9.6 C
Pesaro

dal 2012 il primo blog dedicato al collezionismo d'arte.

Per quelli che volano. Breve ricordo di Giuliano Gori, collezionista e imprenditore d’altri tempi.

del

Le notizie corrono più veloci sui social network che in qualunque altro modo. E, infatti, ieri in tarda serata sul profilo Instagram della Fattoria di Celle, un laconico post, con un montaggio di video di Giuliano Gori in mezzo alle sue opere ne annunciava la morte: “Tutto parla di te”.

Quando qualcuno dalla forte personalità plasma un luogo a sua immagine, quel luogo è permeato da qualcosa di simile a quanto i romani avrebbero chiamato genius loci. La Fattoria di Celle, in provincia di Pistoia, è permeata dalla presenza del suo fondatore. Per certi versi, la storia di Giuliano Gori ricorda quella di Giulio Bargellini, imprenditore di Pieve di Cento e fondatore del Museo Magi 900, morto a settembre dell’anno scorso.

Imprenditori vecchio stampo, di quelli legati a un territorio di cui contribuiscono alla ricchezza e allo sviluppo. Nel caso di Gori, il territorio è quello della piana di Prato, capitale della lavorazione dei tessuti da secoli. “Io son di Prato, m’accontento d’esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo”, diceva Curzio Malaparte, nato pratese da un padre tedesco giunto nella cittadina toscana proprio per fare fortuna coi tessuti.

Gori amava l’arte contemporanea ed ebbe l’occhio e il cuore di investire parte della sua ricchezza in essa. Nel 1970, si trasferì dalla città in una fattoria nella campagna pistoiese, quella che diventerà la Fattoria di Celle, appunto.

Qui, trasferisce la sua già corposa collezione e commissiona nuove opere e installazioni: Alberto Burri, Christo, Jean Michel Folon, Keith Haring, Anselm Kiefer, Joseph Kosuth, Marino Marini, Eliseo Mattiacci, Emilio Vedova, Mimmo Paladino.

Nel frattempo, rimane comunque legato alla vita pratese. Merito anche suo l’installazione della scultura di marmo di Henry Moore in piazza San Marco, merito anche suo la fondazione del Centro Pecci per l’arte contemporanea.

La collezione di Gori è diversa dalle altre perché naturalmente predisposta per essere immersa nel verde, nell’aria pulita e salubre della campagna. La Fattoria di Celle è nata come parco artistico e non lo è diventata in seguito a una forzatura. Questa è la grandezza e l’intuizione di Giuliano Gori, che ebbe prima di altri un’idea oggi molto replicata.

Bello il ricordo espresso da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento in Santa Maria Novella a Firenze, sempre su Instagram: “Un pensiero per Giuliano Gori che ci ha lasciato da poche ore. La sua passione per l’arte il suo amore per la natura ne hanno fatto un esempio per tutti noi che già avvertiamo il vuoto lasciato con la sua morte. Dovunque si trovi adesso avrà desiderio di scoprire qualche forma d’arte inedita. Un pensiero alla sua famiglia con affetto e amicizia.”

Lo spirito di Gori rimane a Celle mentre la sua anima prende il volo sopra la campagna, i boschi, i rivi, in alto nel cielo, oltre la panchina di Luigi Mainolfi, Per quelli che volano.

Francesco Niboli
Francesco Niboli
Restauratore di dipinti antichi e contemporanei, ha intrapreso un percorso di approfondimento del design grafico e dell’arte del ‘900 italiano collaborando con Fondazione Cirulli di Bologna. Ha partecipato alla scrittura del libro "Milano, la città che disegna", catalogo del neonato Circuito lombardo Musei Design. Attualmente collabora come grafico con la casa editrice indipendente Sartoria Utopia.

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi approfondire ancora di più il mercato dell'arte puoi sostenerci abbonandoti al nostro servizio di rassegna stampa internazionale the artUpdate.

Abbonati ora!

Condividi
Tags

recenti

I tesori de Il Ponte

Arte moderna e contemporanea all’asta a Milano da Il Ponte Il 26 novembre 2024, Milano si prepara a ospitare l’attesissima asta di arte moderna e...

Il ritratto del Duca d’Este

Un’immagine di tutti, ma non per fini commerciali La sentenza della Corte d'Appello di Bologna n. 1792, pubblicata il 24 settembre 2024, ha affrontato una questione...

Vita e morte dell’immagine. Una storia dello sguardo in Occidente

“Vita e morte dell’immagine. Una storia dello sguardo in Occidente” è un’opera fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere la storia e l’evoluzione della percezione...

Articoli correlati

Iscriviti alla nostra newsletter e scarica gratuitamente il Report Mercato Arte 2023!

Iscriviti subito alle news di Collezione da Tiffany e riceverai, ogni settimana contenuti esclusivi dedicati al mercato dell'arte e al collezionismo d’arte. 

Completa il form e potrei scaricare subito gratuitamente il nuovo Report Mercato Arte 2023!

Sono un collezionista

Grazie la tua iscrizione è andata a buon fine!