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Venezia: breve guida (non ufficiale) al Fuoribiennale 2017

del

Da  A Bonsai of My Dream Alighiero Boetti: Minimum/Maximum  sono 23 gli eventi collaterali ufficiali della 57. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Ma nelle città lagunare sono tante le gallerie e gli spazi espositivi che approfittano dell’effetto catalizzatore della Biennale per inaugurare le proprie mostre o aprire nuove sedi nei giorni dell’opening della kermesse artistica più importante di quest’anno. Appuntamenti spesso molto interessanti, ma che rischiano di rimanere un po’ soffocati dal fuoco incrociato degli uffici stampa e delle agenzie di comunicazione. Come nostro solito abbiamo ci siamo studiati con attenzione la programmazione di questi giorni per suggerirvene alcune che, secondo noi, dovreste inserire nel vostro programma di visita. A partire da Et in Terra, mostra inaugurale del Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery, nuovo e innovativo spazio per l’arte contemporanea allestito in un antico magazzino di 200 metri quadrati nella trecentesca Corte Petriana. Qui il 10 maggio scorso Gianfranco Baruchello ha inaugurato l’esposizione con il progetto Earth Exchange, in cui l’artista, durante una performance, ha scambiato un metro cubo di terra proveniente dalla Fondazione Baruchello con altrettanta terra di Venezia. Un gesto simbolico la cui valenza accompagnerà, fino al 21 maggio prossimo, l’esposizione delle opere di Giorgio Andreotta Calò, Francesco Candeloro, Margherita Morgantin, Giovanni Rizzoli, Marco Nereo Rotelli e Anita Sieff: sei artisti veneziani che, come semi fertili di quella terra messa a nudo, sono riconosciuti internazionalmente ed espongono per la prima volta insieme. Ma ecco le altre mostre del Fuoribiennale che abbiamo scelto per voi.

 

Chris Ofili: Poolside Magic

Victoria Miro Venice, Il Capricorno, San Marco 1994

Chris Ofili, Poolside Magic 8, 2012, Charcoal, watercolour and pastel on paper, 40.2 x 26 cm (15 7/8 x 10 1/4 in). Courtesy the Artist and Victoria Miro, London © Chris Ofili.
Chris Ofili, Poolside Magic 8, 2012, Charcoal, watercolour and pastel on paper, 40.2 x 26 cm (15 7/8 x 10 1/4 in). Courtesy the Artist and Victoria Miro, London © Chris Ofili.

Con la mostra Poolside Magic dedicata a Chris Ofili la Victoria Miro ha inaugurato il 10 maggio scorso la sua nuova galleria veneziana che si aggiunge a quelle situate a Londra tra Mayfair e Wharf Road. La nuova galleria darà agli artisti la possibilità di esporre mostre e progetti speciali in uno spazio intimo nel cuore di Venezia, città tanto legata all’arte. La mostra comprende una serie di opere a pastello, carboncino e acquarello su carta che saranno esposte insieme per la prima volta. Poolside Magic, in cui un uomo in frac serve una donna nuda al bordo di una piscina, ruota intorno ai temi della sensualità, della mutevolezza, della magia e dell’occulto ed è ispirata alla vivacità e all’erotismo del paesaggio e della cultura di Trinidad, dove l’artista vive e lavora. Il materiale preparatorio della serie include una fotografia dell’artista di Trinidad Boscoe Holder (1921 – 2007) al lavoro nel suo studio di Port of Spain.

 

Pablo Echaurren. Du champ magnétique Opere 1977-2017

Scala Contarini del Bovolo – Venezia

Pablo Echaurren, U/siamo tutti Duchamp 2, 2016, scultura maiolicata in berettino, decorazione a grottesche in monocromia blu con lumeggiature, h. 40, l. 66, p. 53 cm
Pablo Echaurren, U/siamo tutti Duchamp 2, 2016, scultura maiolicata in berettino, decorazione a grottesche in monocromia blu con lumeggiature, h. 40, l. 66, p. 53 cm

La Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. di Bologna in collaborazione con la Fondazione Echaurren Salaris di Roma, porta invece a Venezia, alla Scala Contarini del Bovolo, la mostra Pablo Echaurren. Du champ magnétique
Opere 1977-2017
che propone una serie di opere realizzate nell’arco di quarant’anni in cui Echaurren dialoga con l’ombra del padre dell’arte concettuale Marcel Duchamp. Il percorso della mostra si apre con una serie di collage che entrano in rotta di collisione con i materiali cartacei della “boîte verte”, la scatola duchampiana intitolata La mariée mise à nu par ses célibataires, même (1934). Un’opera che rappresenta per Echaurren non solo un personale oggetto d’affezione ma anche uno stimolo e uno spunto di riflessione sul fare arte come prassi legata alla dimensione del pensiero. L’esposizione, che si sviluppa lungo lo spazio fisico della Scala Contarini del Bovolo, che nella sua forma a spirale (bovolo in dialetto veneziano significa chiocciola) rimanda emblematicamente alla coppia di opposti alto/basso e ascesa/discesa, si chiude con la scultura di ceramica U/siamo tutti Duchamp, una copia dello storico orinatoio firmato R. Mutt, sulla quale Echaurren è intervenuto applicandovi una sorta di tatuaggio realizzato con una tecnica desunta dal compendiario della grottesca faentina cinquecentesca, trasformando così l’oggetto in una suppellettile straniante attraverso un détournement in bilico tra medioevo, graffitismo, passato e presente, alto e basso.

 

Giovanni Anselmo & Elisabetta Di Maggio

Fondazione Querini Stampalia

Giovanni AnselmoDove le stelle si avvicinano di una spanna in più men-tre la terra si orienta2001/2004Pietre, terra, ago magnetico9 blocchi di granito cm 25 x 80 x 60 circa cad.Opera installata: dimensioni variabiliFoto: Paolo Mussat Sartor, TorinoCourtesy: l’artista e Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice
Giovanni Anselmo,Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più men-tre la terra si orienta, 2001/2004. Foto: Paolo Mussat Sartor. Courtesy: l’artista e Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea

Fondazione Querini Stampalia e Krizia sono liete di annunciare le mostre personali di Giovanni Anselmo Senza titolo, invisibile, dove le stelle si avvicinano di una spanna in più, mentre oltremare appare verso Sud-Est, e la luce focalizza… e di Elisabetta Di Maggio Natura quasi Trasparente. Le mostre, a cura di Chiara Bertola, si svolgono negli spazi della Fondazione Querini Stampalia, rispettivamente all’interno dell’Area Scarpa e del Museo, fino al 24 settembre 2017, in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Le riflessioni dei due artisti invitati alla Querini Stampalia, anche se in modi diversi e quasi opposti nelle materie che utilizzano, si toccano in quel loro soffermarsi su concetti quali la caducità e il trascorrere del tempo: geologico, lentissimo e costante per Anselmo; ritmato, fluido e trasformativo in Di Maggio. Le loro opere scandiscono una stessa temporalità ma in modo differente, mettono al centro un confronto con il ritmo del tempo, di forza e fragilità, di tensione e sospensione.

 

Flavio Favelli – ‘UNIVERS’ un negozio metafisico

Fondamenta Sant’Anna 994

Flavio Favelli: ‘UNIVERS’ un negozio metafisico. 8-14 maggio 2017 Fondamenta Sant’Anna 994 Castello (via Garibaldi) Venezia
Flavio Favelli: ‘UNIVERS’ un negozio metafisico. 8-14 maggio 2017. Fondamenta Sant’Anna 994 Castello (via Garibaldi) Venezia

Sempre in occasione della 57. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Flavio Favelli ha aperto al pubblico un negozio temporaneo presso Fondamenta S. Anna 994 (Castello, in fondo a via Garibaldi), per esporre e mettere in vendita una collezione di opere. Si tratta di oggetti unici, originali, firmati e siglati dall’artista, in vendita a un costo di 20 euro ognuno. Il negozio, che rimarrà aperto fino al 14 maggio,  è un’opera-ambiente ed è pensato per vivere una situazione diversa dalla dimensione commerciale, una situazione “metafisica”. E’ insieme un negozio, ma anche un “anti-negozio”, proponendo la vendita di opere con modalità, prezzi e tempi differenti.

