No takers for this museum quality Pollock phillipsauction estimated at $18 mil – another casualty Alberto Burri estimated at $10-$15 mil. La notizia che esce dalla Evening Sale di 20th Century & Contemporary Art di Phillips a New York, alla fine, è tutta in questo Tweet di Katya Kazakina che mostra al mondo i due caduti eccellenti di una serata un po’ folle che si è chiusa con un totale di 88.5 milioni di dollari – ben lontano dagli oltre 100 milioni dell’aspettativa pre-asta – e un tasso di venduto dell’82% in lotti e del 71% in valore. 10 i lotti invenduti: 7 perché non hanno raggiunto il prezzo di riserva e 3 perché ritirati.@
Tra gli unsold “di lusso”, proprio il Grande legno e rosso (1957-59) di Alberto Burri che la casa d’aste aveva promosso al massimo, arrivando ad annunciarne il nuovo possibile record dell’artista. Un eccesso di sicurezza dettato forse dalla speranza, e dall’obiettivo, di doppiare il successo del marzo scorso a Londra quando la sua evening sale si chiuse con il totale record di 135 milioni di $. Niente da fare, invece, nonostante un catalogo ghiotto e di qualità, con quasi l’80% dei lotti nuovi per il mercato e un mix di moderno e contemporaneo che ultimamente sembra essere una ricetta vincente.
A fallire, oltre al “nostro” Burri sono stati Number 16 (1950) di Jackson Pollock della collezione di Nelson Rockfeller – l’altro top lot dell’asta – e lavori di artisti come David Hockney, Donald Judd, Dan Flavin e Kerry James Marshall che su altre piazze hanno fatto invece molto bene. Un risultato non brillantissimo, quindi, per la casa d’asta al 450 di Park Avenue, che il CEO Ed Dolman si è affrettato ad attribuire ad un mercato eccessivamente saturo anche se in salute. Un mercato, ha detto Dolman, sempre più accorto e selettivo, ma che questa settimana si trova fare i conti con un’offerta miliardaria dove c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Basti pensare che in contemporanea all’asta di Phillips andava in scena anche quella di Christie’s.
Ad addolcire un po’ la pillola i quattro nuovi record stabiliti da KAWS, Carmen Herrera, Amy Sillman e Henri Laurens. Il primo dei quali arriva già al secondo lotto dove troviamo la tela del 2004 di Kaws, Untitled (Fatal Group) che, presentata in catalogo con una stima di 700-900.000 $ vola a 3.5 milioni di dollari con i diritti.
E bene si comportano anche altri lotti seppur senza troppe fiammate, secondo una serie di trend che ormai sembrano consolidati in questo ultimo scorcio di 2018 che sta vedendo molti artisti viventi, o storicizzato ma con ampi margini di rivalutazione -, andar meglio dei cosiddetti artisti blue chip, le cui quotazioni sono tutto sommato piuttosto stabili. Come bene stanno andando le artiste, da sempre lasciate un po’ in disparte e oggi in odor di rivalutazione grazie anche alla forza mediatica del movimento #metoo – non a caso messo al 3° posto della Power100 di ArtReview di quest’anno.
Così, la tela U di Amy Sillman, lavoro del 2008, viene aggiudicata per 855.000 $ ritoccando il precedente primato dell’artista americana realizzato nel 2017. Così come accade con Blanco y Verde del 1966 a firma di Carmen Herrera, aggiudicato a 2.655.000 $. Il quarto record, invece, porta la firma dello scultore cubista Henri Laurens la cui statua La Lune del 1946 ha rivisto un primato che durava da 10 anni, portando il record dell’artista a quota 2.175.000$. Questo per soffermarsi solo su i lotti da primato, a cui per si affiancano le tele Femme dans la nuit (1945) di Joan Mirò, venduta a 22.590.000 $ o Gun di Andy Warhol che ha raggiunto di 9.540.000 $.
Per quanto riguarda il nostro Paese, infine, a tener alta la bandiera dell’arte italiana da Phillips, è stato un ottimo Giorgio Morandi, la cui Natura Morta del 1930, partendo da una valutazione in catalogo di 600-800.000 $ è stata venduta a 1.935.000 $.