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Il museo Bottacin, la sua collezione numismatica e molto altro

del

È confermato: chi pensa a Padova, pensa quasi immediatamente alla Cappella degli Scrovegni. Ed è giusto, perché si tratta di uno monumento nazionale di inestimabile bellezza.

Ora vi chiediamo però, per una volta, di immaginare di arrivare accanto al piccolo edificio che ospita gli affreschi di Giotto, di girare le spalle e camminare verso Corso Garibaldi, fare pochi passi e varcare la soglia di una delle sedi del museo padovano intitolato a Nicola Bottacin.

Sulle facciate potete leggere una grande insegna che recita “Museo d’arte, di arti applicate e decorative”, definizione alquanto riduttiva se si pensa ai numeri di questa istituzione. La collezione infatti conta centocinquanta mila pezzi, corredata da una biblioteca composta da settantacinquemila unità bibliografiche, seicento periodici e un archivio densissimo di materiale storico già organizzato dallo stesso Bottacin.

Dunque, da dove possiamo cominciare?

Credo sia giusto seguire l’andamento dell’intervista, e quindi cominciare col sottolineare l’interesse specialistico del fondatore del museo per tutto ciò che riguarda la numismatica (in particolare per le monete che arrivavano dalla zecca di Venezia e da quella che viene definita serie borbonica), per poi continuare il racconto con l’ampia collezione di sculture e dipinti esposti in quella che può essere definita una vera e propria pinacoteca. Ma non finisce qui, ci sarebbe ancora molto altro da aggiungere. Basta pensare che il museo oggi conta tre sedi diverse e alcune delle opere di sua proprietà sono esposte ai Musei Civici, in un continuo dialogo culturale con il territorio.

A raccontarci con dovizia di particolari la nascita del museo, il suo sviluppo nel tempo e le attività che oggi vengono organizzate sia a scopi scientifici sia divulgativi, abbiamo incontrato lo staff del museo, un team molto affiatato e coordinato: la conservatrice Valeria Vettorato, il bibliotecario Marco Callegari e la restauratrice Federica Turetta.

E così è stato possibile scoprire che Bottacin aveva già avuto la lungimiranza di organizzare ogni documento in maniera sistematica e costruire il suo vero e proprio archivio, da appassionato studioso quale era.

Oggi il museo è un vero e proprio prlo scientifico, in continuo contatto con le università di Padova, Udine e Trieste.

Non è facile riassumere l’intervista in poche righe, per questo vale la pena approfondire ogni dettaglio attraverso la video intervista qui sotto.

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