Saranno Sveva D’Antonio della Collezione Taurisano e Maria Adele Del Vecchio ad inaugurare, il 7 ottobre prossimo, Trasversale: il ciclo di conversazioni messo a punto dalla Galleria Andrea Ingenito di Napoli con l’obiettivo di dare un contributo alla ripartenza dell’economia del pensiero dell’arte nel contemporaneo.
Per conoscere meglio questo progetto abbiamo incontrato la curatrice delle conversazioni di Trasversale: Marianna Agliottone, docente di Economia della Cultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, oltre che autrice per la sezione Plus24-ArtEconomy24 de Il Sole 24 ORE.

Nicola Maggi: Che aria si respira nella Napoli dell’arte contemporanea in questi mesi?
Marianna Agliottone: «Sicuramente la pandemia sta fortemente condizionando i soliti rituali dell’arte contemporanea e le interazioni sociali, più o meno affollate, tipiche degli opening.
Nelle mie riflessioni, considerata la necessità di un pubblico fatto di pochi individui per volta, adesso ed in futuro, per un breve o per un più lungo periodo, mi sono chiesta perché tutto questo non dovrebbe essere un aspetto di forza o di concreta esperienza viva, anziché di debolezza.
Una riscoperta di quegli stimoli necessari per continuare a coltivare qualsiasi attività artistico-intellettuale, fatta di argomentazioni con quelle modalità appassionate e ravvicinate che nell’arte risultano ancora necessarie. Prescindendo dai presenzialismi.
Specie se il presenzialismo del pubblico degli opening tende ad eccedere in incontri, spesso volatili, tra individui che si aggregano intessendo contenuti e dialoghi frettolosi, sottraendo spazio e tempo all’esperienza».

N.M.: Anche per questo la Galleria Andrea Ingenito, con la sua sede partenopea affacciata sulla centralissima piazza dei Martiri, ti ha chiesto di organizzare Trasversale, un ciclo di incontri molto particolare che avrà come protagonista proprio la scena artistica e culturale a Napoli e che si avvale del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee 2020. Ce ne parli?
M.A.: «Trasversale è un progetto voluto da Andrea Ingenito e da me curato. Tutto parte da alcune esperienze condivise nelle ultime settimane, che ci hanno portati alla convinzione che l’arte e il suo sistema devono ora forse fare un passo indietro e lasciare che emerga qualcosa di diverso.
Questo anno, così forte, così simbolico – con il suo fermo obbligato, le nostre difficoltà, le incognite sul futuro -, può essere usato per gettare un poco di luce sulle ombre, per tentare di studiare chi siamo oggi, di cogliere l’occasione per ripensarci: individuando e risolvendo criticità relazionali, immaginando forme di collaborazioni tra uomini e donne che formano una comunità di ricerca su un sistema dell’arte difficile, di cui questa emergenza non fa che evidenziare la fragilità economica.
Abbiamo bisogno di riconoscere collettivamente che il pubblico è da ricostruire. Di ampliare le complessità. Perché in qualsiasi futuro, diverso o meno da oggi, l’arte ci sarà».
N.M.: Come hai pensato di organizzare gli incontri di Trasversale?
M.A.: «Ogni appuntamento del ciclo vedrà protagoniste, strutturate ogni volta in un confronto parallelo, due voci rappresentative della scena culturale e artistica autoctona, nazionale e internazionale.
Artisti, galleristi, collezionisti, curatori, studiosi, riuniti intorno al tema del confronto e delle opportunità dell’arte in questa fase storica segnata dal 2020.
Si vuole così portare al centro dell’arte il confronto inteso come inclusione e trasversalità. Come una forza essenziale che crea, rigenera e trasforma la realtà. Questo anche per immaginare Napoli, con ancora più forza durante questa fase di transizione, città d’arte e cultura internazionale di un futuro che è già qui.
Le voci via via presenti saranno voci rappresentative, da cui l’arte viene quotidianamente vissuta, condivisa, generata, con l’obiettivo di dare un contributo alla ripartenza dell’economia del pensiero dell’arte nel contemporaneo».

N.M.: Il 7 ottobre prossimo, il primo appuntamento vedrà, infatti, Sveva d’Antonio di Collezione Taurisano in conversazione con l’artista Maria Adele Del Vecchio. Cosa dobbiamo aspettarci?
M.A.: «Nel rispetto delle normative anti COVID-19, ma anche per garantire la massima qualità di partecipazione alla talk, gli ingressi sono limitati e con prenotazione ma stiamo lavorando per fare in modo che tutte le conversazioni di Trasversale siano raccolte in una pubblicazione finale.
Per questo ogni appuntamento è inteso come capitolo ed il suo titolo come un riferimento concettuale. Per cui quello del 7 ottobre sarà. capitolo #1 – Collezionismo VS Immaginario sociale, Sveva D’Antonio di Collezione Taurisano in conversazione con Maria Adele Del Vecchio.
Sveva ha lavorato per anni presso la Galleria Laveronica di Modica, inizialmente come assistente e poi dal 2016 al 2020 come socia, una galleria concentrata sulla condizione umana attraverso arte socialmente e politicamente impegnata.
Contemporaneamente si è sempre dedicata alla collezione di famiglia con il marito Francesco Taurisano. La Collezione Taurisano attualmente conta oltre 400 opere con attenzione particolare agli artisti emergenti e al supporto attivo delle loro pratiche.
Maria Adele invece è artista, lavora con la Galleria Tiziana di Caro, è curatrice, attivista, storyteller, e attraverso l’uso di diversi media, installazione, scultura, performance, fotografia e video, affronta temi storici, politici e sociologici, in cui storia personale e collettiva si confondono per proporre prospettive oblique, inedite.
Con Sveva e Maria Adele, così, esploreremo i confini individuali e collettivi del collezionismo e ci chiederemo come possiamo pensare forme di impegno sociale e politico in quanto aspetti integrali di una visione artistica».
(Leggi anche -> Collezione Taurisano: continuità e sostenibilità dellarte contemporanea)

N.M.: So che il programma si andrà componendo via via, ma ci puoi dare qualche anticipazione sui prossimi incontri?
M.A.: «La Galleria Andrea Ingenito, fondata nel 2008, da sempre lavora con artisti sia più giovani, ad esempio Marco Abbamondi, che storicizzati con una particolare attenzione ai movimenti degli anni Sessanta e Settanta, da Hans Hartung ad Andy Warhol, da Mario Schifano a Giosetta Fioroni. E saranno proprio gli artisti al centro altresì di questo progetto fatto di dialoghi, inclusivi e trasversali, di volta in volta in confronto con galleristi, collezionisti, curatori, studiosi».