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Mercato dell’arte: 2022 anno record per le aste internazionali

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Al termine di uno degli anni più difficili per il nostro mondo, almeno dal secondo dopoguerra, e durante il quale molti equilibri geopolitici ed economici sono andati in pezzi, il mercato dell’arte mostra tutta la sua forza, almeno sul fronte delle aste internazionali.

Il 2022, infatti, per le vendite di Old Masters, Impressionist, Modern, Post-War e Contemporary Art presso Sotheby’s, Christie’s e Phillips hanno raggiunto la cifra record di 7.5 miliardi di dollari, segnando una crescita del +14.7% rispetto al 2021. Crescita che sale al +32.3% se spostiamo il nostro orizzonte temporale a cinque anni e addirittura al +40.6% rispetto al tre anni fa.

Un record, quello realizzato lo scorso anno, sul quale ha pesato, in modo sostanziale, l’incredibile successo delle cosiddette aste Single Owner, sulla breccia da tempo, ma che nel 2022 hanno rappresentato addirittura il 30.9% del totale delle vendite in asta delle tre major, contro il 19.3% del 2021 e il 6.8% del 2020. A conferma di quanto sia sempre più importante proporre opere “fresh-to-market” e dalla provenienza solida.

Sono ancora vive, d’altronde, nella nostra memoria le straordinarie aste record dedicate alle collezioni di Paul G. Allen e a quella dei coniugi Harry e Linda Macklowe o le vendite delle collezioni di Ann H. Bass, di Doris e Thomas Amman e Solinger.

Dal punto di vista geografico, invece, è stata New York il vero motore di questo eccezionale risultato. E’ qui, infatti, che è stato realizzato il 71.4% del fatturato delle aste internazionali, contro il  61.2% del 2021). Al secondo posto troviamo, poi, Londra con il 18.9% e Hong Kong con 5.4%. Percentuale, quest’ultima, che registra un crollo pesantissimo della capitale asiatica che, nel 2021, rappresentava il 16.7% del mercato.

L’andamento del mercato delle aste internazionli d’arte, suddivise per segmento. Fonte: ArtTactic su dati Christie’s, Sotheby’s e Phillips

La “rivincita” dell’Impressionismo…

Interessanti le dinamiche interne ai cinque settori del mercato dell’arte. Come mette in evidenza l’ultimo rapporto di ArtTactic, infatti, il 2022 è stato a tutti gli effetti l’anno della “rivincita” dell’impressionismo che ha totalizzato l’incredibile fatturato di 1.72 miliardi di dollari, in crescita del +80% rispetto a quello del 2021, quando le vendite si erano fermate ad appena (si fa per dire) 958 milioni.

Un record, questo, che porta il nome di Claude Monet, Vincent van Gogh e Paul Cézanne, oltre che quello della Paul G. Allen Collection che, con i suoi 740.4 milioni di totale ha generato oltre 43% del fatturato 2022 delle aste di Impressionist Art.

Al picco dell’impressionismo ha corrisposto, invece, una flessione delle vendite di Post-War and Contemporary art che, nel suo complesso, ha registrato un -15.8% rispetto al 2021 e un calo nei prezzi medi di aggiudicazione superiore al -33%.

Da precisare, però, che la flessione nel fatturato ha riguardato unicamente il segmento Contemporary art (-14.3%), mentre quello di Post-War, trainato da Andy Warhol, Cy Twombly e Lucian Freud, è cresciuto del +15.4%. con un prezzo medio di aggiudicazione 683.832 $, il più alto dal 2016 ad oggi.

…e il crollo degli artisti Under45

A pesare sullo scarso rendimento del segmento Contemporary art, il diminuire dell’appeal degli artisti Under45 che nel 2021 avevano, invece, attratto l’attenzione del grande collezionismo il cui sguardo, nell’anno appena terminato, è sembrato invece maggiormente rivolto a nomi più consolidati. Una tendenza, quest’ultima, forse determinato proprio dalle forti turbolenze internazionali che, inevitabilmente, rendono tutti più propensi alla cautela.

Nonostante le ottime performance di artisti come Adrian Ghenie, Shara Hughes o Matthew Wong, tanto per citare i più importanti, l’arte dei più giovani ha fatto così registrare un calo di fatturato del -22.9%, totalizzando poco più di 305 milioni di dollari con solo un 54% dei lotti che ha superato la stima media (era il 67% nel 2021) e i prezzi medi di aggiudicazione che si sono ridotti di oltre il 49% in un solo anno.

