Dopo tanti cataloghi buoni, ma senza guizzi, il mercato italiano delle aste cala il suo primo asso: il doppio appuntamento con l’asta autunnale di Sotheby’s Italia (28-29 novembre) che porta una ventata di New York nelle strade eleganti della nostra Milano. Accanto ai grandi nomi dell’arte italiana, infatti, Palazzo Serbelloni propone in vendita, per la prima volta nel nostro Paese, un lavoro di Jean-Michel Basquiat proveniente da un’importante collezione internazionale. Si tratta di un piccolo ma prezioso Untitled del 1981 (61×51 cm) – realizzato acrilico, pastelli a cera, pennarello e collage su tela su cartone – già esposto nel 1993 al Musée d’Art Contemporain di Losanna in occasione di una delle sue più importanti retrospettive a livello europeo.
Valutato tra i € 300.000 – 400.000, questo lavoro appartiene alla serie Car e ci pone di fronte ad uno dei temi più ricorrenti nel lavoro di Basquiat: le macchine. Macchine che per lui sono, allo stesso tempo, un veicolo vero e proprio – come quello che lo travolse ancora bambino mandandolo all’ospedale – e un veicolo che trasporta idee, un mezzo che accompagna tutta la sua evoluzione stilistica nel tragitto della sua breve vita. Ma questo lavoro che arriva sul mercato italiano come insospettata primizia a 30 anni dalla scomparsa del celebre artista, riassume in sé tante cifre stilistiche tipiche della sua pratica artistica: la macchina, appunto, ma anche le sue famose e ricorrenti AAAA – possibile riferimento all’atleta Hank Aaron -, il colore steso quasi con violenza e disinteresse a coprire parte della tela. E poi, la data, che impreziosisce ancor di più questo lotto: il 1981 è in fatti l’anno in cui Jean Michel partecipa assieme agli amici Warhol e Haring alla New York/ New Wave organizzata da Diego Cortez. Ed è anche l’anno di Cadillac Moon, una tela sporcata da acrilico e pastello che ricorda la maniera di Twombly e il suo “primitivismo infantile”. Insomma un lotto che rappresenta un vero e proprio omaggio alla carriera del grande Samo.
Ma se Basquiat è, a suo modo, l’ospite d’onore del catalogo di Palazzo Serbelloni, la doppia asta di Sotheby’s è veramente ricca di quelle opere preziose che, fino a questo momento, erano un po’ mancate nella proposta autunnale del nostro mercato. Iniziamo allora a guardare più a fondo i 40 lotti della evening sale milanese del 28 novembre prossimo. Una raccolta selezionatissima, dove già al lotto n.2 troviamo uno splendido lavoro di Fausto Melotti del 1968: La Contestazione in mostra alla GAM di Torino nel 1972 (stima: € 80.000 – 120.000). Melotti che ritroviamo anche al lotto 14 con La Danza della Sposa: grande scultura in ottone, tulle e tessuto, del 1979 proveniente da una importante collezione di Madrid e già esposto a Venezia al Fortuny, a Lugano, Bruxelles e Madrid (Stima: € 150.000 – 200.000).
Importante, come sempre, anche la selezione di lavori di Lucio Fontana presenti in questo catalogo, dove spicca – già al lotto n. 4 – un taglio del 1963-1964 Concetto Spaziale, Attese (stima: € 400.000 – 500.000) eseguito da Fontana nell’ultimo periodo della sua vita. Il taglio è al centro dell’opera, su una tela di un verde intensissimo ed è una ferita, una fessura perfettamente conservata. Mentre al lotto 7 troviamo un’anilina del 1958, Concetto Spaziale, Forma (stima: € 250.000 – 350.000), proveniente dalla collezione di Giovanna Bonino di Buenos Aires, luogo storico per Fontana perché è qui che firmò nel 1946 il celebre Manifesto Blanco. Quest’opera fu esposta nel 1959 al Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires.
