Settimana triste per il mondo dell’arte che, dopo aver salutato per l’ultima volta Jacques Villeglé deve dare il suo addio anche a Paula Rego, scomparsa ieri mattina. A darne la notizia, la Galleria Victoria Miro che la rappresenta dal 2020. “È con immensa tristezza che annunciamo la morte dell’artista portoghese-britannica Paula Rego all’età di 87 anni – si legge nel comunicato della galleria – È morta pacificamente questa mattina, dopo una breve malattia, nella sua casa nel nord di Londra, circondata dalla sua famiglia. I nostri più sentiti pensieri vanno ai suoi figli, Nick, Cas e Victoria Willing, ai suoi nipoti e pronipoti”.
Considerata una delle pittrici più significative del nostro tempo, nel 2021 l’artista – a cui è dedicata una sala alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – Rego era stata inserita dal Financial Times tra le 25 donne più influenti del mondo. Nata a Lisbona, in Portogallo, nel 1935, Paula Rego si trasferì per la prima volta nel Regno Unito nel 1951, dove ha frequentato la Slade School of Fine Art dal 1952 al 1956.
Le sue immagini intense e incisive non scendono a compromessi e obbligano lo spettatore a confrontarsi direttamente con i rapporti umani e con le dinamiche di potere sociali, sessuali ed emotive che spesso li definiscono. Utilizzando le strategie della parodia, della teatralità e della narrazione, le sue scene domestiche e psicologicamente cariche rappresentano il centro dell’esperienza femminile in un mondo segnato dai conflitti.
Profondamente influenzata dalla storia del Portogallo sotto il regime autoritario del primo ministro António de Oliveira Salazar, l’artista affronta l’oppressione e la violenza istituzionale verso le donne sottomesse alla tirannia politica. Nelle sue opere realizzate dagli anni Novanta, Rego intreccia i riferimenti alle favole portoghesi, alle principesse Disney, alla mordace satira di Francisco Goya e Honoré Daumier, con forti elementi autobiografici.
Dog Woman, la celebre serie cominciata nel 1994, presenta delle donne che si comportano come cani e si contorcono in pose sensuali. In Sleeper (1994), una donna è ritratta distesa sul pavimento sopra una giacca maschile, con accanto un piatto di cibo, insinuando implicitamente il dubbio se si tratti di castigo o accudimento.
E’ del 1998-99, invece, la serie Abortion, che si ritiene abbia influenzato il successo del secondo referendum del Portogallo sulla legalizzazione dell’aborto. Con un repertorio di immagini che raccontano sofferte storie di seduzione, stupro e infanticidio, Oratório (2008–2009) presenta le ipotesi di chi dovrebbe essere oggetto della compassione del pubblico. E degli stessi anni è anche Female Genital Mutilation.
Nella sua serie più recente, Seven Deadly Sins (2019), Rego riscopre, infine, l’interesse per la realizzazione di bambole di pezza come forma di scultura e rende tridimensionale la sua fascinazione per le parabole.
La prima grande mostra personale di Paula Rego a Londra si è tenuta alla AIR Gallery nel 1981, seguita nel 1988 da una mostra alla Serpentine Gallery. È stata nominata prima artista associata della National Gallery nel 1989-1990.
L’ultimo decennio ha tributato a Rego grandi successi e riconoscimenti, tra cui le sue principali mostre personali: Obedience and Defiance, a cura di Catherine Lampert, che ha viaggiato dalla Milton Keynes Gallery alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo nel 2019– 2020, fino all’Irish Museum of Modern Art di Dublino nel settembre 2020 (2020–2021); Paula Rego: Subversive Stories, con stampe di tutta la sua carriera, da Arnolfini a Bristol (2022); Paula Rego – The Scream of Imagination | In Keys, organizzata dalla Fondazione Serralves, presso MACNA – Museu de Arte Contemporânea Nadir Afonso, di Chaves in Portogallo (2020); Giving Fear a Face, al CEART: Centro de Arte Tomás y Valiente di Madrid in Spagna (2019); The Cruel Stories of Paula Rego al Musée de l’Orangerie di Parigi in Francia (2018–2019) e Folktales and Fairy Tales alla Casa das Histórias Paula Rego di Cascais in Portugal (2018).
Negli ultimi due anni è stata ulteriormente celebrata con importanti mostre internazionali tra cui la più grande e completa retrospettiva del suo lavoro fino ad oggi, iniziata alla Tate Britain (7 luglio-24 ottobre 2021) in viaggio al Kunstmuseum di Den Haag nei Paesi Bassi (2021 –2022) e al Museo Picasso di Málaga in Spagna (26 aprile–21 agosto 2022). Le opere dell’artista sono attualmente presenti nella 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, The Milk of Dreams, a cura di Cecilia Alemani, in mostra fino al 27 novembre 2022.
Lunghissimo l’elenco dei musei internazionali che in questi ultimi anni hanno ospitato mostre dedicate al suo lavoro. Oggi, inoltre, sue opere sono presenti nelle collezioni di numerose istituzioni museali, tra le quali: British Museum, Tate, National Gallery e National Portrait Gallery, Londra, Regno Unito; Il Metropolitan Museum of Art, MoMA, The Morgan Library & Museum, New York, USA; L’Art Institute di Chicago, USA e lo Yale Center for British Art, New Haven, USA.
Nel 2010, è stata nominata Dame of the British Empire ed è stata insignita del prestigioso Grã-Cruz da Ordem de Sant’Iago da Espada dal Presidente del Portogallo nel 2004. Rego ha ricevuto numerosi Dottorati ad Honorem in università tra cui l’Università di St. Andrews (1999), l’Università dell’East Anglia (1999), la Rhode Island School of Design (2000), il London Institute (2002), l’Università di Oxford (2005), la Roehampton University (2005), Faculdade de Belas-Artes presso l’Università di Lisbona (2011) e l’Università di Cambridge (2015). Ha ricevuto, infine, numerosi premi come la Medaglia d’Onore della città di Lisbona, Portogallo (2016), il Premio Maria Isabel Barreno (2017), la Medaglia al merito culturale del governo portoghese (2019) e il Premio alla carriera di Harper’s Bazaar ( 2019).