 

The Boat is Leaking. The Captain Lied

Fondazione Prada –  Ca’ Corner della Regina

Thomas Demand Kontrollraum / Control Room, 2011 C-Print/ Diasec 200 x 300 cm © Thomas Demand, VG Bild-Kunst, Bonn / SIAE, Rome Courtesy of Sprueth Magers / Matthew Marks Gallery / Esther Schipper
Thomas Demand, Kontrollraum / Control Room, 2011. C-Print/ Diasec. 200 x 300 cm © Thomas Demand, VG Bild-Kunst, Bonn / SIAE, Rome Courtesy of Sprueth Magers / Matthew Marks Gallery / Esther Schipper

Dal 13 maggio prossimo, invece, la Fondazione Prada presenterà nella sede veneziana di Ca’ Corner della Regina The Boat is Leaking. The Captain Lied. Questo progetto espositivo transmediale, che sarà visitabile fino al 26 novembre prossimo, è il risultato di un approfondito confronto tra lo scrittore e regista Alexander Kluge, l’artista Thomas Demand, la scenografa e costumista Anna Viebrock e il curatore Udo Kittelmann. La mostra si svilupperà al piano terra e nei due piani nobili del palazzo settecentesco e includerà opere filmiche e fotografiche, ambientazioni spaziali e prestiti da collezioni pubbliche e private.In un dialogo di costellazioni e riferimenti polifonici tra i contributi di ciascun artista, la mostra attraversa diversi linguaggi come il cinema, l’arte e il teatro. La convergenza di spazi visivi e scenografie in grado di creare una varietà di atmosfere trasforma lo storico palazzo di Ca’ Corner della Regina in un luogo metaforico nel quale scoprire i mondi in cui viviamo e le nostre attitudini personali sviluppate nei loro confronti.

 

Thomas Braida – SOLO

Palazzo Nani Bernardo: Calle Bernardo/Dorsoduro 3197

Thomas Braida, Abbandonai la giungla per altra giungla, 2016, oil on canvas, 205 x 165 cm
Thomas Braida, Abbandonai la giungla per altra giungla, 2016, oil on canvas, 205 x 165 cm

In occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte Thomas Braida, giovane pittore italiano di poche parole e abbondante produzione, torna nella “sua” Venezia con una mostra personale, curata da Caroline Corbetta, in un allestimento concepito per le storiche stanze del cinquecentesco Palazzo Nani Bernardo. Il progetto espositivo, intitolato SOLO, si sviluppa nell’affascinante infilata di stanze del piano nobile di Palazzo Nani Bernardo che culminano con un affaccio mozzafiato sul Canal Grande; in questo scenario si inseriscono una cinquantina di opere di Braida, molte delle quali realizzate ad hoc. Tra queste anche delle sculture che l’artista definisce comunque pittura: «Tutto è pittura per me. È come qualcosa di vivo che autonomamente se ne vuole uscire dal quadro, che se ne fotte. Tutto è pittura nel senso che guardo tutto attraverso il colore. Che tutto è fatto di colore».

 

Jacob Hashimoto – Emil Lukas, The End of Utopia

Palazzo Flangini, Cannaregio 252, Venezia

Due artisti americani conosciuti a livello internazionale sono stati invitati da Studio la Città a Palazzo Flangini per allestire una mostra site-specific dedicata al tema della fine dell’utopia. Decenni di sfruttamento ambientale ci hanno lasciato pericolosamente in bilico su tutti i fronti: politico, sociale, economico, naturale, tecnologico e ecologico. L’umanità stessa è diventata sempre più carnefice piuttosto che vittima del caos planetario. In questo contesto, i visitatori incontrano un’immensa e fluttuante scultura site-specific di Jacob Hashimoto costituita da 8.500 aquiloni neri di carta e bambù, sospesi dal soffitto e assemblati in una spettacolare nuvola ondeggiante che sovrasta le loro teste. Quest’opera secondo l’artista vuole essere una scultura densa, non di luce. Dopo un attento esame, la superficie rivela tracce appena percettibili di stelle, serigrafate con inchiostro, che diventano indistinte e sfocate mano mano che il visitatore entra nella parte dell’installazione. Emergendo lentamente alla luce, queste stelle – che rimandano sia agli elementi presenti in alcune bandiere che al firmamento – evocano vari simboli della storia dell’arte legati alla superficiale propaganda politica come ai regni celestiali che da queste stelle trascendono. Il lavoro di Emil Lukas, invece, occupa il primo piano dello spazio. Lukas ha creato tre gruppi di opere, separati ma interconnessi: “Lens, Puddles, Threads” [Lenti, Pozzanghere e Fili] che creano una potente illusione ottica di volume. Come il visitatore si avvicina al lavoro, l’intreccio di fili diventa apparente e si svela una delicata atmosfera che scorre su un paesaggio alieno.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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