Quando ho cominciato – ormai vent’anni fa – questa avventura nel mondo dell’editoria d’arte con la mia prima rivista cartacea (che alcuni di voi magari ancora ricorderanno, si chiamava ‘con-fine’ come la casa editrice) mi portavo dentro le suggestioni di chi aveva ispirato la nascita di questa avventura. Sopra tutti c’era lo storico editore Franco Maria Ricci a cui devo (oltre ad avermi insegnato ad amare Borges) riconoscere di avermi trasmesso la voglia (e forse la capacità) di guardare alla bellezza sempre in maniera trasversale e sinestetica, senza porre limiti alla ricerca e soprattutto senza mettere freni alla curiosità.
Tanto c’era (o, più esattamente, avrebbe voluto esserci) di FMR nei miei primi libri; ma una cosa in particolare avevo preso in prestito dal mio ‘mentore’: non dimenticare mai, all’inizio di ogni volume o di ogni numero della rivista, di rivolgermi direttamente al mio lettore. È una cosa che ho sempre ritenuta doverosa e oggi, nel mondo digitale, più che mai necessaria e gratificante. Ed è la ragione di queste mie poche righe di fine anno.
Come sappiamo, questo sarebbe il momento di tirare le somme. Non voglio, tuttavia, stare qui ad annoiarvi con numeri, statistiche, ricchi premi e cotillon… ci siamo accorti tutti, credo, di quanto Collezione da Tiffany sia cresciuta in questo ultimo anno. Abbiamo cominciato con un importante restyling della piattaforma, riorganizzato i contenuti e le tematiche, ristrutturato il lavoro della redazione e dei collaboratori, aperto il bookshop, lanciato arturo (il nostro software che si occupa di gestire le collezioni e la loro conservazione) e, infine, creato la newsletter the artUpdate (curata da Lucia Longhi) che vuole restituire ancora di più, a chi ci segue, una visione di ciò che accade nel mondo dell’arte e del collezionismo attraverso le principali testate di settore a livello internazionale.
Però, questo 31 dicembre non lo considero affatto un punto di arrivo.
Quello che davvero mi piace di questo percorso di crescita che abbiamo intrapreso e che con grande perseveranza di tutti stiamo portando avanti, è principalmente la strada che stiamo percorrendo insieme, ciò che costruiamo e ci inventiamo giorno dopo giorno per migliorare, arricchire e innovare quello che sta diventando un vero e proprio ‘ecosistema’ per il collezionista d’arte o per chi comunque vuole avvicinarsi a questo mondo. La bellezza di un viaggio, almeno per quanto mi riguarda, sta nell’andare. Arrivare per poi ripartire e percorrere altra strada, fare altro cammino.
Lo sviluppo (dove per ‘sviluppo’ non intendo solo il senso informatico) di Collezione da Tiffany non finisce qui e, probabilmente, non finirà mai perché la curiosità di chi c’è ‘dietro’ non si estingue e la voglia di camminare, di viaggiare alla scoperta di ‘nuovi mondi’ non cede mai il passo alla stanchezza.
L’augurio, quindi, che faccio a tutti noi – a chi scrive e a chi legge – è di conservare e tenere viva sempre questa voglia di guardare avanti, per immaginare insieme nuove strade da inventare.