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Maratona dell’arte a New York: cambiano i ritmi delle vendite

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La maratona delle due settimane dell’arte a New York, tra fiere e aste, è ufficialmente iniziata il 1° Maggio con l’apertura di Frieze New York presso lo Shed. Secondo molti, un’edizione decisamente sottotono sia in termini di offerta che di visitatori.

Pochi italiani e stranieri hanno visitato le fiere d’arte di New York quest’anno. Il pubblico americano ha mostrato un atteggiamento più conservativo e meno incline agli acquisti, un trend che si è rispecchiato anche nell’offerta delle gallerie, con una predominanza di opere decorative con varie declinazioni di una colorata astrazione geometrica e una prevalenza di pitture, soprattutto a Frieze, ma anche in altre fiere.

FRIEZE/ Photo by Casey Kelbaugh. Courtesy of Frieze and CKA.

Nonostante il clima cauto, alcune gallerie hanno registrato ottimi risultati di venditaPace Gallery, ad esempio, ha venduto la maggior parte dei dipinti di Robert Mangold già durante il giorno di preview, con prezzi compresi tra i 350.000 e i 450.000 USD. Anche le sculture di Arlene Shechet, esposte nella stessa mostra, hanno avuto un grande successo, con prezzi compresi tra i 90.000 e i 120.000 USD, con un singolo lavoro on hold per un museo

Bene anche per la galleria coreana Kukje Gallery, che ha fatto subito sold out dei collage su carta di Hague Tang, al suo debutto in Nord America.  

Fra le opere più costose vendute in fiera, l’opera di Doris Salcedo Disremembered XIV (2014) che ha trovato un compratore per 1 milione di dollari presso lo stand di White Cube, un Anthony Gormley da $629,300, un dipinto di Ed Clark da 850.000 dollari presso Hauser & Wirth e un’opera in acciaio inossidabile di Tony Cragg da 776.610 USD presso Thaddaeus Ropac.

Tra le opere più costose vendute a Frieze New York figurano Disremembered XIV (2014) di Doris Salcedo, che ha trovato un compratore per 1 milione di dollari da White Cube, una scultura di Anthony Gormley venduta per 629.300 dollari, un dipinto di Ed Clark venduto per 850.000 dollari da Hauser & Wirth e un’opera in acciaio inossidabile diTony Cragg venduta per 776.610 dollari da Thaddaeus Ropac.

Sono andati venduti anche i nuovi dipinti astratti di 3 metri di larghezza di Starling Ruby, presentati in uno stand personale da Gagosian, nonostante il prezzo di richiesta di 550,000 USD fosse significativamente più alto delle stime anche solo di quelli dalla collezione De La Cruz in asta la settimana successiva da Christies (250,000-$350,000 USD)

L’effetto Biennale si è fatto sentire a Frieze New York, con diverse gallerie che hanno puntato su artisti presenti alla rassegna veneziana. Tra queste, James Cohan ha allestito una mostra personale dedicata a Elias Sime, che rappresenta quest’anno anche l’Etiopia in Biennale. Gladstone ha dedicato l’intero stand ai recenti dipinti naturalistici di Alex Katz, protagonista di una mostra personale alla Fondazione Cini curata da Luca Massimo BarberoAndrew Kreps ha invece presentato l’opera di Julien Creuzet, artista franco-caraibico originario della Martinica che quest’anno rappresenta la Francia a Venezia. 

Alcune delle proposte più interessanti si trovavano però anche quest’anno nella sezione Focus, curata da Lumi Tan e dedicata agli espositori che sono in attività da 12 anni o meno. La sezione conteneva diverse gallerie al loro debutto a Frieze New York, tra cui Capsule Shanghai con una scenica presentazione personale della pittrice cinese Tao Siqi  (prezzi sotto i 15,000 USD);  le giocose pitture di quotidianità dell’artista indigena Carmézia Emiliano presentata dalla galleria brasiliana  Central Galeria e le composizioni di vetri frantumati dell’artista Charisse Pearlina Weston da Patron, ora anche nella Whitney Biennale. 

È andato invece alla galleria Madragoa di Lisbona il Focus Stand Prize per la sua presentazione personale di Sara Chang Yan.

Sempre lo stesso giorno hanno inaugurato anche 1-54 Contemporary African Art Fair Future fair, quest’anno entrambe a Chelsea.

