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La tutela penale dei beni culturali e la funzione del commercialista

del

La recente modifica dell’articolo 9 della Carta Fondamentale con l’inserimento tra i valori meritevoli di tutela costituzionale quelli relativi al paesaggio e al patrimonio storico e artistico della Nazione ha reso non più rinviabile l’adozione di un corpo normativo specifico ed adeguato alla tipicità dei reati del mondo dell’arte.

Il settore del mercato illecito di opere d’arte risulta diversificato in più fasi partendo dal saccheggio, trasporto, “ripulitura” sino a giungere all’immissione nel mercato con la vendita dei beni.

In questo ambito operano molteplici attori, suddivisi tra le differenti fasi in relazione alle competenze richieste e con caratteristiche tipiche di internazionalità o transnazionalità.

Per questo motivo, il legislatore è intervenuto con la Legge del 9.3.2022 n. 22 che detta le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale e dispone molteplici novità nella criminalizzazione di condotte illecite. Più in dettaglio sono state introdotte tredici fattispecie criminali, parte delle quali di nuova formulazione ed altre corrispondenti ai reati fino ad ora collocati nel Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al DLgs. 42/2004.

Le più importanti si riferiscono alle condotte di furto e appropriazione indebita, riciclaggio e importazione illecita di beni culturali per arrivare a quelle relative alla devastazione e saccheggio.

Al fine di analizzare l’efficacia delle nuove disposizioni normative, le Commissioni Economia della Cultura e Diritto Penale dell’Economia dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili hanno organizzato lo scorso 13 febbraio un webinar dal titolo “La tutela penale dei beni culturali: l’impatto economico e la funzione del commercialista”.

Con il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare gli spunti emersi durante l’evento formativo.

Il mercato dell’arte nell’impiego di capitali illeciti e la restituzione delle opere

L’intervento del dott.  Giuseppe Visone, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha posto l’accento sulle peculiarità del mondo dell’arte per il reimpiego di capitali di natura illecita da parte della criminalità organizzata.

In dettaglio, le opere d’arte insieme a orologi e diamanti rappresentano una delle fonti maggiormente utilizzate per l’investimento di capitali in quanto trattasi di beni non sottoposti a regime di trascrizione e soprattutto facilmente alienabili.

In virtù delle suddette tipicità appare quindi fondamentale dotare gli inquirenti di mezzi di indagine e strumenti investigativi utili per contrastare i citati delitti, tra le quali intercettazioni. L’introduzione quindi delle nuove fattispecie di reato consente agli investigatori di avere più strumenti per il contrasto delle condotte illecite.

Per quanto concerne invece le attività di recupero di beni trafugati, grazie alla relazione del dott. Massimiliano Croce, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, è stato possibile comprendere come la restituzione delle opere d’arte sia un lavoro di diplomazia complesso che comporta un grande impegno di natura professionale da parte dei soggetti che vi prendono parte.

Per questo motivo, le attività di Nucleo di TPC consentono quindi di contrastare l’illecita circolazione delle opere d’arte per garantire una maggiore tutela del patrimonio culturale.

Le nuove fattispecie di reato: il ruolo del commercialista tra modelli 231 ed il supporto ai clienti

La citata legge 22/2022 prevede la responsabilità amministrativa degli enti in relazione ai nuovi delitti contro il patrimonio culturale. Tale previsione normativa non è applicabile retroattivamente ai fatti-reato commessi dalle persone giuridiche prima del 23 marzo 2022.

La riforma torna applicabile principalmente a varie categorie di enti collettivi e società che svolgono la loro attività principale nella gestione e circolazione dei beni culturali, con compiti di responsabilità diffusa anche nella salvaguardia del patrimonio culturale, quali esemplificativamente:

  • gli enti museali;
  • le case d’asta;
  • le fondazioni;
  • le associazioni;
  • le società partecipate;
  • le istituzioni private in genere, anche se prive di finalità lucrative, costituite in forma societaria o associativa, coinvolte a vario titolo nel settore dei beni culturali.

Con l’intervento di Camilla Zanichelli, consigliere di Giunta dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, è stata sottolineata l’importanza di adeguare i modelli e adottare comportamenti necessari per prevenire le fattispecie di reato in quanto le conseguenze per gli enti potrebbero essere molto pesanti sia sul piano economico che su quello reputazionale.

A tal proposito, il ruolo del commercialista è quanto più importante sia per adottare modelli adeguati che per prevenire comportamenti che possano mettere in difficoltà l’ente di fronte ai terzi.

Sul punto, grazie all’intervento del dott. Matteo Smolizza (Direttore della Casa d’asta Bonino Atlantic ltd) è stato possibile approfondire il ruolo del dottore commercialista sia nella fase di contrasto alla circolazione dei beni illeciti che nel rimpiego dei capitali.

Per quanto concerne il contrasto alla circolazione illecita occorre rivolgersi ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale per i beni di provenienza nazionale e all’Interpol in caso di provenienza estera mentre per rimpiego di capitali affidarsi sempre a soggetti qualificati che si occupano della tracciabilità delle opere oggetto di vendita.

Le riflessioni conclusive

Il momento di confronto tra gli operatori nel mondo della tutela delle opere d’arte ha fatto emergere diversi spunti di riflessione.

Tutti gli interventi hanno confermato la bontà dell’intervento legislativo per garantire una maggiore tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, deve essere trovato un equilibrio tra l’esigenza di garantire un efficace contrasto ai comportamenti illeciti senza “ingessare” il mercato dell’arte, rendendolo poco attrattivo e competitivo rispetto a quello dei concorrenti europei ed asiatici.

Andrea Savino
Andrea Savino
Andrea Savino (n.1991) è un dottore commercialista e revisore legale di Torino specializzato in diritto e fiscalità internazionale. Membro della commissione economia della cultura del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, già presidente della commissione cultura dell'Unione Nazionale Giovani Dottori commercialisti, nonché membro della Commissione Internazionalizzazione e Fiscalità Internazionale dell’UNGDCEC - Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e ricercatore dell’Istituto Universitario di Studi Europei (IUSE).

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