A Est ma non troppo. Da Artvilnius, in Lituania, alla polacca Krakow Art Fair, passando da Art Athina, in Grecia, e Art Market Budapest. Mauro Defrancesco, titolare e fondatore della galleria UfoFabrik di Moena, sulle Dolomiti, da qualche tempo sta esplorando l’est europeo per comprenderne e coglierne le tante opportunità. Nell’arte, come in altri settori dell’economia, d’altronde, è sempre più fondamentale essere al posto giusto nel momento giusto. E mentre tutti continuiamo a guardare ai cosiddetti paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) come alla mitica El Dorado, nuovi mercati si affacciano sulla scena dell’arte con sempre maggior consapevolezza, e offrendo occasioni sia a chi l’arte la vende ma anche a chi la compra: i collezionisti. Per capire cosa bolle in pentola a poche ore di volo da qui, abbiamo fatto due chiacchiere con Mauro che proprio in questi giorni sta programmando le sue nuove trasferte verso Est.
Nicola Maggi: Ungheria, Polonia, Grecia, Lituania… e ora Turchia. Ti stai spingendo sempre più ad Est. Come si sta sviluppando il mercato dell’arte e il collezionismo in questi paesi?
Mauro Defrancesco: «Istanbul, come Mosca, per quest’anno rimane un sogno nel cassetto, i contatti con gli organizzatori, comunque, sono aperti, speriamo di concretizzare nel futuro. All’estero l’attenzione per le gallerie e gli artisti italiani è molto forte. Si tratta di mercati emergenti, senza timori reverenziali e che stanno lavorando bene. La domanda di arte contemporanea è in aumento. L’offerta qualitativa mediamente è buona: si nota una maggiore freschezza, più artisti giovani e idee. In generale le quotazioni sono simili al mercato italiano. Tra i giovani la qualità tecnica mi sembra spesso migliore rispetto al mercato italiano e si nota una volontà maggiore di emergere».
N.M.: Consiglieresti ad un giovane collezionista italiano di esplorare le frontiere più orientali del mercato europeo?
M.D.: «Sì. Per esperienza diretta consiglio in particolare ArtVilnius e Art Athina. Due appuntamenti che offrono una buona proposta espositiva, un ottimo range di prezzi – adatti a tutte le tasche – e linguaggi e tecniche artistiche differenti. In particolare, queste due rassegne internazionali vedono un numero elevato di gallerie provenienti da nazioni e culture differenti. Questo significa ampliare rapidamente la propria visione da collezionista e aggiungere alla propria collezione opere valide. Scegliendo con attenzione si possono fare ottimi affari. A Budapest partecipo quest’anno per la prima volta, dalle edizioni precedenti il modello pare simile».
N.M.: Dal punto di vista del gallerista, che opportunità offrono questi paesi?
M.D.: «Direttori e staff molto professionali, una maggiore attenzione e sostegno, sconti e benefit. Le fiere all’estero amano avere gallerie italiane, in tutto il mondo siamo riconosciuti come portatori di idee, fantasia e qualità. In buona sostanza: le fiere costano meno, sono organizzate meglio, si vede un maggiore numero di progetti interessanti e spesso si vende di più. In Italia, la maggior parte delle fiere si riduce ad una semplice vendita di stand, senza un progetto culturale, o anche semplicemente una visione organizzativa. A rimetterci siamo quasi tutti: galleristi, artisti e, nota molto dolente, i collezionisti».
N.M.: Quali sono, secondo te, i centri più vivaci della scena artistica dell’Europa dell’Est e del Nord?
M.D.: «L’impressione è che tutto l’Est sia in fermento, per recuperare il tempo perduto. Il lavoro di indagine naturalmente è solo all’inizio».
N.M.: Qualche indicazione su come prepararsi al mercato di questi paesi?
M.D.: «Con serietà e leggerezza: individuata la meta partire senza preconcetti. Come accennavo prima le quotazioni sono simili al mercato italiano. La prima lingua ufficiale dell’arte contemporanea è la sensibilità seguita, a ruota, dall’inglese. I siti internet delle fiere dicono molto: leggere con attenzione l’elenco delle gallerie partecipanti. Ma non si vive di solo mercato e quindi, nel progettare il week end, consiglio a tutti di lasciarsi spazio per visitare le gallerie e le istituzioni locali. Se presente, è molto utile, nelle fiera, aderire al programma VIP. Infine, una raccomandazione: durante la visita cercate di cogliere rapidamente l’aria del luogo, le comunità locali che seguono l’arte contemporanea amano molto allacciare nuovi contatti».
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