È fortunatamente prevalsa una attenzione curatoriale e stand perlopiù personali a 1-54, con alcuni highlights degni di nota come l’ironia della pittura della giovane artista Nigeriana di base a Winnipeg, Canada, Ekene Emeka-Maduka presentata da Fabienne Levy,  o l’intero stand dell’artista sudafricana  Esther Mahlangu presentata da The Melrose  Gallery, che troviamo anche nel padiglione centrale ai Giardini dell’attuale Biennale curata da Adriano Pedrosa. 

Salto di qualità e affollatissimo opening  per Future Fair, quest’anno alla sua quarta edizione, con 60 espositori e una proposta di talenti  emergenti da tutto il mondo. Future Fair si distingue nel panorama fieristico con un modello di business innovativo e sostenibile, ispirato ai principi dell’impresa cooperativaLe gallerie che partecipano alla fiera vengono considerate shareholders e le gallerie fondatrici, sono state incluse in un piano di partecipazione agli utili della società e ricevono il 35% degli utili per i primi 4 anni.

Ha aperto sempre il primo maggio la nuova fiera satellite Esther nei sontuosi interni della Estonian House, un edificio di quattro piani in stile Beaux-Arts progettato dall’architetto di Brooklyn Thomas A. Gray nel 1899. Fondata da Margot Samel, dell’omonima galleria di Tribeca, aperta nel 2022, e da Olga Temnikova Tallinn, dell’estone Temnikova & Kasela, la fiera ha visto la partecipazione di  25 gallerie internazionali che hanno presentato i propri artisti in un interessante dialogo con arredi e interni dell’edificio. 

Sulla scia di iniziative come Paris Internationale, Basel Social Club e più di recente Supper Club a Hong Kong, la fiera si propone con un modello collaborativo e più sostenibile fra le gallerie partecipanticon costi di partecipazione molto più bassi di Frieze e NADA (1.500 dollari forfettario, per tutti) e ingresso gratuito per i visitatori. Fra gli highlights, le elaborate ed eccentriche ceramiche del duo lettone Skuja Bradley presentate su un tavolo  da biliardo da  Kaufmann Repetto:.

È ritornata sempre a Chelsea nell’ex edificio della Dia Foundation  anche quest’anno NADA, che ha aperto le porte invece il 2 Maggio con 92 gallerie partecipanti per  la sua 10 edizione

A differenza dell’anno scorso, anche a Future Fair è mancato l’entusiasmo che portava a rapidi sold out di opere di artisti emergentiI collezionisti presenti nel giorno di apertura hanno adottato un approccio più cauto. Questo cambiamento di atteggiamento riflette l’attuale scenario del mercato primario ed emergente, caratterizzato da un ritmo decisamente più lento rispetto a un anno fa.

Jongwan Jang, “Where Birds Don’t Cry,” 2024_COURTESY THE ARTIST AND FUNDRY GAL

Ha fatto comunque sold out uno degli stand più degni di nota con visionari e perturbanti dipinti  del coreano Jongwan Jang presentato da Foundry Seoul: in uno scenario da scifi e post disastro nucleare, figure ibride tra umano e alieno sembrano tentare di salvare le poche specie animali rimaste, in un paesaggio dominato da funghi atomici. Realizzate su su carta coreana tradizionale, le opere esplorano i concetti di evoluzione e potenziamento. (Prezzi tra i 3,500 e 10,900 USD) 

Nel mentre, tantissimi gli show che hanno aperto  fra i due distretti principali di Chelsea e Tribeca. Fra quelli più attesi e chiacchierati, sicuramente la personale di Maurizio Cattelan da Gagosian, dove l’artista ha sorpreso nuovamente il sistema e il mercato con un’altra delle sue geniali trovate: al centro di un’immensa stanza bianca e vuota, la figura in marmo bianco di un uomo vestito in modo trasandato e sdraiato su una panchina,con i pantaloni aperti per urinare,  mentre la scultura gocciola acqua richiamando tradizione delle innumerevoli fontane che ritraggono ragazzi e uomini che urinano.  

Di fronte si erge un muro scintillante, placcato d’oro, largo 20 metri e alto 5, composto da 64 singoli pannelli. Oltre alle varie interpretazioni storiche che si possono attribuire, questa trovata di Cattelan si distingue per il fatto che Gagosian stia vendendo i pannelli singolarmente. Ogni pannello ha dimensioni poco superiori a un metro e mezzo per un metro e mezzo, una misura “domestica” ideale per i collezionisti, e viene proposto a un prezzo più accessibile di 375.000 dollari per pannello. Questo porta ad un totale di 24 milioni di dollari per Gagosian, e nonostante ciò, la maggior parte dei pannelli è già stata venduta nei primi giorni.

