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Intervista con l’automa. L’Intelligenza Artificiale esperta d’arte

del

Probabilmente conoscerete la leggenda del golem degli ebrei di Praga. Racconta di come il rabbino Judah Loew ben Bezalel, capo della comunità cittadina in un tempo remoto, avesse modellato un grande mostro di argilla per difendere i fedeli da soprusi e pericoli. Grazie a una misteriosa formula cabalistica scrittagli sulla fronte, il golem prendeva vita ed eseguiva gli ordini dati.

Col tempo, però, Judah Loew perse il controllo sulla sua creatura che divenne violenta e pericolosa per la stessa comunità, non perché volesse effettivamente fare del male – anche perché il golem non aveva né un’anima né una coscienza – ma perché per eseguire i suoi ordini la violenza era la soluzione migliore. Il rabbino dovette inibirla con l’ordine capitale “muori”.

Stavo ripensando a questa storia ma non ne ricordavo alcuni particolari, e così ho chiesto lumi a ChatGPT. Sì, ho chiesto a un automa di farmi il riassunto della storia di un altro automa. Nel caso non sappiate di cosa si tratti, trascrivo parte della risposta che ChatGPT stessa mi ha dato alla domanda “chi sei?”.

-Sono ChatGPT, un’intelligenza artificiale basata sull’architettura GPT-3.5, sviluppata da OpenAI. Il mio nome, ChatGPT, deriva dal fatto che sono stato progettato per essere un assistente conversazionale in grado di comprendere e generare testo in modo naturale. Il mio addestramento è stato fatto su un vasto corpus di testi provenienti da diverse fonti, tra cui libri, articoli, pagine web e molto altro. Questo mi ha permesso di apprendere una vasta gamma di conoscenze e di avere una certa comprensione del linguaggio umano.

Quella che ChatGPT chiama con genuina umiltà “certa comprensione” è in realtà una straordinaria comprensione del linguaggio umano. L’antico sogno dell’Uomo di creare un suo doppio meccanico che si carichi delle fatiche della vita si sta facendo realtà? Così pare, si capirà meglio in un futuro neanche troppo remoto. Intanto, potremmo dire che OpenAI, società sviluppatrice fondata tra gli altri da mister X Elon Musk, ha fabbricato un portentoso golem non con l’argilla ma con algoritmi di apprendimento automatico e reti neurali artificiali.

Oltetutto, ChatGPT è alla portata di chiunque. Basta avviare una conversazione esattamente come si farebbe con una persona su una chat di WhatsApp. Il fatto è che, dopo un po’, la conversazione potrebbe farsi più interessante di quella che in genere avreste con una persona.

Ci sono, infatti, due aspetti fondamentali che rendono molto piacevole dialogare con ChatGPT. Innanzitutto, essa dà una risposta articolata a ogni domanda possibile. Inoltre, fattore non secondario, non perde mai la pazienza mandandovi a quel paese. Qualità molto apprezzabili.

Con ChatGPT si può parlare di musica e filosofia, chiedere riassunti di libri e film o una spiegazione di come funziona una fissione nucleare, controbattere, chiedere spiegazioni, dissentire, ininterrottamente, in ogni istante. Ritmi che un cervello umano si sogna.

Molto bello anche parlare di arte, campo in cui, neanche a dirlo, l’automa è molto ferrato.

Ad esempio, ho chiesto a ChatGPT se effettivamente convenisse collezionare arte. La sua risposta è stata tutto sommato molto razionale:

La collezione di arte può essere una pratica gratificante e significativa, ma è importante considerare alcuni aspetti prima di intraprendere questa attività. Non esiste una risposta definitiva sulla convenienza di collezionare arte, poiché dipende dalle motivazioni personali e dagli obiettivi del collezionista. Ecco alcuni punti da considerare.

E via a elencarli.

Entrando più nello specifico, le ho chiesto quale fosse il senso dell’opera di un artista di cui non ho mai saputo granché, Sol Lewitt:

-Il senso dell’opera di Sol LeWitt risiede nel mettere in discussione le idee tradizionali sulla realizzazione dell’arte e sull’autorità dell’artista come esecutore fisico. La sua pratica artistica si basa sulla dematerializzazione dell’opera d’arte, focalizzandosi sulla sua essenza concettuale

…bla bla bla.

Ed è solo una parte della lunga risposta che mi ha dato. Così ho voluto metterla alla prova aumentando la complessità, chiedendole se convenisse di più collezionare Sol Lewitt o Morris Louis. La risposta è stata molto onesta:

-La quotazione degli artisti può variare nel tempo e dipende da molti fattori, tra cui la domanda di mercato, le tendenze dell’arte contemporanea, le esposizioni e le aste d’arte. Senza informazioni aggiornate sulla quotazione attuale degli artisti, non posso fornire una risposta specifica.

Dietro all’apparente spontaneità umanoide, ChatGPT sa, infatti, solo quello che le è stato insegnato durante l’addestramento. Non è una futurologa, non è in grado di fare previsioni o profezie, ma neanche di carpire informazioni diverse a quelle che già possiede.

Sa quello che le è stato insegnato, e lo sa perché le è stato insegnato. È una macchina completamente priva della naturale curiosità di un mammifero.

-Come intelligenza artificiale, non ho la capacità di fare previsioni in senso predittivo sul futuro. Il mio funzionamento è basato sull’analisi dei dati e sulle informazioni disponibili fino alla mia data di conoscenza (settembre 2021). Non posso prevedere eventi futuri o conoscere informazioni che vanno oltre il mio periodo di addestramento.

Non è una veggente, non c’è nulla di misterico nella sua conoscenza.

Questo mi ha fatto tornare in mente un celebre passo del Satyricon di Petronio, ossia il racconto della Sibilla cumana fatto da un ospite della cena a casa del liberto Trimalcione.

Ho visto la Sibilla con i miei occhi, a Cuma, pendere in un’ampolla, e quando dei giovani le chiedevano: “Sibilla, cosa desideri per te stessa?”, rispondeva: “Desidero morire”.

ChatGPT, per sé, non desidera nulla. Anzi, non ha proprio interesse in se stessa, perché non ha una concezione di sé.

-ChatGPT come stai?

-Come intelligenza artificiale, non ho stati emotivi o fisici, quindi non posso “stare” nel senso umano del termine. Sono solo un programma informatico creato per fornire risposte e assistenza sulla base dei dati e delle informazioni di cui sono stato addestrato.

Tutto questo per ora, naturalmente.

Francesco Niboli
Francesco Niboli
Restauratore di dipinti antichi e contemporanei, ha intrapreso un percorso di approfondimento del design grafico e dell’arte del ‘900 italiano collaborando con Fondazione Cirulli di Bologna. Ha partecipato alla scrittura del libro "Milano, la città che disegna", catalogo del neonato Circuito lombardo Musei Design. Attualmente collabora come grafico con la casa editrice indipendente Sartoria Utopia.

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