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Brafa 2025: i fiamminghi incantano Bruxelles

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È un tempo rigido, nuvoloso, come sempre poco indulgente quello che accoglie collezionisti e appassionati per visitare la prima fiera dell’anno: il prestigioso Brafa di Bruxelles, che ha aperto i battenti ormai ben 70 anni fa. Per chi ancora non lo conoscesse si tratta della prima fiera d’Europa dedicata alle arti visive e decorative, una manifestazione centrata e di alto livello che ogni gennaio fa convolare nella capitale del cioccolato appassionati da varie regioni. Noi Di Collezione da Tiffany non lo manchiamo mai. 


Non si tratta di una kermesse à la page come il Tefaf di Maastricht, che innanzitutto ha più gallerie, più pubblico e complessivamente più opere esposte. Riesce però a mantenere l’asticella della qualità relativamente alta e a rimanere in piedi con coerenza nonostante qualche cambio di pelle (da anni ormai le contaminazioni con il contemporaneo e il design si son fatte necessarie) e una congiuntura internazionale che non agevola la presenza di americani, russi e asiatici.

Brafa 2025

Fatte le debite premesse, è una di quelle manifestazioni che personalmente cerco di non saltare proprio perché offre una varietà assoluta di opere che vanno dai reperti archeologici all’arte africana o romana, passando per il cuore dell’evento che è rappresentato ovviamente dai fiamminghi e dall’arte francese, olandese, tedesca, fino ad incursioni interessanti nel design d’autore anni ’50 e nel contemporaneo a stretto giro, per non parlare del fumetto che in questa regione è molto amato e collezionato (Tin Tin va sempre parecchio forte, è rimasto uno stand solo a trattarlo, ma è molto amato). 

Il volo da Milano Linate per Bruxelles è di quelli che prendono i sottosegretari che lavorano all’Euro Parlamento. Tempo fa ho incontrato anche Mario Monti che, per la cronaca, volava in economica. L’anno scorso era stata la volta dell’Avocato Taormina. A questo giro non sono stato fortunato, niente vip, sarà anche perché ho indugiato sul volo delle 12.00 

Chi ci va, al Brafa, cerca sempre di non mancare l’opening, noto per estenuanti cene che possono durare fino a 6 ore ma anche per le immancabili tartine al foie gras che alzano il colesterolo all’istante. Il vino non è il loro, e lo sappiamo, peccato che la vicina Francia non sia stata in grado di trasmettere la sapienza enologica. I bicchieri di Tattinger vanno a colmare il risultato davvero modesto dei rossi e dei bianchi fermi. 

L’arte, quella sì, è indimenticabile. 

Installazione di Joana Vasconcelos

Cominciamo dagli addobbi. Ogni edizione del Brafa è adornata con installazioni di artisti famosi, ci sono passati tra gli altri Christo e Gilbert & George. Il 2025 è l’anno di Joana Vasconcelos: classe 1971, nata a Parigi da una famiglia lusitana fuggita in esilio. Realizza lavori in bilico tra arte e design, sempre madrigalisti e parecchio colorati come la cultura tradizionale portoghese impone, che celano tuttavia messaggi di battaglie sociali contemporanee fondamentali, dal femminismo all’identità di genere.

In fiera ha rappresentato due Valchirie monumentali, sculture appartenenti a una serie ispirata alle potenti figure femminili della mitologia norrena. Opere che incarnano lo spirito di forza e resilienza. Sono quelle figure che vanno a prendere le anime dei morti per accompagnarle nel Valhalla, un eterno riposo. La dimensione degli spazi in fiera è adatta ad ospitarle, l’effetto generale che fanno convincere anche i più freddi signori del Nord.

Venendo a noi, il Brafa tradizionalmente ha la caratteristica di durare moltissimo, fino a due settimane, un’endurance che molte gallerie hanno scelto di non praticare più per raggiunti limiti di pazienza. L’edizione 2025 fortunatamente va in scena “soltanto” dal 26 gennaio al 2 febbraio 2025.

Altro carattere distintivo che ha reso il Brafa la mostra antiquaria più longeva del settore consiste nel fatto che non è organizzata da un ente fieristico, bensì dagli antiquari stessi (130 totali quest’anno), la maggior parte dei quali è fedele da anni. Christian Vrouyr di Anversa, specializzato in tappeti e tessuti, è presente ad esempio con la sua famiglia fin dal 1956. 