L’art week newyorkese è proseguita la settimana successiva con le altre due fiere, Independent TEFAF, che hanno aperto entrambe Giovedì 9 Maggio.

Photography by Leandro Justen, Courtesy Independent

Affollato e con un’atmosfera molto più vibrante è stata l’opening di Independent agli Spring Studio in Tribeca,dove quest’anno presentano 77 espositori, prevalentemente gallerie di medie dimensioni.  Nonostante la qualità curatoriale di molti stand e la varietà nella proposta internazionale, anche qui si conferma un atteggiamento più conservazionista, con una decisa prevalenza della pittura

Il range dei prezzi è inoltre decisamente più alto quest’anno: delle circa 800 opere in vendita la prossima settimana, il 28% si colloca nella fascia  $20.000-$50.000, il che la rende la categoria più numerosa –  un salto decisivo rispetto alla  categoria dominante sotto i 5.000 dollari nel 2023.

Un esempio è Shannon Cartier Lucy, che nonostante ora collabori con Night Gallery e MASSIMO DE CARLO, torna ad esporre con Lubov New York, che l’ha scoperta e proposta a prezzi superiori ai 100.000 USD.

Tra gli stand degni di nota, si distingue la personale dedicata alle misteriose e intriganti opere di Michael Ho presso la Gallery Vacancy di Shanghai (con prezzi tra i 50.000 e i 60.000 USD), le vibranti e oniriche astrazioni di Caroline Absher presentate da Fredericks and Freisner (con prezzi tra i 15.000 e i 20.000 USD), e la pittrice chicana di Los Angeles, Danie Cansino, che anch’essa espone personalmente con la Charlie James Gallery. Gran parte delle sue opere sono già state vendute nelle prime ore, mentre altre rimangono in mostra al Rubell Museum di Miami.

Al piano terra troviamo invece le visionarie opere di Anastasia Komar presentata da Management nyc, che combinano una minuziosa pittura con strutture tridimensionali ispirate a studi scientifici all’avanguardia e poi prodotte in cina, per riflettere sulle possibili metamorfosi naturali e artificiali nel costante movimento della materia e delle sue particelle (range prezzo 40,000 USD).

Unica galleria italiana presente è Clima Gallery, con una presentazione personale di Valerio Nicolai che ha attratto subito l’interesse  del pubblico americano. 

Gagosian’s booth at TEFAF 2024. Artwork, left to right_ © Cy Twombly Foundation; © 2024 Estate of Brice Marden_Artists Rights Society (ARS), New York. Photo_ Dan Bradica

Dalle statuette cicladiche ai capolavori da milione, TEFAF si conferma ancora una volta tra le fiere migliori per la qualità delle opere presentate, nonché per la presenza di visitatori e collezionisti di alto livello. Tenutasi anche quest’anno nella prestigiosa e strategica location dell’Upper East Side della Park Avenue Armory, TEFAF ha attirato varie celebrità e collezionisti di spicco, tra cui nomi come Woody Allen e Leonardo Di Caprio, che si sono aggirati fra gli stand nelle prime ore di apertura.

A TEFAF quest’anno hanno partecipato circa 90 tra le maggiori gallerie mondiali, provenienti da ben 15 nazioni e 4 continenti, con un’offerta di opere di qualità museale esaminate dagli esperti di ciascun settore. La varietà dei pezzi in mostra e gli altissimi standard dell’evento attirano a questo caposaldo dell’arte newyorchese un pubblico internazionale.

Fra le presentazioni curate più interessanti, troviamo un dialogo fra le nature morte di Giorgio Morandi e le fantasiose ceramiche di George Ohr da David Zwirner, e una conversazione tra Brice Marden e Cy Twombly proposta da Gagosian, che evidenzia l’approccio esplorativo dei due artisti al rapporto tra forma astratta e allusione mitologica

MAZZOLENI AT TEFAF

Tante qui le gallerie italiane partecipanti con presentazioni d’eccellenza che andavano da un Cy Twombly che troneggiava nello stand di Cardi Gallery, un ritratto di Stephanie di Alex Katz nello stand di Mazzoleni, e una pietà di Michelangelo ripresa da Hiroshi Sugimoto da Galleria Continua.