L’andamento dei prezzi nei vari segmenti di mercato. Fonte: ArtTactic su dati Christie’s, Sotheby’s e Phillips

Le grandi collezioni private trainano l’Arte Moderna…

Il segmento di mercato su cui l’effetto “Single Owner Auction” ha avuto gli esiti migliori è stato certamente quello dell’Arte moderna che ha chiuso il suo 2021 con un fatturato di oltre 2 miliardi di dollari, in crescita del +15.5% rispetto al 2021 e inferiore solo del 9.2% rispetto al record del 2018. 

Una performance d’eccezione che porta i nomi della Paul G. Allen Collection e delle collezioni Solinger, Macklowe, Jacobs e dell’Estate di Marc Chagall che, complessivamente, hanno rappresentato il 27.5% del fatturato del settore le cui star (per fatturato) sono Pablo Picasso, Mark Rothko e Alberto Giacometti.

Senza dimenticare Rene Magritte che, con L’empire des lumières (1961), venduto per 68.8 milioni di dollari da Sotheby’s nel marzo scorso, detiene il record price del segmento per il 2022.

… mentre New York diventa la capitale delle aste di Old Masters

E’ salito dal 57% al 73.5% il peso di New York nel mercato della ste di Old Masters, spodestando definitivamente il ruolo di Londra quale capitale di questo segmento che, dopo le difficoltà del passato, sta facendo registrare da un po’ un nuovo trend positivo che, nel 2022, ha portato ad un solido +26.7% rispetto allo scorso anno con un fatturato di oltre 386 milioni di dollari. Protagonisti di questa crescita: Sandro Botticelli, Emanuel Leutze e William Turner.

ANDY WARHOL, Shot Sage Blue Marilyn, 1964. Acrylic and silkscreen ink on linen, 101.6 x 101.6 cm. Courtesy: Christie’s. E’ questa l’opera più cara del 2022

La top 10 delle aggiudicazioni in asta

Infine, diamo uno sguardo alle opere più “ricche” del 2022. Ecco le 10 aggiudicazioni più alte dell’anno appena trascorso. Classifica guidata da Andy Warhol e da Christie’s che, con 7 lavori, è la casa d’aste che ha registrato i prezzi più alti del mercato, molti dei quali legati a lotti della straordinaria asta Visionary: The Paul G. Allen Collection.

  1. Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn (1964). Realizzata nel 1964, quest’opera è stata venduta il 9 maggio a New York durante la 20th and 21st Century di Christie’s per 195 milioni di dollari.
  2. Georges Seurat, Les Poseuses, Ensemble (Petite version). Questa tela del 1888 è stata venduta per 149.2 milioni di dollari da Christie’s a New York, il 9 novembre scorso in occasione dell’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection.
  3. Paul Cezanne, La Montagne Sainte-Victoire (ca. 1888–90). Al terzo posto tra le opere più care del 2022, troviamo questa tela di Cezanne, venduta da da Christie’s a New York, il 9 novembre scorso in occasione dell’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection.
  4. Vincent van Gogh, Verger avec cyprès (1888). Al quarto posto, ancora un lavoro venduto durante l’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection di Christie’s New York del 9 novembre scorso. In questo caso l’aggiudicazione è stata di 117.2 milioni di dollari.
  5. Paul Gauguin, Maternité II (1899). Ancora un lotto dell’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection di Christie’s (NY, 9 novembre). Prezzo raggiungo: 105.7 milioni di dollari.
  6. Gustav Klimt, Birch Forest (1903). Sempre dal catalogo dell’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection di Christie’s (NY, 9 novembre) arriva anche il 6° lavoro in classifica. Il prezzo pagato per quest’opera di Klimt è stato 104.6 milioni di dollari.
  7. Lucian Freud, Large Interior, W11 (After Watteau) (1981–83). La vendita di questo lavoro per 86.3 milioni di dollari durante l’asta Visionary: The Paul G. Allen Collection di Christie’s (NY, 9 novembre) ha realizzato il nuovo record d’asta per Freud.
  8. Andy Warhol, White Disaster (White Car Crash 19 Times) (1963). Proviene dalla collezione di Thomas Ammann questo lavoro del 1963 di Warhol, venduto per 84.5 milioni di dollari in occasione della Contemporary Evening Auction di Sotheby’s del 16 novembre scorso a New York
  9. Jean-Michel Basquiat, Untitled (1982). Questa tela di Basquiat è stata venduta a New York il 18 maggio scorso da Phillips, in occasione della 20th Century & Contemporary Art Evening Sale per 85 milioni di dollari.
  10. René Magritte, L’empire des Lumières (1961). Il capolavoro del maestro del Surrealismo chiude la Top 10 dei lotti più ricchi del 2022: è stato venduto a Londra il 2 marzo scorso per 79.8 milioni di dollari durante la Modern & Contemporary Evening Auction di Sotheby’s.
Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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