Bruxelles


Credo che se sono i diretti interessati a gestire le spese, la cosa non può far male. Si preferisce tirare la cinghia sul pleonastico per concentrarsi dove serve, sulle opere, e plausibilmente sui clienti. Proprio loro sono la linfa che credo tenga in piedi tutto il sistema, perché se è vero che globalmente a Bruxelles girano più soldi, è anche perché queste persone hanno coltivato la passione per la cultura molto più di come abbiamo fatto noi in Italia. 

Le gallerie italiane del 2025 in totale sono una decina: Ars Antiqua, Barbara Bassi, Cortesi Gallery, Dalton Somaré, Mearini Fine Art, Gioielleria Nardi, Robertaebasta, Romigioli Antichità, Valerio Turchi e Vkd Jewels. I più attenti avranno notato qualche nuova entrata e qualche defezione, come in questi momenti incerti di mercato globale spesso accade. 

Parlando delle opere che ci hanno colpito, saltano subito all’occhio le vedute veneziane di Carlo Grubacs da Ars Antiqua, mentre da Dei Bardi spicca un prezioso arazzo fiammingo del Cinquecento raffigurante il martirio di Santa Barbara, con una valutazione di 45.000 euro. Stupendo un piccolo Burri degli anni ’50 da Robertaebasta, che come sempre ha allestito uno stand eclettico ma pieno di qualità. 

Da Cortesi regna un Fontana bianco del 1959 con tanti piccoli tagli, in vendita a un milione e mezzo. 

Tra gli highlights delle gallerie internazionali segnaliamo su tutti un Pieter Brueghel il giovane da De Jonckheere, a pochi passi dall’ingresso nel salone d’onore, che ripropone il celebre soggetto del contabile a che fare con le tasse. Grande dimensione, ottima conservazione, è uno dei venti esemplari esistenti, viene offerto a più di due milioni di euro. Stiamo parlando di un dipinto museale che studiamo nei libri di storia dell’arte, davvero immortale. 

Brueghel De Jonckheere

Tra le altre chicche che abbiamo incontrato:
Meussel et Fils, Magician question and answer automaton” ‘album amicorum’, da Artimo Fine Arts, con richiesta tra 1.500.000 e 2.000.000 Euro.

Venise, palais et gondoliers sur le Grand Canal” di Henri Martin. Un olio su tela del 1909 che raffigura il Canal Grande di Venezia, esposto dalla Stern Pissarro Gallery, con una valutazione tra 450.000 e 500.000 euro.

Venise, palais et gondoliers sur le Grand Canal” di Henri Martin

Tasse et bananes” di Pablo Picasso.Un’opera presentata dalla Stern Pissarro Gallery, con una valutazione tra 350.000 e 400.000 euro.

Tasse et bananes Picasso

Maschera Songye, una rara maschera femminile della fine del XIX secolo, proveniente dalla regione del Katanga, esposta dalla Claes Gallery, con una valutazione di circa 200.000 euro.

‘aschera Songye

La Tarte aux fraises” di Jean-Pierre Cassigneul, un’opera presentata dalla Stern Pissarro Gallery, con una valutazione tra 130.000 e 150.000 euro.

‘La Tarte aux fraises’ di Jean-Pierre Cassigneul

Come sempre non resterà che attendere la chiusura dei lavori per capire se le cose sono andate bene o meno. La sensazione è che quella di Bruxelles sia una piazza molto colta, dove ancora i collezionisti esistono perché esiste la passione per l’arte, il denaro segue di conseguenza. Non sono certamente i tempi d’oro dei primi 2000, ma le chance per tenere in piedi la manifestazione ci sono sempre, molto più che nelle fiere di casa. 

Lo so che Bruxelles non è dietro l’angolo e che le occasioni per visitare questa fiera se non si è particolarmente committed sono esigue, ma noi qui a Collezione da Tiffany ve la segnaliamo comunque, e con certezza. Ci sono poche alternative di questo livello in Europa, specie per gli appassionati di pittura e di arte antica. È una visita che vale la pena, e il viaggio. 

Dalla piovosa Bruxelles è tutto, vi aspetto per le prossime fiere, non mancate!

Giacomo Nicolella Maschietti
Giacomo Nicolella Maschietti
Giacomo Nicolella Maschietti è giornalista professionista specializzato in arte e mercato. Dal 2008 è autore e conduttore di "Top Lot", prima trasmissione televisiva dedicata al mercato dell'arte in onda su Class CNBC (SKY 507). Scrive per Patrimoni, Milano Finanza, Private, Artslife. Insegna al Master in Art Market dell'Istituto Marangoni di Firenze ed è responsabile comunicazione di Cinello, azienda specializzata nella tutela del patrimonio artistico italiano attraverso la digitalizzazione. Suona la chitarra nei New Martini. Ha un bimbo di sei anni che si chiama Filippo.

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