Sempre Mazzoleni ha poi portato una combustione Bianco Plastica (1968) di Alberto Burri, insieme ad opere di Lucio Fontana, Salvo e degli Aerei di Boetti.

Jose Graci ha commentato: “L’opening ha visto la partecipazione di numerosi collezionisti newyorkesi, che hanno visitato il nostro stand soffermandosi in modo particolare sullo splendido Bianco Plastica di Burri, protagonista della nostra selezione di arte italiana, insieme a Fontana, Bonalumi, Boetti e Salvo. È sempre un momento particolarmente ricco di eventi  per la città tra fiera, aste, mostre ed eventi”.

MASSIMODECARLO ha invece fatto la doppietta fra Frieze la settimana precedente e TEFAF, dove ha presentato una riflessione sui generi del paesaggio e natura morta, con le opere di Etel Adnan, Jessie Homer French, John McAllister e Salvo.

Un altro stand interessante è stato quello di BLUM, con una mostra collettiva dal titolo “Pictures Girls Make: Portraitures”, che prosegue un’esposizione in galleria del 2023 curata da Alison M. Gingeras. Questa mostra esplora la storia del ritratto al femminile, presentando ritratti contemporanei di artisti come Cielo Félix-Hernández, Genieve Figgis e Ana Benaroyache si confrontano con maestri del passato come Elaine de Kooning e Alex Katz. Si crea così una prospettiva transgenerazionale e multiculturale.

Vendite anche a 7 cifre sin dalle prime ore di apertura:  Almine Rech ha venduto un piccolo dipinto di Picasso per una cifra compresa tra 1,8 e 2 milioni di dollari e un’opera su carta dell’artista per circa 500.000 USD. La galleria ha inoltre venduto dipinti di Kenny Scharf (tra i 180.000 e i 200.000 USD) e Brian Calvin (circa 50.000 USD) e una scultura in bronzo di Claire Tabouret (circa 100.000 USD). La galleria Tina Kim (stand 336) ha concluso un accordo per un’opera di Park Seo-bo in scala di grigi con un prezzo richiesto di 1,5 milioni di dollari.

L’interesse per le artiste donne è stato dimostrato da vendite multiple durante il VIP Preview Day e il primo giorno della fiera. Entusiasta la risposta alla presentazione personale di opere di Joan Snyder da Thaddeus Ropac, con  tutte le opere esposte alla VIP Preview vendute prima della fine della serata, tra cui il suo capolavoro in due parti Primary Fields, 2001, per 350.000 USD  un olio su tela Wall Garden per 160,000 USD e sei opere su carta conn prezzi fra i  $15,000 e $40,000.

Leon Tovar Gallery ha invece  venduto più di quindici opere su carta di Emma Reyes, artista colombiana di grande ispirazione recentemente presentata alla Biennale di Venezia, mentre Kasmin (stand 201) ha venduto a un collezionista una monumentale scultura in bronzo di Alma Allen di una libellula del 2022, per 65.000 USD durante la giornata di anteprima. 

Nonostante il denso calendario e il volume di opere offerte in queste due settimane,  il ritmo è decisamente più lento rispetto all’anno scorso per le vendite. Un’altra prova di un mercato dell’arte, soprattutto in America, ormai sempre più saturo, e una domanda che non riesce ad  assorbire questo livello di offerta, soprattutto nel primario e nell’ultra contemporaneo. 

Staremo ora a vedere le aste nella settimana successiva.

Elisa Carollo
Elisa Carollo
Elisa Carollo è art advisor, curatrice e appraiser conforme alla normativa USPAP, con un focus particolare sull' arte contemporanea e ultracontemporanea. Ha conseguito un master in Art, Law and Business presso Christie's New York e un BA in Marketing e management delle industrie culturali e creative presso l'Università IULM di Milano. Lavora come consulente freelance per collezionisti, gallerie e artisti e collabora stabilmente con la Fondazione Imago Mundi di Treviso. Fa parte del gruppo curatoriale della Fondazione Quadriennale per il monitoraggio della scena artistica contemporanea italiana e dell'IKT (International Association of Curators of Contemporary Art). È parte del team della start-up Innextart. Fra le mostre organizzate, le prime personali in Italia di artisti come Kennedy Yanko, Veronica Fernandez, David Antonio Cruz e a curato a New York il programma del Pintô International.

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