero, avendo sempre avuto una passione per Roma imperiale e per il classicismo. Uno dei primi acquisti fu una consolle impero proveniente dalla famosa bottega dei F.lli Jacob con bronzi di Philippe Thomire.

Dai dipinti del XIX secolo sono arrivato all’arte contemporanea ed ai giovani artisti emergenti. Ogni pezzo è parte di un tutto in quanto ogni pezzo conserva un fascino intatto. Ogni giorno ho la fortuna di passare davanti a un dipinto di J.W.Godward o di Anatolio Scifoni, piuttosto che a un centrotavola in bronzo dorato di Luigi Manfredini, e poi osservare uno pneumatico intagliato di Wim Delvoye o un dipinto di Lisa Yuskavage».

A.T.: Sapresti spiegarci perché collezioni arte contemporanea? Finanza, passione, entrambi… o c’è dell’altro?

G.C.: «Con la crisi del mercato azionario, sia con la bolla Internet che successivamente con il problema dei subprime, ho valutato che acquistare arte fosse interessante sia da un punto di vista estetico che economico. Un oggetto di valore può intanto esser goduto ogni giorno guardandolo, ma anche toccandolo, rendere magnetico un angolo della casa e, last but not the least, essere un ottimo investimento».

Un'opera di Iain Faulkner
Un’opera di Iain Faulkner

A.T.: La tua collezione ammonta a più di 100 pezzi di arte contemporanea. C’è qualche opera a cui sei particolarmente legato?

G.C.: «Sono legato a diverse opere. Ne cito solo due. Una è una grande tela di Richard Anuszkiewicz del 1966, penso il suo capolavoro, che comprai passando parte di una notte al telefono con una galleria di New York, la Wigmore Gallery, e che prossimamente verrà esposto in grandi mostre sulla Op Art. Un altro è un neon di Tracey Emin: “More Passion”. Opera eseguita in 3 pezzi, di cui ho scoperto che uno è stata donato dalla stessa artista a David Cameron ed installato al numero 10 di Downing Street».

A.T.: Il panorama contemporaneo oggi è molto vasto e nutrito di intermediari e servizi per l’arte sia offline che online. Il web ha azzerato le distanze spazio-temporali, rendendo fruibili una grossa quantità di informazioni e approfondimenti. Come scegli quali opere accogliere nella tua collezione? Ci sono delle linee guida che segui per l’acquisto o qualche strumento utile?

G.C.: «Sì, è vero: internet ha azzerato le distanze. Ritengo molto importante frequentare le fiere d’arte, leggere buoni libri sull’arte, ma è vero che Internet permette in un istante di trovarsi in una galleria dall’altro capo del mondo per vedere le immagini di un opening o per accedere in un attimo ad informazioni a cui prima si arrivava in modo molto più difficoltoso. Oggi ci sono siti specializzati tipo Artsy, Artnet, Artuner, ArtMarketMonitor ed altri, che giornalmente permettono di avere una view a 360° sul mondo dell’arte. Personalmente, scelgo gli artisti e le opere da collezionare basandomi sul mio gusto estetico, ma non solo. Ho sempre cercato di collezionare artisti che potessero avere una valenza internazionale. Proprio per questo, in un mondo sempre più globalizzato, è importante sapere quali gallerie rappresentano un determinato artista. Gallerie note a livello mondiale, come Lehmann Maupin, Sprueth Magers, White Cube, Gagosian, Paula Cooper, Jack Shainman, ma anche altre, rappresentano una garanzia per la maggior parte degli artisti rappresentati. Per un piccolo riferimento alle gallerie italiane più attive nel contemporaneo vorrei citarne 3: Brand New Gallery, T293, Kaufmann Repetto. Infine, di ogni artista cerco sempre di acquistare il tipo di lavoro che ne caratterizza il linguaggio. L’arte è un linguaggio».

A.T.: Siamo tutti curiosi di conoscere la giornata tipo di un collezionista e di sapere quale sia la routine per una buona pratica quotidiana dell’arte.

G.C.: «Durante la giornata consulto le newsletter che mi arrivano dalle gallerie d’arte e dai luoghi espositivi circa le mostre in programma. Online consulto i cataloghi d’asta di Christie’s, Sotheby’s, Dorotheum ect ect. A volte scambio opinioni con galleristi e con collezionisti. È utile per ampliare il proprio raggio di azione e di informazione. In realtà, più che una giornata tipo, ci sono dei periodi che per un collezionista sono caratterizzati dall’arte, per esempio Giugno in corrispondenza delle importanti aste di New York e della fiera di Basilea, la più importante, ma anche l’autunno con Frieze a Londra e Miami Art Basel a Miami. L’autunno è inoltre un bel periodo per i collezionisti italiani perché da tempo ci sono le ormai famose “Italian Sales”, e cioè le aste dedicate all’arte italiana post war & contemporary».

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Ringrazio immensamente Giovanni Casasco per aver condiviso con noi più di qualche accorgimento importante su come prendersi cura di una collezione.

Su tutti mi sento di spendere ancora qualche riga sull’elemento del dialogo. Un dialogo che parte da una solida base di informazioni e aggiornamenti, selezionati con cautela, in base alle propensioni e al focus della collezione, in un mix ben dosato tra web e carta. Il piatto del giorno, secondo il ricettario di casa Casasco, prevede notizie fresche di giornata, accompagnate da approfondimenti letture e frequentazioni quotidiane, conditi abbondantemente dal confronto aperto con colleghi, galleristi, artisti, addetti ai lavori… persone.

Questo è lo spirito del collezionista 3.0, che ogni mattina fa colazione con app dedicate all’arte e ogni sera ascolta la propria collezione, prima di andare a dormire.

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