“Considerando il vergognoso divario fra l’intelligenza dei bambini e la stupidità degli adulti, a volte penso che durante l’infanzia siamo accompagnati da un angelo custode che ci presta la sua intelligenza astrale, e che dopo, forse con dispiacere ma per una legge superiore, ci abbandona, come le femmine degli animali abbandonano i cuccioli cresciuti, al nostro destino di bestie all’ingrasso”. (Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine)
Leggo e rileggo questo passo di Fernando Pessoa e più le sue parole si imprimono nella mia mente più, in questa giornata che prelude il Natale, mi sento indotto ad augurare a tutti noi esseri umani di riuscrire a ritrovarla quella preziosa intelligenza dei bambini. Una ricerca difficile, mi rendo conto, ma per la quale ci corre in aiuto l’utilissimo Manuale per esercitare la propria stupidità di Andrea Bianconi.
Un vero e proprio libro d’artista, edito da Skira, in cui l’autore ha raccolto disegni che descrivono esercizi per allenare, come ha scritto Luca Fiore nella sua postfazione, “quella parte dell’intelligenza che, sopratutto in questi ultimi anni, siamo stati sempre più disabituati a utilizzare” perché abbiamo ridotto la “razionalità a processo puramente logico o a negazione sistematica di ciò che riteniamo essere l’opinione dominante, contribuento non solo al crollo della fiducia nelle persone e nelle istituzioni, ma anche a un clima crescente di aggressività”.
L’antidoto a tutto ciò, allora, non può esere che un’apertura al nonsense che liberi in noi il piacere dell’assurdo e ci permetta di scardinare tutto quello che veramente ci costringe ad un “destino di bestie all’ingrasso”, asserviti al “business as usual”, nonostante quanto ci sta accadendo attorno.
La stupidità a cui ci vuole allenare Bianconi, infatti, non è certo quella che Pessoa vede nell’adulto, ma proprio quel atteggiamento un po’ Dada che hanno i bambini e di cui noi “grandi”, inariditi dal tempo, stentiamo troppo spesso a capire l’effetto catartico. Una intelligenza particolarissima che durante l’infanzia, in un sol gesto, ci permette di mandare a gambe all’aria rigidità, schemi e inutili formalismi, rendendoci tremendamente felici.
Ecco, sotto l’albero vi auguro di trovare un po’ di questa intelligente follia che mi fa tornare in mente quella vecchia battuta di Woody Allen in Io e Annie… Sapete? Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: “Dottore, mio fratello è pazzo: crede di essere una gallina”. E il dottore gli chiede: “Perché non lo interna?”. E quello risponde: “E poi a me le uova chi me le fa?”. Beh, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, e pazzi, e assurdi, ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.
Buon Natale a tutti voi!