Accingendomi a esaminare l’Atlante dell’Arte Contemporanea, mi sono subito chiesto se, in un mondo ormai esplorabile in infinite direzioni, un atlante sia ancora uno strumento utile. Alla fine della lettura, la mia risposta è stata decisamente affermativa.
È vero che oggi il web, con innumerevoli app e siti, ci bombarda quotidianamente con suggerimenti, indicazioni e raccomandazioni sulle molteplici direzioni dell’arte contemporanea. Tuttavia, proprio questa sovrabbondanza di stimoli rende necessario uno strumento sistematico che aiuti a superare almeno alcuni dei bivi che l’eccesso informativo ci pone di fronte.
L’Atlante si rivela quindi un utile strumento di navigazione non solo per collezionisti e appassionati, ma anche per operatori finanziari, mercanti e galleristi.
Generalmente quando si raccoglie materiale fotografico sull’opera di un artista, si parla di catalogo ragionato, poiché la presentazione di opere di diversi periodi e stili richiede che l’illustrazione sia accompagnata da una riflessione critica, una motivazione logica che supero la semplice catalogazione o esposizione fotografica.
In questo senso, l’Atlante dell’Arte Contemporanea non è solo utile, ma rappresenta uno strumento necessario per addentrarsi in quegli aspetti dell’arte che spesso risultano poco chiari persino agli artisti stessi, ai galleristi e ai collezionisti più esperti.
Di grande impatto è la copertina del volume, che su uno sfondo geometrico riproduce una scultura di Angelo Accardi, artista salernitano. Si tratta della scultura Violet, che ben rappresenta la tensione degli artisti italiani a non rinnegare le acquisizioni estetiche del passato, anche remoto, ma anzi nel tradurle nel presente e proiettarle nel futuro.
La splendida opera di Accardi raffigura un busto femminile in posa ellenistica, sezionato geometricamente e cromaticamente in bianco e nero. A questo ordine formale si contrappone la vivace capigliatura viola, che dà il nome all’opera stessa, creando un contrasto ritmico e fresco.
Ottima, dunque, la scelta di quest’opera per rappresentare il tentativo, spesso complesso e poco gratificante, di molti artisti italiani di coniugare la dimensione storica con le attuali tendenze estetiche.
L’edizione attualmente in libreria è stata prodotta in collaborazione con il Metropolitan Museum di New York, con l’obiettivo di seguire l’arte contemporanea oltre i confini nazionali, in particolare negli Stati Uniti.
Il testo affianca alle biografie e alle critiche degli artisti il valore economico-finanziario delle loro opere, oltre a indicare le aree di influenza commerciale di ogni artista, costituendo un vero e proprio atlante.
Il volume presenta schede complete e analitiche dei grandi artisti italiani come De Chirico, Vedova, Fontana e Burri, insieme a tanti altri nomi che configurano la scena artistica contemporanea italiana.
Di grande interesse e praticità è la consultazione delle quotazioni degli artisti, ottenute confrontando i bollettini emessi dalle principali case d’asta nazionali e internazionali, con l’indicazione dei lotti non venduti.
Gli artisti vengono inoltre collocati in fasce di valore economico, contrassegnate da alcune lettere:
- E: economic, non superiore a 3.000 €;
- ML: medium low, tra 3.000 e 10.000 €;
- MR: medium range, tra 10.000 e 25.000 €;
- MH: medium high, tra 25.000 e 60.000 €;
- H: oltre 60.000 €.
Sono inoltre indicati i trend di mercato e le plusvalenze.
Molto utile, infine, è il giudizio della redazione che classifica gli artisti in cinque categorie: dalla prima, la più alta, “unanime riconoscimento storiografico”, a seguire “alto interesse critico”, ” attenzione rilevante della redazione”, “attenzione settoriale della redazione” e, infine, “attenzione dei segnalatori”.
Questa classifica ha il pregio di non valutare l’artista o l’opera in sé, ma piuttosto di misurare l’interesse suscitato tra gli esperti.
Concludiamo con le parole del critico Giovanni Faccenda, che coglie e descrive poeticamente l’utilità dell’Atlante, sottolineando che non si tratta di una semplice raccolta o annuario di fatti artistici.
Egli scrive: “Occorrono, però, occhi e momenti in grado di perdersi in una simile estasi tanto salutare, diresti persino terapeutica, dati i tempi. Ve ne sono ancora? Tu trovi in ciò i tuoi? Se la risposta a questo quesito è affermativa, allora appartieni alla pregiata stirpe dei sognatori. Sei finemente giunto a Itaca, Odisseo. Buona lettura.”