E’ un vero e proprio grido d’allarme, quello lanciato dal presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Mauro Stefanini che in queste settimane è tornato a scrivere al ministro della Cultura, Dario Franceschini, chiedendo provvedimenti ugenti a sostengno di un comparto, quello delle gallerie d’arte, che a causa delle chiusure imposte dalla Pandemia è oggi vicino al collasso.
«A distanza di un anno dalla nostra precedente lettera – si legge nella nuova missiva inviata da Stefanini il 14 aprile scorso – , ci rivolgiamo nuovamente a Lei ritenendo doveroso e urgente, nel rispetto degli associati e di tutta la categoria, richiamare l’attenzione del Governo sulla necessità di dare risposte concrete al sistema dell’arte italiano e in particolare al comparto delle gallerie»
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«Le gallerie d’arte in Italia sono soggetti economici – prosegue Stefanini -, ma anche operatori culturali che svolgono un ruolo fondamentale, soprattutto nella promozione e nel sostegno degli artisti. Si tratta di imprese con una presenza radicata sul territorio, anche in luoghi dove non ci sono spazi espositivi pubblici dedicati all’arte moderna e contemporanea, che realizzano ogni anno circa 5.000 mostre impegnando circa 10.000 operatori divisi tra gallerie, artisti, curatori, restauratori e trasportatori specializzati. Un comparto che genera un volume d’affari che ha ricadute positive anche in altri ambiti economici come quello alberghiero, ristorativo e fieristico».
«Quello dell’arte – sottolinea ancora nella lettera a Franceschini il presidente ANGAMC – è un mercato globale e competitivo in cui l’Italia si è ritrovata spesso ai margini a causa di norme restrittive e anacronistiche già superate in altri paesi concorrenti».
«Un chiaro esempio – prosegue – ci viene offerto dalle gravi problematiche generate dalla mancata attuazione della riforma introdotta dalla legge 4 agosto 2017 n. 124 (c.d. “Legge Concorrenza”). In questo caso, a fronte di un lodevole tentativo di riforma del settore in senso liberale ed europeo, riscontriamo che gran parte delle indicazioni ivi contenute sono ancora largamente disattese».
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«Ad oggi – conclude Mauro Stefanini – dilagano molteplici interpretazioni della legge che rendono impossibile operare con chiarezza ed efficacia e producono un considerevole aumento dei contenziosi amministrativi».
Difficoltà già ampiamente segnalate lo scorso marzo al ministro Franceschini da parte dei principali operatori del mercato dell’arte in Italia riuniti in un gruppo di lavoro apposito, denominato “Progetto Apollo”.
Con la nuova lettera inviata al ministro il 14 aprile scorso, l’ANGAMC sottolinea così l’urgenza di riprendere un dialogo con le Istituzioni e la politica, ponendo sul tavolo del confronto temi vitali per le gallerie d’arte, come Art Bonus, IVA primo mercato, IVA importazioni, SIAE/diritto di seguito, già in passato sottoposti all’attenzione del Ministero della Cultura.