Il 2019 non poteva aprirsi in modo migliore per Meeting Art che festeggia l’ingresso nel suo quarantesimo anno di attività con un risultato importante: 2.405.080 euro di fatturato nella prima asta di arte moderna e contemporanea dell’anno, con un tasso di venduto dell’80% in lotti. Un segnale importante, non solo per la casa d’aste vercellese, ma per tutto il mercato italiano delle aste che inizia con il piede giusto il nuovo anno dopo un 2018 non privo di difficoltà.
Oltre 600 i lotti in catalogo, che Meeting ha battuto in 6 sessioni tra il 12 e il 27 gennaio. Tra le aggiudicazioni degne di nota, anche se al di sotto della stima minima, Da citare, gli 86.100 euro del Senza titolo del 1983 di Emilio Vedova. Mentre Fluorescenza, olio su tela datato 1956 di Emilio Scanavino, è stato aggiudicato per 73.800 euro. Bene anche il Senza titolo del 1972 di Sebastian Matta al lotto 300, venduto per 78.720 euro. Anche se a guidare la vendita è stata un bella tempera su cartoncino a firma di Gino Severini: Lo spazio aereo unisce tutti i popoli. Presentato al lotto 400 con stima a richiesta, questo lavoro è stato aggiudicato per 250.920 euro.
«Dopo che il 2017 ha fatto registrare un risultato decisamente positivo, riconfermato dai risultati del 2018 – commentano dal dipartimento di arte moderna e contemporanea di Meeting Art, guidato da Marco Laurini e Pablo Carrara -, si presume che anche per l’anno in corso ci siano tutti i presupposti perché il trend degli ultimi due anni sia nuovamente in crescita. E’ un mercato sempre in continua evoluzione. E in questi anni il settore dell’arte moderna e contemporanea è stato tra quelli maggiormente in crescita. In particolare, riguardo ai dipinti, i periodi storici più richiesti sono quelli degli anni 50’ e 60’ e presumibilmente tale rimarrà anche per il 2019. E’ quindi opportuno intercettare repentinamente i mutamenti dello stesso, al fine di garantire al pubblico la miglior scelta possibile di opere, sia da un punto di vista commerciale, sia qualitativo».
«La stagione degli incanti – concludono entrando nel merito di questa prima asta – è ripartita con vigore ed entusiasmo da parte dei collezionisti, facendo registrare aggiudicazioni importanti. Su tutte, l’importante lavoro di Gino Severini, il cui titolo è “Lo spazio aereo unisce tutti i popoli”. Si tratta di una tempera su cartoncino cm 63,5×78 con stima e base d’asta a richiesta, rappresentato anche in copertina di catalogo, passato di mano per € 250.920».
Un’opera superba, quella di Severini che, stando alla dichiarazione fatta sull’autentica da Gina Severini Franchina, risale al periodo che vede l’artista toscano decorare gli uffici romani della KLM. E quindi, probabilmente, realizzato qualche anno prima rispetto alle date inserite in catalogo (1958-59) visto che Severini mette mano alla decorazione della sede di Roma della compagnia di bandiera dei Paesi Bassi nel 1954.
Dettagli, che niente tolgono all’ottimo risultato. Ma questo ci permette di dar luce ad un momento particolare della carriera di Severini. Siamo, infatti, negli anni che lo vedono fondare e dirigere a Parigi una scuola di mosaico e realizzare, nel 1953, in collaborazione con altri artisti, un grande dipinto per il Palazzo dei Congressi di Roma nel corso dell’Esposizione internazionale di agricoltura. Mentre nel 1954, lo stesso anno in cui partecia alla II Biennale Internazionale d’Arte di San Paolo, dove espone nella sezione dedicata al futurismo italiano con presentazione di Umbro Apollonio, decora, appunto, gli uffici KLM realizzati dagli architetti Monaco e Luccichenti. Decorazione che lo vede affiancato da due storici collaboratori: Lamberto Barbi e Giorgio Benvignati.
Fin qui la storia, ma torniamo al mercato e all’asta Meeting dove, al di là dei risultati citati, non sono mancate le performace sopra le righe, come il piccolo acrilico su tela del 1959-73 di Julio Le Parc presentato al lotto 96 con una stima di 8-9.000 euro e aggiudicato per la bellezza di 17.600 euro.
Bene anche l’acquaforte/acquatinta a colori di Francis Bacon – Portrait of Michel Leiris (1978) – al lotto 179, venduto a 9.000 euro. Mentre è stato aggiudicato per 14.500 euro Vaso di fiori, olio su tela di Filippo dei Pisis del 1947 al lotto 186. A conferma di un mercato, quello di De Pisis, che sta vivendo un momento di rinnovato vigore. Tanto da aver chiuso il 2018 con il secondo miglior fatturato degli ultimi 7 anni senza, peraltro, aver avuto mai in asta opere realmente importanti.
A metà catalogo, lotto 258, passa di mato per 21.000 euro un piccolo ricamo su tessuto di Alighiero Boetti: Incontri e scontri del 1985 (16×18 cm). Mentre Rossobluverdeviola, caseina del 1970 di Carla Accardi supera di poco la base per essere aggiudicata a 31.000 euro. Anche per lei un buon inizio d’anno dopo un 2018 che ha fatto registarre il suo fatturato più alto del XXI secolo e il nuovo record stabilito a novembre da Dorotheum: 240.000 euro.
Nella parte finale della vendita, invece, si segnalano i 25.000 euro di aggiudcazione per Al rezzo, piccolo olio su tavola (21×17 cm) di Giuseppe De Nittis e la performance, ben al di sopra di ogni aspettativa, per Il Picnic, olio su tela del 1918 di Giovanni Battista Carpineto, presentato in catalogo con una stima di 6-7.000 euro e aggiudicato a 11.400.