Sempre per quanto riguarda il padre dello spazialismo, al lotto n. 9, abbiamo un lavoro che ammicca le aste newyorchesi di questi giorni: un Concetto Spaziale oro del 1961, stimato € 800.000 – 1.200.000. Di fatto la stima più alta in catalogo assieme a quella, identica, proposta per la Natura Morta di Giorgio Morandi che troviamo al lotto 6. Datata 1923, questa tela è una delle primissime nature morte realizzate dall’artista bolognese di cui Sotheby’s propone anche una secondo esemplare, questa volta del 1959, inserito al n. 15 del catalogo con una stima di € 600.000 – 800.000. (Leggi -> Burri e Fontana: due star italiane tra i big delle evening sale di New York)
Lasciando per un attimo le tele, al lotto 5 troviamo un altra preziosa cultura, questa volta a firma di Leoncillo, il cui mercato sta vivendo un bel momento di ritrovata vivacità, e di cui viene proposta la Grande Mutilazione, uno dei suoi esempi di scultura in ceramica di grandi dimensioni, gres e smalti con base in legno (h. 130 cm; est. € 400.000 – 500.000), analoga ad all’esemplare che ha stabilito, durante la Thinking Italian di Christie’s a Londra, il nuovo record d’asta dell’artista. (Leggi -> Thinking Italian: record per Maria Lai e Leoncillo, ma la serata è fiacca)
Quest’opera, datata 1962, ha peraltro un pedigree espositivo di tutto rilievo: due Biennali di Venezia, la III Exposition Internationale de sculpture contemporaine a Parigi al Museo Rodin nel 1966, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1979, Ferrara e Spoleto nel 1983 e nel 1985 la Galleria d’Arte Moderna di Verona. Impossibile citare tutti i lavori di spicco di questo catalogo, dove si incontrano, ai lotti 37-38, anche un paio due grandi lavori di Enrico Castellani: Superficie Rossa (1985) e Superficie Blu (1995) entrambi valutati € 250.000-350.000. E al lotto 32 una grande tela di Renato Guttuso (al quale la GAM di Torino ha dedicato quest’anno un’importante monografica): Tre Operai e Una Prostituta stimata € 80.000 – 120.000.
Ma prima di lasciarvi alle pagine del prezioso catalogo di Sotheby’s che, con le opere della Day Sale, si compone complessivamente di circa 100 lotti suddivisi in due tornate – 28 novembre, lotti 1-44, e 29 novembre lotti 101-157 –, è doveroso attirare la vostra attenzione su un ultimo nucleo di opere la prima delle quali si trova al lotto 21. Si tratta di La persiana 2 di Afro, un’opera del 1954 tra le più convincenti realizzate nei creativi anni newyorchesi dell’artista di Udine ed esposta nel 1955 dalla celebre gallerista Catherine Viviano, promotrice sul mercato americano e internazionale dell’Arte Informale italiana. La tela, esposta anche nella monografica milanese di Palazzo Reale del 1992, ha una stima di € 180.000 – 250.000.
Al lotto 25, invece, lo sguardo cade sulla più preziosa delle opere di Alberto Burri – di cui domani a New York sarà battuto l’imponente Grande Legno e Rosso del 1957 -, presente nel catalogo di Palazzo Serbelloni: Bianco Plastica del 1968 (stima: € 500.000 -700.000), lavoro che si distingue dalle opere coetanee, per dimensioni e soggetto e che incarna un esempio maturo della serie delle Plastiche, la più celebrata dell’artista di Città di Castello. (Leggi -> Aste: Phillips insegue il record di Burri con un lavoro da 10 milioni di $)
Ma il 1968 è anche l’anno del dipinto di Mario Schifano Particolare di Oasi, già proveniente dalla Modern Art Agency di Lucio Amelio (lotto 29; est. € 100.000 – 150.000) e di un piccolo gruppo di opere della pop romana quali La Porta Grigia di Tano Festa (lotto 27; stima € 90.000 – 120.000). Mentre La Stanza delle Ideologie di Franco Angeli, è un capolavoro del 1969, ricco di simboli antichi e moderni, tratti dal contatto quotidiano che l’artista aveva con la strada: lupi, aquile, falci e martelli, etc. (lotto 28; stima: € 50.000 – 70.000). Da non trascurare anche il piccolo gruppo di lavori di Arte Povera presente in catalogo tra i quali, mi pare meriti attenzione il Senza Titolo del 1959 a firma di Jannis Kounellis (lotto 13; stima: € 300.000 – 400.000). Un lavoro che, cronologicamente, si pone un anno prima rispetto alla personale presso galleria La Tartaruga di Roma che lo consacrò.
Infine, chiudiamo questa nostra lettura catalogo “monografica” dedicata all’asta autunnale di Sotheby’s, segnalandovi nella Day Sale del 29 novembre la presenta di un paio di lavori di Osvaldo Licini, una grafite su carta del 1955 (lotto 134, stima: € 10.000-15.000) dal titolo Angelo o Munchausen, e la bell’olio su carta applicata su tela Alba su fondo rosso del 1956 (lotto 139, stima: € 40.000-50.000) . Due piccoli gioielli dei un artista a cui Cristiana Curti ha dedicato, proprio sulle pagine virtuali di Collezione da Tiffany, un appassionato articolo parlando delle bella retrospettiva che sta dedicato all’artista di Monte Vidon Corrado la Collezione Guggenheim di Venezia. (Leggi -> Osvaldo Licini alla Fondazione Guggenheim di Venezia (Conoscete Licini?))