L’evening sale in “rosa” di Sotheby’s, che ha inaugurato stasera a Londra la prima settimana importante di aste del 2019, tutto sommato è filata via liscia, anche se con qualche delusione di troppo tra i top lot, confermando i principali trend registrati nel 2018 e che possiamo sintetizzare con: l’ottimo momento di mercato per le donne, gli artisti afroamericani e, in generale, gli artisti blue chip viventi. Tanto che il totale di 93.295.300 £ (buyer’s premium incluso) – e un 89,7% di venduto in lotti – con cui si chiude l’asta porta con sé i nuovi record di Rebecca Warren, Toyin Ojih Odutola e Adam Pendleton.
Tutte promosse le 13 opere di artiste inserite in catalogo – il numero più alto mai visto in un’asta serale – capitanate da una Jenny Saville non in splendida forma. Il suo monumentale Juncture si è fermato, infatti, a 4.800.000 £, al di sotto della minima aspettativa e ben lontano dal record che nell’ottobre scorso l’ha incoronata come l’artista vivente più cara al mondo.
E’ in ottima serata, invece, Rebecca Warren alla sua prima presenza ad una evening sale di Sotheby’s e che porta a casa il suo nuovo record con Fascia III che sente il martello battere a 450.000 £.
Record anche per la giovane artista nigeriana Toyin Ojih Odutola il cui Selective Histories, presentato al lotto 23 con una stima di 100-150.000 £, viene battuto a 200.000 sterline. Il precedente primato era di neanche 37.000 £.
Tra gli altri risultati degni di nota, Untitled #9 della pittrice statunitense Agnes Martin che supera la stima massima per raggiungere un prezzo di martello di 2.300.000 £. Ma a far registrare buone performance, tutte sopra la massima aspettativa, sono anche Jean Dubuffet, Glenn Brown, Chis Ofili. Il secondo top lot del catalogo, Head of a Boy (1956) di Lucian Freud, centra invece di poco le aspettative, mentre il terzo – un Abstraktes Bild di Gherard Richter -, si ferma sotto la stima minima. Delude Mark Bradford, il cui Untitled del 2015 rimane invenduto. Mentre Marlene Dumas, che aspirava a ritoccare il proprio personale, si ferma sotto la stima minima a 1.900.000 £.
Va decisamente meglio Adrian Ghenie, il cui Duchamp’s Funeral 1 al lotto 25 supera ampiamente la stima massima per raggiungere un hammer price di 3.600.000 £. E vola rapidamente sopra i 7 milioni di sterline APEX di Jean-Michel Basquiat. Un risultato decisamente superiore ai 5 milioni che si attendeva la casa d’aste, che aveva inserito in catalogo l’opera con stima a richiesta.
Al lotto 30 arriva poi il terzo record della serata che conferma l’ottimo momento del giovane Adam Pendleton che vede il suo Black Dada / Column (k) del 2015 battuto a 160.000 £. E subito dopo ottimo risultato per il nostro Lucio Fontana il cui Concetto Spaziale, New York 8 supera agilmente la stima massima per essere venduto a 2.200.000 £.
Bene anche Albert Oehlen con il suo Die Badenden del 1999 (lotto 36) battuto per 1.900.000 £, contro una stima massima di 1.500.000 £. Non brilla particolarmente, invece, il quarto top lot della serata: Vicki! I — I Thought I Heard Your Voice di Roy Lichtenstein che, come l’Abstraktes Bild di Gherard Richter, non raggiunge la stima minima e si ferma a poco più di 4.9 milioni. Confermando, anche in questo caso, una delle tendenze dello scorso anno, ossia la normalizzazione degli artisti cosiddetti Blue Chip.
Nell’ultima fase dell’asta, straordinaria performance per i due Untitled di Jean-Michel Basquiat del 1987 ai lotti 51 e 52 che superano ampiamente la stima massima con il martello che batte, rispettivamente, a 925.000 e 825.000 sterline. E bene, sul finale, si comporta anche Lucio Fontana, mentre il Legno del 1958 di Alberto Burri non riesce a raggiungere la stima minima fermandosi a 1.250.000 £. Domani sera tocca a Christie’s dove brilla il monumentale ritratto di Henry Geldzahler and Christopher Scott realizzato da David Hockney nel 1969.
NOTA PER IL LETTORE: Salvo dove indicato diversamente, tutti i prezzi indicati nell’articolo non includono i diritti d’asta.