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Sguardi sovietici e città eterne: l’asta fotografica di Finarte

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Finarte presenta l’asta di fotografie, prevista in un’unica sessione l’11 ottobre alle ore 15.30. L’asta si concentra su due temi principali: la rappresentazione della città e la fotografia sovietica. Il tema urbano, da sempre protagonista nella fotografia, ha preso piede nella metà dell’800, quando i viaggiatori commissionavano immagini dei luoghi che avevano visitato. Una sezione significativa dell’asta è riservata ai fotografi sovietici, i quali attraverso le loro opere delineano la grandiosità e le contraddizioni della società sovietica.

Il lotto di maggior valore è attribuito al fotografo Massimo Vitali: l’opera “Titus arch pine tree #3092” del 2008 (lotto 87), con una stima di 20.000-30.000€. Iniziando la carriera come fotoreporter, Vitali si è successivamente focalizzato sui paesaggi e sui luoghi di aggregazione sociale. In questa opera, ritrae una piazza, esplorando la dinamica del turismo di massa attraverso un punto di vista elevato e sfruttando un formato ampio, così da catturare dettagliatamente le persone e le loro interazioni con l’ambiente.

Lotto_87_MASSIMO VITALI_Titus Arch Pine Tree #3092

Con una stima leggermente inferiore, troviamo il fotografo Peter Beard con l’opera “Nairobi box 4191” del 1960 (lotto 124). Noto per le sue fotografie sull’Africa, Beard unisce fotografia, arte e scrittura nelle sue opere, annotando e disegnando direttamente su di esse, rendendo ogni pezzo unico a metà tra documento fotografico e opera d’arte. Il lotto 201, attribuito a Horst e stimato tra 14.000-18.000€ e ritrae la modella svedese Lisa Fonssagrives per la copertina di Vogue America del 1941, caratterizzato da un’illuminazione drammatica e una composizione artistica raffinata.

Da evidenziare anche il lotto 83 di Gustave Le Gray, “Brick art clair de lune” del 1956. Le Gray, influenzato dal maestro Paul Delaroche, ha sviluppato uno stile attento all’architettura e al paesaggio. Era un maestro della tecnica di stampa combinata, come dimostrato in questa fotografia, in cui la combinazione di diverse esposizioni genera un evocativo effetto chiaro di luna.

Lotto_83_GUSTAVE LE GREY_Brick au clair de lune

In merito alla fotografia sovietica, ci sono tre fotografi ai quali prestare particolare attenzione in questa vendita. Il primo è Dmitri Baltermants, presente in asta con il lotto 42, “Grief, ditch of Kerch, Crimea, 1942” (stima di 1.500-2.500€) e il lotto 145, “Bridge across the Dnieper” degli anni ’50/’60. Baltermants è stato uno dei fotografi russi più celebri e apprezzati del XX secolo. Iniziò la sua carriera fotografica negli anni ’30 e ottenne fama sia durante che dopo la Seconda Guerra Mondiale, documentando le atrocità del conflitto e le sue ripercussioni sul popolo sovietico. Le sue fotografie trasmettono spesso emozioni intense, riuscendo a rappresentare la sofferenza, la gioia, la determinazione e altre sfumature del sentire umano in modo profondo e tangibile. Le sue opere presentano una composizione equilibrata, caratterizzata da un sapiente uso di luci e ombre, che accentua l’emozione o l’azione principale, guidando l’occhio dell’osservatore.

Lotto_42_DMITRI BALTERMANTS_Grief, ditch of Kerch, Crimea

Un altro fotografo sovietico di rilievo è Aleksandar Vasiljevic Ustinov, rappresentato all’asta da Finarte con il lotto 43 “Battle near Moscow” degli anni ’40, con una stima di 600-800€.

Lotto_57_ALEXANDER RODCHENKO_Stairs

Infine, nel contesto della fotografia sovietica, non possiamo dimenticare Alexander Rodchenko, il cui lavoro è in vendita in diversi lotti: il 56 “Portrait of Vladimir Mayakovsky” del 1924, il 57 “Stairs” del 1929 e il 146 “Radio Station Tower” del 1929, tutti con una stima di 1.500-2.500€. Alexander Rodchenko fu un protagonista dell’avanguardia russa, giocando un ruolo chiave nella definizione dell’arte e della fotografia sovietiche. Artista eclettico, fu impegnato nella pittura, nella grafica, nel design e, ovviamente, nella fotografia. Era famoso per le sue inquadrature insolite, come quelle dal basso verso l’alto o viceversa, e per l’uso di contrasti drammatici, giocando con luci e ombre nelle sue immagini

Tra gli artisti di origine asiatica in asta, spicca il lotto 37 di Kikuji Kawada con l’opera “The Map” del 1965. Questo fotolibro esplora temi profondi legati alla memoria, alla storia e al paesaggio, offrendo una riflessione sull’ombra dell’attacco atomico a Hiroshima. Le immagini del Dome di Hiroshima, semi-distrutto dal bombardamento, sono presentate come una mappa, sottolineando la persistenza del trauma. Ricordiamo anche il lotto 1 di Nabuyoshi Araki, che indaga i temi di eros e thanatos, desiderio e decadenza, con una stima di 2.000-3.000€.

Lotto_37_KIKUJI KAWADA_The Map

Tra i fotografi italiani, è doveroso citare Luigi Ghirri, con i lotti 7 e 85, entrambi stimati tra 5.000 e 6.000€; Gianni Berengo Gardin, con “Pescatore a Burano” del 1960 stimata tra 1.000 e 1.500€; e Mario Giacomelli, con diversi lotti in asta, tra cui spiccano le fotografie 26 e 27.

Lotto_85_LUIGI GHIRRI_Cervia

Degna di menzione è l’opera “The raft of George W. Bush” di Joel Peter Witkin, un’interpretazione provocatoria della celebre “Zattera della Medusa” di Delacroix, con una chiara critica al governo americano (stima 4.000-6.000€).

Lotto_111_JOEL PETER WITKIN_The Raft of George W. Bush

Concludendo questa panoramica, citiamo un maestro della fotografia del Novecento, Henri Cartier-Bresson, con il lotto 138 “Trafalgar Square, funerali di George VI” del 1952. Qui è rappresentato il “decisive moment”, elemento distintivo del lavoro di Bresson, che sostiene l’idea che la fotografia dovrebbe catturare un istante di realtà senza manipolazioni da parte del fotografo.

Lotto_138_HENRI CARTIER-BRESSON_Trafalgar Square, Funerailles de George VI
Chiara Lorenzon
Chiara Lorenzon
Chiara Lorenzon, laureata in Storia dell'Arte, ha lavorato come assistente gallerista e nel servizio clienti di case d’aste. Dal 2023 collabora con Collezione da Tiffany.

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